"C'è qualcosa di orribile in un fiore;
Questo che ho in mano, infranto, è uno di quelli
Che lui ha appena gettato; non vivrà un'altra ora;
Ce ne sono a migliaia; non senti la mancanza di una rosa" Charlotte Mew
//flashback//
-vieni Tae, non avere paura dai- come poteva non averne? aveva 16 anni e stava uscendo non solo dalla sua stanza, ma direttamente dalla casa famiglia, di nascosto e, come prevedibile, dopo il coprifuoco.
Ma non era riuscito a dire di no al faccino sorridente e supplichevole di Jungkook. Gli aveva proposto di trasgredire insieme per la prima volta a una regola, banale se vogliamo, una bravata da ragazzini, ma sul momento a Taehyung sembrò una rapina in banca.
-avanti, se aspettiamo ancora un po' verrà domattina- sbuffò.
Jungkook aveva 14 anni, più piccolo di lui, ma riusciva alle volte a tenergli testa e improvvisarsi "il grande" dei due. Taehyung era nel pieno dell' adolescenza, e nella sua testa frullavano pensieri ambigui e da lui definiti sciocchi, della portata di "che carino che è Kookie quando sorride". Sentimenti sul nascere, che non riusciva a stroncare, perché a lui in effetti, in fondo, non davano nemmeno fastidio, cose così, da nulla.
Era saltato giù dalla finestra raggiungendo il suo amico.
-era ora- gli diede una piccola spinta, leggera, e iniziò a camminare verso il parco lì vicino.
-potevamo andarci domani al parco- affermò il più grande con le mani nelle tasche del giubbotto.
-ma così c'è l'adrenalina del non seguire le regole, poi guarda che cielo stanotte-
Lo guardò, con il naso all'insù; un cielo normalissimo, senza stelle, o almeno, contrastate dalla luce artificiale del lampione.
-ma che cazzo spari che non si vede nulla-
-touché-rise- ci ho provato-
-a fare?-
-a darti un motivo in più per non farti pentire di avermi seguito- alzò le spalle.
"ti seguirei sempre" gli fu inevitabile pensare.-no così è banale- disse ad alta voce, come se la via più veloce per far arrivare quel messaggio al suo cervello fosse per la bocca.
-di che parli?-
-alla tua affermazione ho aggiunto di getto il mio pensiero super banale "ti seguirei ovunque" frase strausata e diabetica- lo disse senza problemi, era fatto così lui, uno dei suoi pericolosi pregi e insulsi difetti.
L'altro fu sorpreso, boccheggiò a quel suo essere sovrappensiero e sincero- e cosa diresti di non banale?- tentò agitato, pregando in ogni lingua di non darlo a vedere.
Jungkook fece un passo.
-beh, tipo, "non devi darmi motivi per seguirti"- ci pensò su.
Un altro.
-nah, ancora peggio, mi viene il voltastomaco dalla semplicità sintattica dei miei pensieri, ci riprovo-
L'ultimo, gli fu difronte.
-"se ti seguo vuol dire che-
Le labbra di Jungkook furono sulle sue.
Il più piccolo portò la sua mano alla guancia di un Taehyung molto sorpreso e decisamente confuso. Chiusero entrambi gli occhi, e lasciarono che l'uno trasportasse l'altro.
Quando si staccarono, Jungkook sorrise.
-voglio"- concluse finalmente Taehyung.
Poi anche lui, curvò i lati della bocca, verso l'alto.