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" Il cuore umano ha tesori nascosti,

Tenuti nel segreto, suggellati nel silenzio;

I pensieri, le speranze, i sogni, i piaceri,

Il cui incanto svanirebbe se venissero rivelati" Charlotte Bronte

Avevano cenato, in silenzio, con la testa troppo piena di pensieri, paure e passato per poter elaborare qualcosa di sensato da tradurre in parole.

Si erano poi spostati in salotto, prima Minso e Hyunsu, mentre il padrone di casa preparava loro il letto a due piazze nella cameretta degli ospiti, poi li aveva raggiunti, per guardare la prima puntata di un nuovo drama che aspettava.

E il campanello suonò, ricordando a tutti, chi stavano aspettando.

-ciao Taehyung, da quanto tempo che non ti vedo- la donna davanti a lui fece tre passi per raggiungerlo e dagli un caldo abbraccio, l'abbraccio di una mamma, o di chi si è avvicinato a quel ruolo.

-salve signora Jeon, sono contento di rivederla- sorrise, forse un po' imbarazzato.

-continui a darmi del lei dopo una vita che ti conosco- rise.

Se ne accorse, di Jungkook dietro di lei, ma non voleva rovinare quel momento nostalgico.

-entri pure, entrate- si corresse poi.

-grazie, ah Jungkook è venuto perché, se vuole davvero fare il mio lavoro, un po' di pratica sul campo gli gioverà- "proprio qui?" pensò, ma non lo disse.

-ciao- disse il più piccolo.

Gli fece un cenno con il capo, lo lasciò passare e chiuse la porta.

-ciao, voi siete Min-

-Minso e Hyunsu- la interruppe.

-molto piacere, io sono Areum- il suo sorriso era dolce, come Taehyung se lo ricordava.

-Taecoso ti chiama Signora Jeon quindi lo faremo anche noi- Minso aveva un talento nell'essere inespressiva, pensò Taehyung.

-oh, okay, lui invece è mio figlio Jungkook-

Il ragazzo gli sorrise e Hyunsu agitò la manina nella sua direzione. Jungkook allora ricambiò.

-Ho bisogno di parlare con voi per qualche minuto, ci sediamo qui?-

Minso guardò Taehyung che le fece un rassicurante 'si' con la testa, allora acconsentì.

-posso mh, chiederti un bicchiere d'acqua?-Jungkook gli si era avvicinato silenziosamente, o forse, semplicemente, Taehyung era stato così distratto da aver cancellato la sua presenza.

-sì-



-grazie- posò il bicchiere sul tavolo.-come va?- lo chiese più per abitudine, era normale chiedere a qualcuno come stesse, ma forse in quella situazione ci azzeccava come una cintura nera su un abito blu notte, si disse.

Esattamente il tipo di similitudine che il ragazzo di fronte a lui avrebbe fatto, sorrise mentalmente a quel pensiero.

-tutto bene- rispose.-tu?- si ricordò di chiedere.

-anche-

Il denso imbarazzo, mischiato alla tensione che era in bilico sul filo che li univa, fu, fortunatamente, interrotto dalla signora Jeon.

-la ragazzina ha carattere- esordì

-si, lo so, allora, li farai stare qui?-

-beh, la prassi sarebbe portarli in struttura-

-oh ma-iniziò subito Taehyung.

-ma- lo interruppe- ti conosco, mi fido, e ci tengo a te,Taehyung, staranno qui, hai ragione, Minso scapperebbe piuttosto che rischiare di essere divisa da Hyunsu, non vengono da un bel posto-

-grazie mille Areum-la abbracciò.

Lei sorrise prima di aggiungere-Jungkook verrà qui ogni giorno, per passare la giornata con voi e assicurarsi che tutto vada bene, vuole diventare un assistente sociale e lavorare in struttura con me, deve abituarsi a comportarsi da, "genitore"- marcò le virgolette.

Jungkook sorrise, Taehyung,al contrario, rimase immobile, usò tutta la sua forza per non urlare, esattamente come aveva fatto l'ultima volta, questa volta funzionò.


comme le soleil pendant l'orageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora