trente-six

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"vidi arrossire un giorno in un giardino fanciulli. E le fanciulle più sicure di sé già sorridevano alla vita" Sandro Penna

Gli sembrava di essere tornato a mesi prima quando si sentiva soffocare al pensiero di Jungkook,ogni tanto invece pensava che a fargli sentire quelle sensazioni era il ricordo dei momenti felici che si era fatto scappare dalle mani,cone un bambino troppo ingenuo con le sue caramelle.

Dall'altro Jungkook non si dava per vinto,poteva dire di sapere a memoria la costituzione del suo paese e quel poco che era riuscito a trovare sulla Corea del Nord. Voleva che tornassero indietro,per lui e per rivedere le stelle negli occhi di Taehyung,o almeno di rivedere Taehyung.

Erano passati due mesi,nelle menti dei due tornava sempre la preoccupazione riguardante la situazione di vita e sicurezza di Minso e Hyunsu. Ma mai quelle menti erano state vicine in quelle otto settimane.

Poi un giorno la mamma di Jungkook entrò nella vecchia cameretta di Taehyung,dove Jungkook aveva spostato la sua residenza.

-ho parlato con gli assistenti sociali di là,di nuovo-

-cosa dicono?-ormai gli interessava poco, quella scenetta triste si era ripetuta per ben otto volte,una per settimana.

-il processo sull'ex compagno della madre dei bambini si è riaperto-

Jungkook girò sulla sedia della scrivania e la guardò finalmente.

-i nonni materni hanno sporto denuncia-

-perché solo ora?-

-perché adesso si è scoperto che i soldi sul conto di lei stavano passando sul conto di lui,se fosse in carcere questo non accadrebbe e i due allegri vecchietti potrebbero finire la loro vecchiaia-

Jungkook sbuffò.

-a quanto pare la simpatica nonnina afferma di essere un testimone oculare,con troppa paura per denunciare subito, ancora scossa dall'omicidio della figlia.-

-se lo rimettono dentro l'affidamento passerà ai nonni,mi sono informato-

-a meno che non si dichiarino incapaci di badare a loro,cosa che -

-fammi indovinare è successa?-era ridicolo come ognuno pensasse a se stesso in quella famiglia.

-Kaesong è vicina,due bambini non sono una perdita che aggraverebbe il paese,penso di riuscire ad affidarli ad una casa famiglia al di qua del confine,tipo la mia-

-ma in questo caso l'adozione dev'essere richiesta in un periodo breve-concluse Jungkook mettendosi una mano tra i capelli.

-qui non ci si può sposare tra persone dello stesso sesso,ma cosa più importante Taehyung non si conquista in un giorno-continuò la signora Jeon.

-già, ma io non ho un giorno,ho molto meno,e non lo devo conquistare-



Ad aprire alla porta si sentì come il giorno in cui li vide sull'uscio.

Quella volta avrebbe voluto vedere Jungkook, desiderio esaurito dopo molto tempo.

-che ci fai qui?-

-devo spiegarti una cosa-

Mezz'ora, mezz'ora in cui era stato in silenzio ad ascoltarlo.

-senti Taehyung,io so di volerlo,di volere una famiglia con te e con loro,non sono sicuro di cosa voglia tu;avevi ragione, siamo giovani,inesperti,forse i meno adatti,in più dovremmo fare una gita di un giorno in un altro continente e momentaneamente non stiamo insieme. Vorrei solo che tu sapessi che ti amerei e ti resterei a fianco anche senza questo fardello,che in qualche modo sarei tornato da te,senza che tu mi chiamassi,perchè sul mio comodino c'erano questi-si toccò l'anello-che mi urlavano "hai fatto una cazzata"-inclinò la testa.-voglio uscire di casa di nascosto ancora una volta per andare al parco con te e darti del fifone,chiedere a Minso di badare a suo fratello per tornare a Daegu nel nostro posto,prendermi la febbre per averti detto "ti amo" sotto la pioggia-

Taehyung continua a non rispondere.

-ti prego,non fare lo stronzo,parlami-

Il più grande fece un respiro.

-penso di amarti da quando eravamo piccoli,era una forma molto primitiva,banale e ingenua,ho continuato a dirti ti voglio bene anche a quattordici anni,quando già ci capivo qualcosa. Mi hai spezzato il cuore,ci hai giocato. Credo nelle seconde possibilità perché sbagliare è umano, ma-

Si fermò;il suo interlocutore aveva il fiato sospeso e così anche dei probabili spettatori a quel melodramma. Sul palco passarono tutti i sorrisi di Jungkook,tutti quelli per lui solo,diversi e più belli di quelli per gli altri. Passarono tutti i loro baci,abbracci. Tutti i pianti e scene veloci di momenti felici e tristi.

Per un attimo guardò la sua vita e i suoi sentimenti da una prospettiva oggettiva,la cosa più difficile che una persona possa fare.

Lì lo sentì.

-la terza te la potrò dare solo guardando le tue labbra dire "si lo voglio"-incurvò i lati delle labbra all'insù.

Tutto quello che provava per Jungkook.

//spazio autrice//
il prossimo sarà l'ultimo capitolo.
sono contenta di come sia venuta questa storia,spero sia piaciuta anche a voi.
-koya🥀

comme le soleil pendant l'orageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora