NON TI PIACE Il MIO REGALO?

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Mi giro e rigiro in un letto che sembra sconosciuto e freddo, eppure appena apro gli occhi prego che tutto questo sia solamente un brutto sogno.

-Zia, sei tu?- domando appena sento la porta scricchiolare, sempre immersa nell'oscurità.

-Ho fatto un incubo orribile...- tasto le coperte e i morbidi cuscini respirando a pieni polmoni quell'aria appartenente ai miei ricordi, essa viene associata alle pareti della mia camera, impregnate di quel profumo alla fragola e gesso.

-No signorina, io non sono sua zia, mi perdoni- sibila una tenue voce, affranta ed anziana rimbomba nello sgomento.

Volto lo sguardo bendato dal buio verso la direzione del tono, ma all'improvviso un "click" secco e rapido da vita ad una luce ocra sopra al comodino.

A momenti cado nel lato opposto per l'inaspettata apparizione del volto grinzoso e segnato dal tempo di una sconosciuta, i riflessi caldi le accarezzano in parte le pieghe di una vita vissuta.

Il resto del corpo è imbottito di stoffe e mantelli, tanto da sembrare un pasticcino ripieno di seta cremosa e i ciuffi spelacchiati racchiusi in una bandana con diversi motivi.

-Chi sei? Non, non puoi essere una donna, qui sono rimasti solo uomini- tiro le coperte su fino alle spalle con l'illusione che mi possano offrire protezione.

-Signorina ho già fatto l'errore di aprire bocca, il Signore non vuole che io le parli, mi scusi- capovolge le labbra ed appoggia con le braccia fasciate fino alle dita un vassoio coperto da un fazzoletto di lino sul comodino.

-Taehyung? Kim Taehyung? È a lui che ti riferisci con "Signore"- l'altra acconsente.

-Dove sono? Perché sono qui? Jungkook e gli altri...devo trovarli- muovo le gambe per scendere dal giaciglio, ma il bruciore di una ferita fresca mi irrigidisce -Che diamine- scopro il punto dolorante e visiono una fasciatura che prendo a strappare con ansia.

Dopo essermi disfatta delle bende sporche tocco con le dita un paio di forellini nel mio interno coscia e un taglio sulla parte esterna, il sangue fuoriesce ancora così come il pulsare della carne non cessa.

-Cosa mia ha fatto? Ah ahia- riallaccio le estremità richiudendo questi marchi.

-Le ha sottratto un po' di sangue signorina, oh devo stare zitta, brutta stupida- si da uno schiaffo e io la blocco mentre tenta di darsene un secondo -No ferma- afferro la sua mano ossuta, stranamente sottile e fredda, come quella di un morto.

-Ti prego dimmi cosa ci faccio qui- non mollo la presa.

Lei mi fissa e porta lo sguardo verso il vassoio -Cosa c'è lì dentro?- sgrano gli occhi.

Pizzica con due dita un lembo e fa cadere la copertura: un grosso ago scintillante è collegato ad un cilindro in plastica decorato di uno stantuffo, con tanto di manico dorato.

Una siringa ricolma di sangue ignoto campeggia su un cuscinetto vermiglio e la serva, non domestica, poiché le condizioni non rispettano per nulla un tale grado, scuote la testa nuovamente verso lo strumento.

-No, io dovrei iniettarmi quella roba? Che cazzo dite? Lasciatemi andare-

-Il Signore ha detto che vi ci dovrete abituare ad un simile pasto, ma per il momento desidera solo vedervi in forze. È sangue di vampiro, vi rimetterà in sesto dice. Su datemi il braccio-

-No no! Stammi lontana, io non prendo quella roba, perché non mi trasformerò e vai a dire al tuo capo che è inutile sperare di vedermi in forze dopo che si è servito come un animale- indico la coscia e solo nell'istante in cui lo faccio noto di avere addosso un pigiama in velcro.

Chissà quanto si è divertito a toccarmi mentre ero svenuta.

Al solo pensiero sorgono un paio di brividi.

La stanza illuminata dalla fievole lampadina proietta ombre danzanti e sformate sul muro adornato di tantissimi dipinti.

La stanza è sfarzosa, dal mobilio in legno pregiato alle lenzuola finissime, basta osservare la siringa composta in parte da oro massiccio per capire l'ottima vena economica dei Kim.

-Io devo eseguire gli ordini, mi dia il braccio, non sentirà nulla, davvero- gesticola avvicinando ancora le dita, alche in preda all'agitazione e al tremendo fatto che la giovinezza prevale sempre sulla vecchiaia, scatto in piedi spingendola contro il comodino e fuggo dalla porta semiaperta.

Il corridoio inizialmente risulta scuro, ma con il procedere istintivamente in avanti l'atmosfera si schiarisce e con essa anche i volti dipinti sulle pareti.

Nobili di chissà quali ere, senza un nome o un titolo per cui ricordarli, solo una posizione di potenza e superiorità ad olio e colori, con sguardi che giudicano ogni tua mossa e scelta.

La gola comincia a bruciare per l'infinità di quella strada e con essa la vista sfarfalla, sento il mio corpo drogato di una non comune fiacca.

La mia mente riprende a sognare appena vedo il termine di quel corridoio ed un angolo di curva, anche negli ovili la situazione si presenta in maniera molto simile: la pecora scappa dal lupo, nel momento esatto in cui sta per raggiungere il recinto, quando l'attenzione viene a meno per l'euforia della salvezza, il predatore le tende un agguato e il mantello lanoso giunge a casa insanguinato.

-Ehi ehi, vai piano o potresti capitare nelle mani di qualche malintenzionato, per fortuna ti ho trovato io per primo- mi agguanta le spalle allontanandomi dal suo petto ghignando, dopo essere comparso dal nulla dietro l'angolo -Non ti è piaciuto il mio regalo?- da una pacca alla coscia bendata con sguardo malizioso -La tua faccia mi dice di no, allora parliamo un po', che ne dici?-



Ecco una prima scena della dimora di Tae. Se la serva non è un umana e tanto meno un vampiro, che razza di mostro sarà? Cosa pensate capiterà nel dialogo tra i due?
Mi prenderò un periodo di pausa per riorganizzare le idee e tornare più carica di prima, non vi preoccupate, non sarà molto lunga, spero
Alla prossima❤️❤️❤️❤️"

тнє S҉тorιeѕ σf 7  ℣αмριяєѕ ❦втѕ❦ (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora