NUOVA VITA

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Da quel giorno la nostra corrispondenza si interruppe, anche se era scarsa già da qualche tempo fu recisa totalmente.

Non sapevo cosa stesse accadendo a Yongsan, ma dovevo scoprirlo, nonostante le numerose intimidazioni da parte di Jungkook.

Ha ragione, sono incosciente, ma anche curiosa, proprio per questo non lo ascolterò e soprattutto non lo lascerò da solo.

Sono trascorsi 2 anni e ancora sento di non essere nel posto giusto, di non essere affianco alle persone con cui desidero realmente stare.

Mia zia è una buon anima per la pazienza che possiede e per la gioia che dimostra nei miei fallimenti.

Su suo consiglio ho cominciato vari corsi da quando sono arrivata: dapprima nuoto, poi pugilato, dopo equitazione. Che divertimento c'è a sfogare la mia frustrazione su un cavallo con un frustino non lo so.

Infine, la mia vera e propria salvezza, l'abilità in cui ho mostrato subito un talento represso da molto tempo, ovvero il piano.

L'ultimo anno di scuola sono stata costretta a passarlo lontano dal mio istituto d'infanzia.

Un edificio pieno di infimi e spocchiosi geni senza personalità e schematici in ogni loro azione, forse proprio per questa omogeneità di disinteresse lui mi ha colpito.

Colui di cui Jungkook si è premurosamente "preoccupato" in una delle sue lettere.

Taekim, questo è il suo nome, è una delle persone più sincere e cordiali che io abbia incontrato fino ad adesso, è bastato un semplice "Ehi tutto bene?" dopo una spinta involontaria e uno "Scusa" mancato per ridurmi il cuore in una sbobba melensa conosciuta come amore.

Felicemente fidanzata, tempo occupato da un'adorata passione, una zia meravigliosa e il ravvicinato ottenimento di un lavoro, ma una parte di me non ha mai lasciato casa in realtà.

Ho tutto quello che ho sempre desiderato, ma mi manca qualcosa e anche se molte volte mi domando cosa sia non ho il coraggio di trovare la risposta. Perché? Perché so già quale sia: la famiglia Kim.

Procedeva tutto a meraviglia finché Jungkook non mi ha spedito l'ultima lettera.

Come pensa che io possa calmarmi dopo quello che ho letto? E poi Taehyung cos'altro vuole da me? È stato lui il primo ad allontanarmi e il primo a commettere il passo falso nel 1850.

Scusami, ma io ti troverò Jungkook e ne usciremo insieme, io, te e i tuoi fratelli.

Qualsiasi cosa stia accadendo.

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-Zia dove hai messo la farina?-

-È sopra lo scaffale, nello stesso luogo in cui era una settimana fa, perché?-

-Stasera devo salutare Taekim, non mi vedrà per un po' e volevo addolcirlo con qualche biscotto...hai gli stampini per l'impasto?- chiedo con il sacco di polvere di grano in mano.

Con furia sento scattare dal soggiorno i passi della donna, la quale si precipita su di me privandomi dell'ingrediente.

-Tu non tocchi più nulla nella mia cucina dall'ultima volta intesi?- appoggia la frusta e mi spinge lontano, verso la porta.

-Zia, non volevo bruciare la torta, te l'ho detto, è stata colpa del corriere e tutti i suoi moduli-

-Sarà stata colpa sua, ma tu mi hai letteralmente carbonizzato la cucina- alza le sopracciglia spostando il tostapane e portando alla luce una macchia nera intorno ad una presa elettrica -Ti sembra normale?-

-Perché non l'hai ridipinta?-

-Perché ogni volta che vorrai provare ad sperimentare qua dentro te la farò vedere e ti ricorderò la tua incapacità nel preparare dolci- sorride per nascondere l'ira riesumata per quell'incidente.

-E io cosa gli porto?-

-Vai in pasticceria e sfogati là dentro con il portafoglio, credo che facciano pure i biscotti personalizzati- solleva lo sguardo accarezzandosi il mento con recitazione.

-Questa me la paghi- sbuffo infilandomi le scarpe.

-Oh no sei tu che mi devi ancora molto- indica di nuovo quell'errore sul muro che mi perseguiterà a vita.

A piedi giungo velocemente a destinazione, ordino in fretta e torno a casa.

-Gradita la camminata?- si solleva dal tappetino da fitness blu appena entro dalla porta.

In tv la solita ragazza ventenne del venerdì che mostra delle sessioni di allenamento ardue persino per un ragazzino slegato di 16 anni. Continui incoraggiamenti al pubblico a casa sul bruciore da sentire nei muscoli e su quanto si è determinati.

Non faccio presente a mia zia il suo metodo sportivo inefficace, esegue solamente una mossa e anche sbagliata, la sua figura rispecchia esattamente quella di una tartaruga capovolta sul carapace, nulla di diverso.

L'incredibile è che può continuare in questo modo per delle ore.

-Youra aspetta- mi ferma prima che possa salire in camera.

-Dimmi-

Si toglie gli elastici termici e beve un goccio d'acqua dalla borraccia metallizzata.

-Sei sicura di voler tornare a casa?-

-Zia non ti preoccupare starò via per qualche giorno, non ho intenzione di tornare indietro e poi devo assolutamente vedere i miei genitori-

-Non ti hanno più telefonato?-

-No, non è da mia madre non telefonarmi per 10 giorni-

-Come mai non l'hai chiamata tu? O in qualche modo non ti sei fatta viva?-

-Perché ho un amico laggiù che mi ha informato via lettera che ci sono stati dei grossi guasti agli impianti elettrici della città, ecco- rigirai le dita come se fossi imbarazzata nel parlare di Jungkook.

-D'accordo...- guarda l'orologio -...uh sono quasi le 21, corri a prepararti se no Taekim mi rompe ancora i cogli... oh scusa volevo dire che mi stressa-

-Non sono più una bambina- le do un bacio e sparisco.

20 minuti dopo.

-Youra c'è il tuo fidanzato, è qui fuori-

-Arrivo- mi sbavo il rossetto per l'agitazione.

Così come due anni fa sono sempre la solita tardiva.

Apro la porta dell'entrata leggermente, ma d'improvviso mi ricordo delle chiavi vicino allo specchio ed allungo il braccio.

Nel frattempo dallo spiraglio sento Taekim che parla al telefono.

-Sì sì, consideralo già fatto, ah e non ti dimenticare la mia ricompensa, ora però vado che sono sotto casa sua- la voce ha sbalzi di tonalità, impaurita forse dalla sottoscritta.

Ma cosa vuole insinuare con "ricompensa"? Non dovrei meravigliarmi di questa parola, anche perché la maggior parte dei suoi interlocutori è costituita da giocatori di bowling siccome lui lavora in quel luogo.

-Piccola che bello vederti- mi saluta con un bacio leggermente spinto rispetto al normale e percepisco che i biscotti si siano frantumati tra i nostri due petti.

-Stai attento- osservo la confezione rosa ammaccata.

-Mi dispiace, ma sono troppo emozionato di portarti in un posto- mi afferra la mano e saliamo in macchina.

Tutto questo affetto giunto inaspettato mi tramortisce, tanto da dimenticare la telefonata.





Okay mi posso rendere conto che questo capitolo è un po' noioso ( non mi piace neanche molto come è venuto ), ma nel prossimo ci sarà qualcosa di un pochino più piccante...^^

тнє S҉тorιeѕ σf 7  ℣αмριяєѕ ❦втѕ❦ (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora