VOGLIO CENARE CON TE

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-Parlare? Io e te non dobbiamo discutere di nulla, perché tutto questo? Mi hai allontanato e ora rimpiangi il tuo errore portando al collasso una città e combattendo contro i tuoi stessi fratelli? Va al diavolo, era troppo difficile scrivermi oppure che ne so, uscire e chiarire questa dannata ossessione? Guarda a cosa a portato il tuo capriccio, cosa hai causato- riprendo a dimenarmi.

-Non ti avrei mai ottenuto...- mi porta una ciocca dietro l'orecchio -...piccola sciocca, io ottengo sempre quello che voglio e le parole in questo caso non mi sarebbero bastate. Ne è valsa la pena, eccoci qui. I miei fratelli lo accetteranno con il tempo e un giorno mi ringrazieranno pure per averti strappato alla morte, ma adesso non lo capiscono perché sono accecati dall'invidia della mia vittoria e dal fatto che...- scende con la mano furtiva disegnando le miei curve con l'indice fino a stringermi bramoso il seno, in preda alla collera e ad un rinnovato senso di profanazione gli colpisco la guancia con la massima foga.

Il suo collo si proietta di lato insieme alle spalle, la frangia dorata gli benda gli occhi e nella sua immobilità affiora un piccolo ghigno -...non possono avere questo- si ristabilisce il contatto visivo -Io non alzo le mani sulla mia fanciulla, ma ora sono davvero incazzato. Un antipasto con il tuo sangue non sembra una cattiva idea-

-No, non ti avvicinare- mi copro il collo con le mani che lui afferra tempestivamente e congiunge sopra la mia testa.

Sono illusa di una forza non mia, a stento sorreggo le gambe.

-Non mi piace giocare d'inganno, ma il latte di papavero sembra aver fatto il suo effetto...- sibila fedelmente al mio orecchio -...comprendimi, non stavi buona un secondo- spinge il suo petto contro il mio per fornirmi sostegno con la parete.

Sento l'altra mano soffocare la mia vita e le sue labbra appoggiate poco sotto la mascella -Hai un così buon profumo-

Proprio mentre le sue fauci si spalancano inebriandomi la pelle di umido calore una voce ci richiama rudemente.

-La cena è pronta-

-Jungkook...- sposto lo sguardo.

-Sh, non devi parlare- il dito di Taehyung mi fa tacere posandosi sulle mie labbra come la grandine su un bocciolo.

-Saremo dei vostri, mio caro fratello, proprio come ai vecchi tempi. Hai riflettuto sulla tua stupida mossa?- lo squadra, provocandolo con quella frase al plurale.

-Sei già passato al noi? Ti sei chiesto cosa voglia lei?- chiude i pugni per frenare la rabbia di spaccare il volto all'altro.

-Jungkook-

-Ah ah- scuote con riverenza la testa e mima con le labbra "Non una parola" per poi abbandonare la morsa e mantenendo il legame sul polso.

-Sì Jungkook, manca poco, ma sì, sono già passato al noi. Non vorrei che la cena si freddasse, concluderemo a tavola dove mi dovrai le tue scuse...- mi rivolge la sua più totale attenzione -...vatti a preparare, in stanza troverai tutto il necessario e ti conviene farlo se vuoi bene ancora alla mia famiglia, lo sai come è, ci potrebbero essere spiacevoli incidenti senza la supervisione di una donna...accompagnala- muove la testa in segno all'essere che poco prima aveva tentato di perforami e che ora si trovava dietro di me.

-Venga signorina- mi fa strada, ma i miei occhi non vogliono abbandonare il volto inviperito del minore e Taehyung, dopo essersene accorto, tenta di allontanarlo circondandogli le spalle.

L'ingegno prevale fortemente, infatti Jungkook pur di sottrarsi a quel meschino affetto si dirige verso la sala con la voglia di fuggire, salvare, servire solo ed unicamente il suo buon senso e i pensieri del passato.

Proseguo in silenzio affianco alla sconosciuta, finché raggiunta la camera trovo un elegante straccio rosso disteso tra le lenzuola, regalo sontuoso per quella serata di declino, tra un bicchiere di vino e l'altro di veleno.

Tavolo a cui siedono tutti tranne l'amore e la gioia, a loro non è riservato posto ne spazio, privati della loro dolce compagnia gli ospiti periranno d'ira nella confusione più totale.

-Devi per forza guardarmi? Non posso scappare, perciò posso svestirmi in pace?- osservo l'anziana che mi fissa ritta sulla porta senza accennare ad andarsene.

-Il Signore ha detto che devo stare attenta ad ogni sua mossa, inoltre prima è riuscita a fuggire, è già tanto se il Signore non mi abbia ritrasformato in un cumulo d'ossa-

-Se non sei un vampiro allora cosa sei?- muovo un paio di passi nella sua direzione e in risposta ella retrocede.

-Si cambi in fretta, la stanno aspettando tutti- il tono sbalza di qualche nota acuta per il terrore di parlare della sua identità.

-Sei umana?- continuo.

-Lo ero signorina, è meglio che lei non sappia cosa sono stata o cosa sono. Si goda le sue carni e quel pulpito che ha nel petto, si fa sempre presto ad accogliere la morte- conduce un inchino per poi chiudere la porta della stanza dalla quale prima era lentamente fuoriuscita.

Indossato l'abito apro la porta, ma della donna nessuna traccia.

In quella pacata luce seguo il rumore più che il mio istinto e trovo la sala con facilità.

Trovo assurdo come il luogo sia stato allestito, ricorda molto la primordiale dimora della famiglia Kim.

Davanti ai sottili vetri in cui mi fermo un paio di colpi annunciano il mio arrivo e visiono un paio di scale alla loro apertura, successivamente una lunga tavolata a cui siedono tutti e sette i fratelli, si fa strada un dolore indicibile quando vedo le catene ai loro polsi.

-Eccola, Haneul vieni a sedere con noi, con me- alza al cielo il calice cristallino ed ebbro di rubino.

Uno dopo l'altro compiono la stessa mossa, ma non con simile felicità, i capi sono chini, ognuno nelle sue preoccupazioni, le stesse che attanagliano perfino me.


Ecco un nuovo aggiornamento. Dovrei scusarmi infinitamente per l'enorme bugia che ho detto. Speravo infatti di tornare ad aggiornare il prima possibile ed invece è passato un sacco di tempo, perdonatemi pleaseeeee. Spero non abbiate perso questa storia (di solito succede con gli aggiornamenti lenti) 🙏🙏🙏

тнє S҉тorιeѕ σf 7  ℣αмριяєѕ ❦втѕ❦ (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora