UNA SORPRESA INATTESA

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-Youra ma che ti prende? Aspetta almeno domani mattina, non credo che ci siano a quest'ora treni diretti a Yongsan- tenta di bloccarmi il passaggio la donna per non infradiciarle il pavimento.

-Vado a prendere la valigia- butto in un angolo il cappotto fradicio e scaravento gli stivaletti sopra ad esso.

-Così ad un tratto? Alcune cose non sono nemmeno pronte, se hai tanta fretta ti svegli domani mattina molto presto, non è un buon compromesso?- sorride provando a sedare non la rabbia o la sorpresa, ma la delusione che mostro.

Lei riesce a dedurre tutto da un semplice sguardo, il quale viene classificato il più accuratamente possibile per porvi un rimedio.

Salgo in camera con mia zia che si accoda.

Sistemo gli ultimi oggetti di prima necessità e mi asciugo indirizzando l'attenzione verso l'armadio e su qualcosa che possa indossare per andare in stazione.

-Avete litigato tu e Taekim?- domanda mentre stira con le dita segnate dal tempo e dal lavoro, adornate di sfarzosi anelli in falso oro, le pieghe createsi dal brusco schianto della valigia.

-Non è stata una serata molto piacevole a dirla tutta zia- faccio correre gli appendiabiti legnosi per cercare qualcosa di mio, una veste che non mi abbia regalato quello stronzo, mi sono lasciata condizionare su il mio modo di vestire, di parlare, di vivere.

-Tesoro non tutte le persone sono quello che dimostrano di essere, credo che tu lo sappia già per quello che ti è successo, la scomparsa dei tuoi genitori e il voler ricominciare da capo, infondo hai solamente 20 anni, è davvero molto per una ragazza così giovane...- si alza e ferma il mio frettoloso avanti ed indietro per mettere appunto gli ultimi particolari -...è normale ricevere una grossa delusione e non capire più nulla, prendere decisioni affrettate solo perché è il cuore a chiederlo e non la mente. Sveltire il viaggio e il tuo ritorno nel luogo in cui hai lasciato tutto è l'unica via che ti permetterà di respirare, lo pensi adesso in preda alla confusione, ma chiarisci le idee e rifletti prima di pentirti- mi avvolge le mani con le sue di metallo freddo.

-Non era quello giusto, non c'è nulla che io non comprenda perché soggetta alla delusione e al dolore, questo non è niente per gli eventi che ho dovuto affrontare. Non mi sono mai pentita di nessuna mia decisione e non lo farò nemmeno questa volta- la rassicuro con fermezza.

Dopo qualche minuto da questo confronto e diffusione di rassicurazione mi ritrovo prontamente sulla soglia con in mano la valigia.

-Chiamami immediatamente appena arrivi, se te lo dimentichi non ti faccio entrare in casa quando torni e non scherzo- fa l'occhiolino per poi sciogliersi in un abbraccio.

-Ho sempre le chiavi di scorta, non sentirai nemmeno la mia mancanza, volo e torno in qualche giorno...- raggiungo la porta del taxi -...ciao- urlo scuotendo freneticamente la mano finché la porta si richiude.

-Dove vuole andare signorina?-

-Alla stazione, grazie- rispondo mentre allaccio la cintura.

Il tassista non conferisce parola per tutto il viaggio ed inoltre lancia di continuo uno sguardo allo specchietto per visionare ogni mia mossa.

In quei brevi istanti dove i nostri occhi si incontrano noto quanto la sua pelle sia bianca, assai arduo da poter scorgere visto il suo collo imbavagliato da una consistente sciarpa e la sua nuca per l'ampio cappello, perfino la bocca è nascosta.

La tensione è troppo alta così decido di iniziare un argomento, di solito chi svolge un lavoro simile non si sottrae ai clienti logorroici.

-È davvero molto freddo ultimamente-

-Sì signorina, infatti l'aria condizionata nella mia vecchia carretta non va, ecco perché sono tanto coperto- passa una mano sul cruscotto e sulla radio, fermandosi poco prima di toccare quei petali della stessa tonalità lattea.

-Che meraviglia quel fiore- continuo per non interrompere il sottile filo di comunicazione.

Giace sulla plastica nera, percosso dalle vibrazioni meccaniche e toccato dalle gocce d'acqua che scivolano lungo lo stelo e la corolla come lacrime versate per la linfa recisa.

-È un regalo che mi ha fatto un caro amico, le piacciono i gigli?-

Vengo leggermente scossa dall'ultima parola, ma annuisco, è solamente una tipologia di fiore, nulla di diverso.

-Sì, sono belli-

-Tenga- allunga la mano ricolma di verde morente indietro.

-Oh no non posso accettare, è molto gentile, ma è un suo regalo- cerco di allontanare lievemente il braccio per non rovinare il gesto di bontà.

-Non si preoccupi, è così carina, sono sicuro che questo fiore vivrà a lungo con lei, io non sono mai stato portato per questo, le mie mani uccidono qualsiasi cosa, insisto, lo prenda- marca l'ultima frase più come comando che richiesta e a quel punto cedo anche per lo sguardo intimidatorio nello specchietto.

-Eccoci arrivati- apre le portiere e io tiro fuori il portafoglio.

-Ecco a lei, qualcosa in più anche per il fiore-

-Me li dia dopo, prima prenda la valigia nel bagagliaio- fa scattare una leva.

Non sono abituata a tanta gentilezza, non è comune, deve aver avuto una bella giornata quest'uomo.

Mi appresto a riaprire la portiera per dargli quello che gli è dovuto, ma riparte senza lasciarmi il tempo di fermarlo.

-Aspetti- resto attonita con il giglio in mano, la valigia per terra e il collo nudo -La sciarpa, cavolo me la sono dimenticata. Chi si dimentica il compenso di un servizio? Era strano quel tizio- guardo nuovamente il fiore e poi le sgommate del taxi.

Prima di dirigermi in biglietteria buco una bottiglietta d'acqua e dono un po' di ristoro a quell'improvvisato regalo.

Una signora sta discutendo con il bigliettaio, prevedo che ci vorrà un po' più del previsto, perciò nel frattempo chiamo la zia.

-Sei arrivata?-

-No zia, sono ancora in stazione e poi non è trascorsa nemmeno mezz'ora-

-Scusa Youra, ho perso la cognizione del tempo, i film polizieschi non fanno per me- sbuffa dall'altra parte del ricevitore.

-Ti volevo ringraziare per il nuovo paio di guanti che mi hai messo nella borsa, non me ne sono accorta finché non ho tirato fuori il portafoglio per pagare il taxi e grazie per averlo chiamato, è stato molto cordiale, pensa te non mi ha...-

-Cosa? Io non ho chiamato nessun taxi, non l'hai fatto tu?-

Sono leggermente scioccata e spaventata, se né io né lei lo abbiamo chiamato allora chi è stato? Penso sia meglio non cominciare con le preoccupazioni, non voglio farla stare in pensiero.

-Ah scusami, mi sono sbagliata con il fatto che lo avresti chiamato tu tra qualche giorno, ma visto che ho anticipato la partenza ci ho pensato io, tutto apposto, ci sentiamo zia-




Scusatemi tantissimissimo per il ritardo, dovevo pubblicare ieri, ma ho avuto un contrattempo. Come vi sta sembrando fino a qui? ( accetto insulti 😂😂 ). Youra io non so te, ma quel taxi non lo avrei preso...

тнє S҉тorιeѕ σf 7  ℣αмριяєѕ ❦втѕ❦ (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora