Il livello dell'acqua stava salendo con estrema lentezza da ore. La ragazza se n'èra accorta perché se qualche ora prima le arrivava a malapena ai piedi, ora le arrivava alle caviglie.
Le sembrava una tortura in fase di preparazione. Se volevano ucciderla per annegamento, sarebbe stata una morte decisamente lenta.
Seduta sulla lastra di pietra che le faceva da letto, mosse i piedi nudi nell'acqua. Non capiva il motivo.
All'inizio era andata in panico, ma visto che il livello si era alzato così a piano, aveva smesso di preoccuparsi. Era rinchiusa lì, okay, ma le avevano ancora dato da mangiare, non c'era quasi nulla di cui preoccuparsi.
Poi sulla stanza scese il buio. La ragazza balzò in piedi, spaventata, mentre una serie di cigolii e rumori riempivano la stanza. Sentì l'acqua vibrare contro le sue caviglie, si stava muovendo qualcosa di grosso.
Intravide a malapena un'apertura circolare sul soffitto, poi una luce verde illuminò debolmente la stanza. La ragazza guardò con gli occhi sbarrati il buco, da cui stava sbucando un oggetto simile ad una corda.
Un cavo. Un cavo che vedeva, mentre esso scendeva, completamente ricoperto di plastica a parte l'estremità rivolta verso il pavimento: lì c'erano svariati fili metallici sporgenti.
Non osò avvicinarsi a guardarli finché non si fu fermato l'intero meccanismo. A quel punto si avvicinò cautamente e li studiò senza osare toccarli.
Non si intendeva molto di elettricità, ma sapeva che con l'acqua non andava d'accordo e se quel cavo era elettrico, lei era in un grosso guaio.
Come poteva capirlo, del resto? Toccandolo sarebbe morta se era carico, così come se l'acqua lo avesse toccato mentre il livello saliva.
Deglutì e si arrampicò sulla lastra di pietra e attese il silenzio.
Un fischio debole e acuto. Scorreva corrente lì, quel suono ne era la prova.
Sarebbe morta lì. Era l'unica conclusione logica.
Quel cavo fu ciò che vide nei giorni seguenti, mentre il livello dell'acqua le arrivata fino alle ginocchia, poi alle coscie e alla vita. A quel punto il filo era quasi a contatto con l'acqua, la ragazza aveva cercato di muoversi con estrema lentezza per evitare che il cavo toccasse il liquido.
Sapeva però che era inutile, e quando infine l'acqua toccò il cavo, ella chiuse gli occhi, aspettando la morte con il cuore in gola.
Una morte che non avvenne. Il fischio si interruppe all'improvviso e il cavo si mosse.
La ragazza si allontanò preoccupata e lo osservò. Poco dopo da quella cavità ne uscì un uomo coperto di ferite, strettamente aggrappato a quel cavo come fosse una corda.
Le tese la mano.
"Vieni, Nicole. Aggrappati a me. È ora di tornare a casa".
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Questa parola era particolarmente difficile, apprezzate lo sforzo AHAHAHA
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NaNo Writober 2019
Short StoryÈ la prima challenge mensile a cui prendo parte. Lo sto svolgendo su instagram ma lo condivido anche qua... Buona lettura