NaNo Writober 2019

23. Inchiostro

Kevin aveva sentito quel ritornello decine di volte. "L'inchiostro non è solo liquido scuro, è un veicolo, un mezzo magico, Kevin. Non scordarlo mai".

Per lui il significato era sempre stato semplicemente questo: con l'inchiostro potevi mettere per iscritto concetti, e rileggere le parole con l'inchiostro poteva evocare mondi interi.

Quel giorno però il mastro di Kevin cambiò il ritornello. "Attento quando copi le lingue antiche, Kevin. Sono piene di un antico potere, ormai disperso. L'inchiostro e la penna qui possono far danni".

Non gli avrebbe creduto se non avesse scritto una frase greca che, nella lingua comune, diceva "fai volare questi fogli".

Il foglio si sollevò in volo davanti ai suoi occhi, insieme agli altri sparsi per la scrivania. Rimase a bocca aperta fin quando il mastro non gli prese la boccetta dell'inchiostro e ne versò una goccia su una delle lettere, facendoli tornare al loro posto.

"Studia, Kevin. Questo è un potere che pochi possono gestire".

Sentendosi un meritevole, Kevin si impegnò a creare incantesimi in lingue morte - principalmente latino e greco antico, ma i più potenti erano quelli in aramaico e sanscrito - e a scriverle in un manuale di istruzioni degli incantesimi. Raccoglierli tutti era impossibile, ma almeno una base ci teneva a crearla.

Poi una notte la libreria in cui lavoravano fu assaltata da uomini armati di fiaccole pronte a fornire la scintilla della distruzione. Kevin era lì, nel retro, li vide e li sentì parlare mentre prendeva la penna e l'inchiostro e si metteva a scrivere sul tavolo in aramaico.

"Mai nessuno aveva meritato la vita più dei custodi dei libri, così come nessuno aveva mai meritato la morte come coloro che volevano dare i libri alle fiamme".

Morirono tutti loro, in quel negozio, lasciando intatti i preziosi libri, e Kevin capì quanto l'inchiostro era davvero potente.

Aveva scelta di vita o di morte. Aveva il potere supremo.

-

Non mi soddisfa, ma vista la giornata mi perdono