11. Ali

17 4 3
                                    

"Ho paura, mamma".

"Figurati. Andrea merita di saperlo".

"E se mi pensa un mostro?".

"È tuo amico, no? Non lo farà, vedrai".

La donna prese per mano la piccola Stella e la accompagnò in giardino. Andrea era già lì, e quando vide l'amica gli occhi gli si illuminarono di gioia. La madre, dietro a lui, salutò con un cenno l'altra donna.

Le due non si sopportavano dai tempi del liceo, ma avevano dovuto mettere da parte le divergenze da quando i loro figli, dello stesso anno, erano diventati amici per la pelle all'asilo.

Dovevano iniziare le elementari, era l'estate che separava un'avventura da una nuova.

Andrea corse a prendere per mano l'amica e insieme andarono nella sua cameretta. Le due donne andarono in cucina a parlare.

"Cosa facciamo oggi?!", esclamò entusiasta il bambino. Era sempre felice quando era a casa di Stella.

"Ecco... io... vuoi vedere una cosa?".

Andrea la guardò curioso e annuì energicamente.

Stella si decise e si tolse la maglietta - secondo la mamma di Andrea era indecente, anche se era una bambina, secondo quella di Stella non era questo gran problema, dato che erano già andati insieme al mare -, poi chiuse gli occhi e si concentrò.

Aveva paura, ancor di più della reazione di Andrea, che non funzionasse e che sembrasse sciocca. Lui lo avrebbe subito dimenticato, lei no.

Quando però lo sentì trattenere il fiato e insieme un familiare solletico alla schiena, capì che aveva funzionato. Aprì gli occhi e spiò alle sue spalle.

Stella aveva scoperto di avere le ali poche settimane prima, quando le erano spuntate dopo uno sfogo di rabbia. Sua madre per poco non era svenuta per lo spavento.

Aveva cercato un modo per controllarle, ma era difficile. Ora sapeva tirarle fuori quando voleva, ma non aveva alcun controllo su quando loro uscivano a sorpresa, contro il suo volere.

Era una bella stranezza che aveva voluto condividere solo con Andrea, che si riprese scuotendo la testa ed urlando: "Ma tu hai le ali! Forte!".

Stella sorrise e le ali fremettero, come se fossero allegre anche loro. Il bambino si avvicinò e ne toccò una.

"Ehi! Mi fai il solletico!", esclamò la bambina spostando l'ala.

"Sono bellissime, Stella! E sono blu!".

"Blu scuro, tipo la notte. Forse sono malvage...".

"Cosa dici, tu sei fantastica! Ma sai anche volare?".

Lei non ci aveva mai provato, non poteva volare fuori e in camera aveva poco spazio.

"Non lo so".

"Prova, dai!".

E lei ci provò. Mosse le ali - anzi, le ali si mossero da sole - e provò a sollevarsi.

Funzionò troppo bene e picchiò la testa contro il soffitto. "Ahia!", esclamò con le lacrime agli occhi.

"Fortissimo! Un giorno potrai toccare le stelle come te!", esclamò il bambino.

"Solo con te! Ti porterò lassù in volo!".

"È una promessa, vero?".

"Certo!".

"Tira fuori il mignolino e giuriamo!".

Le loro promesse erano sacre. I due si strinsero i mignoli e Stella disse: "Giuro che un giorno ti porterò in cielo".

Andrea sorrise soddisfatto e iniziò a giocare con le sue ali, felice di essere amico di una persona così speciale.

-

Uhm, l'avevo pensata molto più angst di così tbh, ma non avevo il cuore di scrivere qualcosa di più triste. Ho già dato ieri

NaNo Writober 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora