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Torna al reparto e, come Robert gli aveva detto, trova l'accesso libero alla stanza di John. Siede al suo fianco, su quella terribile sedia rompi-schiena, e gli prende la mano. Non sa immaginare cosa John abbia provato o sentito di lui quando lo ha baciato. Ora sa che in quel bacio lo ha conosciuto. In quell'istante tutta la sua anima è stata posta ai suoi piedi. Perfino cose che non ammetterebbe mai a se stesso. Suo padre ha ragione. Quasi nessuno sarebbe disposto a esporsi completamente in quel modo. Solo lui è tanto incosciente da farlo. Non gliene importa nulla, a dire il vero. Ma è terrorizzato di non piacergli. Di avere ombre così profonde da averlo indotto, tra le altre motivazioni, ad allontanarsi da lui senza pensarci due volte.

L'arrivo di Anna, il mattino dopo, lo distoglie brevemente da queste riflessioni. Scoppia a piangere non appena entra nella stanza e, vedendo Zao, gli si getta addosso in un abbraccio disperato. Nemmeno Robert riesce a placarla, se non dopo vari tentativi. Rimangono insieme per tutto il pomeriggio e, alla sera, Robert torna a casa con Anna, lasciandolo da solo. Zao passa la notte così. Nuovamente tormentato dai pensieri.

Il mattino lo trova addormentato. Sente un calore fra le dita, un leggero movimento e solleva la testa. John lo sta fissando, è sveglio, chissà da quanto tempo, e gli stringe la mano. Zao arrossisce.

– Sei stato qui tutta la notte. – Non è una domanda, ma il tono in cui lo dice è così dolce che sembra quasi un bacio invisibile tra di loro.

– Non potevo fare altro, – gli risponde lui. Hanno ancora la mano stretta l'una all'altra. Pensa che da un momento all'altro si scosterà, ma non lo sta facendo. Muove le dita per agganciarlo meglio, invece. E lo stringe di più. Con la forza di un passerotto.

– Grazie. – Semplice. Diretto. E quella voce vellutata che sa toccare tutte le sue corde interiori.

Se non fosse per il suo vivo senso di responsabilità, rimarrebbe lì seduto per sempre, nel piacevole tepore di quell'incontro di sguardi. Invece si riscuote a forza e chiama gli infermieri per segnalare che John si è svegliato. Fanno alcuni controlli e gli dicono di attendere, ma questa volta non lo invitano a uscire, anzi, alcuni di loro si fermano per rassicurarlo sulle sue condizioni e uno dei medici gli dà perfino una pacca sulla spalla. – Non si preoccupi, detective, questa ripresa è davvero notevole, e del tutto inattesa: se continua a recuperare così, lo avrete dimesso tra una decina di giorni al massimo! – Zao prende il cellulare e chiama subito Robert per aggiornarlo sulla situazione. Purtroppo lui non può assentarsi dal lavoro in quel momento: – Se manchiamo tutti e due, la Centrale crollerà nel caos. Uno di noi deve restare. E penso proprio che John voglia che sia tu a rimanere al suo fianco! – Non aspetta la sua risposta e chiude la comunicazione.

Quando la stanza si svuota, Zao ritorna accanto al letto. Gli hanno tolto la maschera di ossigeno e collegato a una sacca per la nutrizione parenterale. Hanno anche sollevato di poco la testata del letto, così che John possa avere un campo visivo più ampio. Quando incrocia i suoi occhi solleva le labbra in un sorriso e cerca la sua mano, che Zao rapido gli fa trovare.

– Stai meglio. Hai preso colore.

– Davvero? – Ha dei solchi color carbone sotto gli occhi, che sono pesti e arrossati. Li socchiude, come se la poca luce naturale del mattino, che filtra dalle finestre, gli desse fastidio.

Zao si sposta, in modo da fargli ombra con il suo corpo. – Davvero, – dice serio, – adesso sei di color bianco convinto.

Le labbra di John si increspano divertite, non ha la forza di ridere. – Che razza di colore è il "bianco convinto"?

Zao solleva gli occhi: – Beh, è diverso dal "bianco stanco" e anche dal "bianco distruzione totale". Ma dovresti chiedere a tua sorella, lei si intende di colori.

AL DI LÀ DEL CIELO E DEL MARE cap 001-101Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora