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 Il giorno seguente si svegliano tardi e ciabattano impigriti fino al tavolo della colazione, senza particolare voglia di uscire. John dà da mangiare a un gabbiano, che si è posato sul davanzale della finestra, mentre Zao cerca di staccargli una piuma della coda per conservarla come trofeo. Ottiene solo che il gabbiano si infuria, salta sul tavolo, zampetta su cereali, latte e frutta, crea un vortice di briciole e spremuta d'arancia sbattendo le ali, rischia di cavare un occhio a Zao, e svolazza via imbestialito.

– Cosa c'è? – fa lui sentendosi in colpa. – Volevo solo una piuma.

– Chiama il detective Cuesta per movimentarti la giornata, – commenta John ridendo mentre si toglie alcuni cornflakes dai capelli.

Zao gli si avvicina aiutandolo a ripulirsi, mangia i cereali che gli trova addosso, poi dice con la voce che sa fare effetto su di lui: – Posso sicuramente movimentarti se vuoi... non c'è nessun problema.

John gli afferra i baveri della maglietta e lo avvicina a sé. Gli occhi che ardono. – Detective Cuesta, ti avverto, se continui così, non ti farò uscire da questa camera oggi.

Questi sogghigna beffardo, accentuando il tono. – Fa pure, mi arrendo al mio rapitore! – John ha un lampo negli occhi e lo trascina di peso sul pavimento tra latte e briciole. Zao lo lascia fare, docile ed eccitato. Adora quando quello sguardo si accende di passione e perde lucidità, avvinto dagli istinti più profondi. È un delizioso potere che sa di avere su di lui. E oggi è ancora più felice perché sente la sua forza, l'energia che lo travolge e a cui non potrebbe opporsi nemmeno se lo volesse. John che gli blocca le braccia, che intreccia le mani con le sue. Che lo bacia avido. La sua morbida lingua che gli avvolge il palato, lasciandovi il dolce gusto della sua saliva mista allo zucchero dell'arancia che ha appena mangiato.

Zao solleva le mani a stringergli i fianchi e rotola su di lui, mappando la sua pelle con carezze furiose. Si disfano presto dei vestiti. Ondeggiano assetati l'uno sull'altro, imprigionati in quel movimento, imbevuti della certezza di appartenersi anima e corpo, senza alcun bisogno di altre conferme. Si sciolgono in un piacere quieto e dolce, come una vecchia coppia di amanti in completa sintonia, restando abbracciati a baciarsi, respirando lo stesso respiro.

– Voglio morire così, – dice Zao mentre gli morsica e sugge una spalla. – Facendo l'amore con te fino allo sfinimento.

John gli sfiora il naso con la punta delle dita, sorride. – Dammi un secondo che mi riprendo...

Zao lo fissa serio. – Hai una vaga idea di quanto tu sia importante per me? Di quanto ti ami nel modo più assoluto e ridicolo?

John abbassa lo sguardo e lo bacia teneramente, succhiando morbido e calmo le sue labbra. Zao chiude gli occhi, perché ciò che prova è così intenso, che è come se John fosse dentro di lui: una sorta di elettricità pervade il suo corpo. È evidente che non si sta accorgendo di usare il potere, è solo così innamorato da baciarlo con anima, corpo e mente all'unisono... e lui di certo non se ne lamenta! Dopo un poco perde ogni capacità razionale, il suo corpo si sbriciola ed esplode perdendosi in mille frammenti.

Quando riesce a connettere qualcosa, con gli ultimi brandelli di neuroni sopravvissuti, si gira verso John, che è disteso al suo fianco con un'espressione mista tra l'adorazione più totale e il senso di colpa. Nel rompere il silenzio, la sua voce è il suono più bello che potesse sentire. – Mi dispiace, – si scusa delicatamente, – temo di avere perso il controllo. E non credo sia stato del tutto involontario.

– Perdilo più spesso, – mormora Zao ansimando ancora pesantemente.

John inclina il viso con uno sguardo soddisfatto. – Quando vuoi, tesoro. Abbiamo ancora due settimane.

– ... che intendo spendere accoccolato a te come una medusa.

John ride. – Nessuna obiezione.

E ricominciano a baciarsi. 

AL DI LÀ DEL CIELO E DEL MARE cap 001-101Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora