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Zao torna all'ospedale e prende Robert in disparte. Vanno in una saletta d'attesa deserta e sorseggiano due forti caffè presi dal distributore automatico.

– La situazione si complica. Possiamo sbattere dentro questi due pivelli, che non sanno nemmeno da chi arriva il loro stipendio, ma se scaviamo ancora, rischiamo di sollevare un polverone che forse non riusciremo a gestire. Hai visto anche tu, si tratta di un'organizzazione piramidale, dove i sottolivelli non hanno la minima idea dell'identità dei ranghi superiori, in questo modo, se vengono compromesse delle parti, non serve altro che amputarle e i vertici rimangono intoccabili. Se anche riuscissi a convincere quell'agente a parlare del Laboratorio, non arriverebbe vivo in Tribunale per testimoniarlo.

– Ciò che mi preoccupa, – dice Robert, – è che adesso il Laboratorio sa dove vive John, il suo aspetto e con chi si relaziona. Se decidono di agire, e credo che lo faranno molto presto, per John è finita. Dovrà fuggire di nuovo.

– Lo prenderebbero così, alla luce del sole? – Zao ha le mani sudate al solo pensiero.

– Magari tirando fuori qualche cavillo legale. Ma, sì, a certi livelli di vertice tutto è possibile. Possono fabbricare qualsiasi documento necessario o creare delle prove dal niente, oltre a pagare testimoni e ricattare i giudici all'occorrenza.

Zao sospira passandosi una mano sul viso. – Allora dobbiamo giocare d'anticipo. Invitiamoli a venire.

– In che senso?

– Vediamo chi sta dietro a tutto questo, inseriamo John e Anna in un programma di sorveglianza e apriamo il vaso di Pandora.

– Potrebbe essere un errore. Non siamo abbastanza forti per gestire la situazione. Inoltre dobbiamo pensare a John. Davvero vorresti metterlo alla berlina come esca? Nelle sue condizioni?

Zao si avvicina al davanzale della finestra, dalla quale entra un sole potente e accecante. – Lo so che è un azzardo, ma se lo conosco abbastanza, penso proprio che vorrebbe vedere in faccia i suoi aguzzini e affrontarli. E se andasse tutto storto, non farei altro che scappare con lui all'altro capo del mondo. In ogni caso, non resterebbe solo.

Robert sospira profondamente. – Vorrei che ci fosse un'altra soluzione.

– A volte l'unico modo per difendersi da un serpente, – afferma Zao, – è afferrargli la testa e svuotarlo dal suo veleno.

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Attraversa l'hall dell'ospedale e chiede se un giovane uomo, sui venticinque anni, sia stato portato in pronto soccorso di recente, a seguito di un sequestro di persona. La receptionist controlla con attenzione l'elenco dei degenti sul computer, ma nega, nessuno con quelle caratteristiche ha fatto accesso all'ospedale. Ringrazia e prosegue verso il reparto di medicina d'urgenza.

Controlla le stanze del primo corridoio, poi quelle del secondo, finché un infermiere non gli intima di andarsene, perché lì hanno accesso solo i familiari. Scende quindi ai piani sotterranei e prosegue risalendo le scale verso i reparti di medicina interna e chirurgia, ma c'è un portone a vetri blindato e per farsi aprire bisogna suonare un campanello. Prova a premerlo e dice il nome dell'infermiere che ha sbirciato prima sul suo cartellino, il portiere gli apre senza particolari problemi. Si ritrova in una saletta da cui partono due ali di ambulatori e, più in fondo, le stanze dei pazienti.

Avanza indisturbato, scansando medici e inservienti che si muovono rapidi da un ambiente all'altro senza fare caso a lui. Controlla ogni stanza fino ad arrivare in fondo al primo corridoio, là c'è un altro portone a vetri con scritto "area riservata", e nessun campanello questa volta. Prova a bussare ma nessuno gli apre. Attende lì per almeno mezz'ora, finché non ne esce un inserviente e, prima che la porta si chiuda, vi si insinua dentro.

AL DI LÀ DEL CIELO E DEL MARE cap 001-101Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora