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Qualche giorno più tardi John contatta Sam al cellulare. Si danno appuntamento al parco vicino al suo appartamento. È una giornata gelida ma serena e luminosa.

– Non c'è una nuvola in cielo, – commenta l'amico con un sospiro. È seduto al suo fianco e, come al solito, sfoggia un abbigliamento impeccabile. Gli ha appena parlato di ciò che prova per lui e del bacio che gli ha rubato nel suo ufficio quella sera. Lo ha fatto con piglio distaccato, quasi spietato, mentre le sue mani non hanno mai smesso di attorcigliarsi nervose. – Mi dispiace, – aggiunge senza riuscire a guardarlo in faccia.

– Lo so, – sussurra John.

– Le cose potranno mai tornare come una volta?

John osserva l'acqua che scorre nel laghetto. – Con il tempo. Ne sono sicuro.

– Siamo ancora fratelli?

– Questo non cambierà mai, Sam.

– Sai, ho capito una cosa...

– Cosa?

Sam solleva le spalle. – Che non so nulla dell'amore... Ho passato tutta la mia vita a parlarne. L'ho scolpito, ammirato, declamato, pensavo davvero di conoscerlo, ma mi sono sbagliato. Mi sento brancolare nel buio. Le rinunce che tu hai compiuto, io non avrei mai potuto farle... solo per amore.

– Non è stato difficile.

– Per te...

John si gira a guardarlo. – Lo scoprirai anche tu che cos'è l'amore, Sam, ne sono sicuro.

L'amico gli posa una mano sul braccio. – Devo andare, adesso. Parto per l'Europa. Torno a casa... Probabilmente mi tratterò per un anno o più.

John abbassa la testa e chiude gli occhi. Vorrebbe trattenerlo, dirgli che quello che è successo non è così irrimediabile, che sono e saranno sempre fratelli e che nulla potrà mai cambiare questo. Ma Sam è spezzato in due e in questo momento ha solo bisogno che lui lo lasci andare. Si fa forza e gli sorride: – Fa' buon viaggio, Sam.

Lui lo fissa a lungo. Fa per dire qualcosa, ma sembra cambiare idea. Si alza lentamente e si allontana con passo pesante.

Qualche minuto dopo, Zao si avvicina: – Se n'è andato?

– Sì.

Si siede e sospira. – Vedrai che tornerà presto.

John annuisce in silenzio. Le labbra strette in una linea sottile. Abbassa gli occhi per nasconderne il luccichio.

– Lo sai qual è il colmo per una ciliegia?

– No, – risponde lui con voce nasale.

– Essere rossa di imbarazzo.

John scoppia a ridere tra le lacrime. – Zao, è terribile. La più terribile di tutte.

Zao lo stringe a sé e gli fa appoggiare la testa sul suo collo. – Lo so. Lo so, amore. Sono uno proprio scemo, – sospira. – Mancherà anche a me quel damerino col naso all'insù.

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Il Kent Institution è un carcere di massima sicurezza sito ad Agassiz nel British Columbia, a una settantina di chilometri da Vancouver. Zao varca la sala dei colloqui e si accomoda su un'anonima sedia in plastica grigia, separato dall'altra stanza solo da una lastra di vetro trasparente. Attende qualche minuto finché non vede entrare Thomas Fray, che viene fatto sedere di fronte a lui da due agenti di scorta.

Fray ha rifiutato più volte di vederlo, ma Zao, forte del suo ruolo in Polizia, è riuscito a ottenere lo stesso quell'incontro. Indirizza un'occhiata disgustata a quella sottospecie di essere umano che stava per uccidere John in modo atroce e agguanta il telefono interno, facendogli un cenno con il capo. L'uomo storce la bocca e raccatta lentamente la cornetta dalla sua parte, appoggiandola all'orecchio. – Non ho niente da dire, – esordisce.

AL DI LÀ DEL CIELO E DEL MARE cap 001-101Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora