12.

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Ho raccolto tutto ciò che c'era in terra. Il campanello suona rivelando Simone con le occhiaie, gli occhi rossi e gonfi. Non lo avevo mai visto così. Mi sposto per farlo entrare. Non dice una parola. Evidentemente aveva preso in parola il mio messaggio. Marco era andato via da un ora. Forse lui non sapeva niente. Osservavo la sua figura muoversi lentamente. Arrivare alla porta della camera e tenersi. Come se si stesse sentendo male. Corro verso di lui nonostante io sia arrabbiata.
“Simo stai bene?” chiedo preoccupata.
“ a meraviglia!” risponde con sarcasmo. Stavolta però non era ironico come le altre volte. “ cosa vuoi che sia successo. Mi hai lasciato. Non mi hai minimamente ascoltato. Non mangio da ieri notte. Ho vomitato due volte stamattina e anche ieri. Sto benissimo” mi dice duro. Si avvia verso l'armadio lo vedo con poche forze. Non ho il coraggio di chiedere altro. Non riesco nemmeno a muovermi. Lo fissò soltanto. Prende la piccola valigia che usavamo per le bambine quando scendevamo a Malta.
“ per due settimane sto a posto con questa roba. Non ti devi preoccupare di vedermi” mi dice poco dopo. La chiude dopo aver messo ciò che gli serviva. Sentivo il cuore battere fortissimo. Stavo credo per fare una cazzata! Marco aveva ragione lo avevo umiliato.
“ io...” cerco di dire ma mi blocca. Appoggia la valigia per terra è la trascina in salotto. Appoggia le chiavi di casa sulla mensola dove di solito le lasciava una volta rientrato da lavoro. “ cosa fai?”
“ mi hai chiesto di andare via. Lo sto facendo. Lascio qua le chiavi. Non mi servono”
“ ma le bambine?” chiedo poco dopo. Loro non c'entravano nulla.
“ sto dai miei per due settimane. Ho bisogno di stare con loro. Ho già detto ieri che sarei stato via per lavoro. So che ci staranno male. Se vuoi puoi sempre darmi chiamare. Per loro ci sto sempre ” per loro ci sto sempre. Quella frase mi rimbombava nella testa. Stavo davvero lasciando che tutto finisse così. “ dai un bacio ad entrambe. Ciao Emma” apre la porta.
“Simo” lo chiamo si volta
“ non devi dire nulla. Hai già deciso tu per noi. Mi hai lasciato. Non mi vuoi più. Ricorda solo: che io non ti ho tradito. Non ho mai amato nessuna come amo te. ” chiude la porta alle sue spalle e cado per terra.
Cosa ho combinato?
E adesso?
Sono ancora arrabbiata per tutto. Lui rideva in quelle foto. Stava con un'altra persona che non ero io. Era così felice. Forse neanche gli mancavo. Perché avrei dovuto non credere a questa ragazza?
Ma allo stesso tempo perché non credo a Simone?
Mi Lego i capelli in una coda. Sento le lacrime bagnarmi il viso. Se ne andato come gli ho chiesto io. Ha accettato. Così. Senza combattere. Senza nemmeno provare a controbattere. Non ha nemmeno detto altro. Solo che non mi aveva tradito.
Prendo il telefono è provo a chiamarlo. Ma risulta staccato.
Merda!
Mando un messaggio a victoria : « ho appena fatto una cazzata. Ho lasciato Simone. E tornato a Roma. Sta male e io sono una cogliona»
« ma sei impazzita?»
«Ví, non lo so, non so più nulla della mia vita. Non riesco nemmeno a scrivere più. Mi sento inutile. »
«Emma hai scaricato il tuo problema su un qualcosa di inesistente. Ti rendi conto che adesso puoi averlo perso per sempre?»
« ieri notte gli ho scritto di venire a prendersi la roba. Gli ho detto che mi faceva schifo. Ví, sono una persona orribile!» scrivo ancora più veloce.
« Emma tu sei rincoglionita. Addirittura schifo? Ma ti rendi conto che le parole hanno un peso. Simone ti aveva spiegato ieri notte tutto perché non gli hai creduto?»
« le prove. Le foto. Era tutto come se fosse vero»
« credi a una persona sconosciuta e non al tuo ragazzo. Emma ma tu lo ami Simone?»
Quella domanda mi mette più confusione di prima. Io lo amavo?

Cosa ti lascio di me? 
E di te io cosa prendo?

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