Verità o bugie?

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Davvero Wendy, lo stai facendo davvero?
Nascondi speranze desideri e malinconie.
Ad un fantasma che appare e scompare tra i tuoi giorni.
Perché ancora credere alle lusinghe delle sue parole?
Perché ancora custodire per lui le tue lacrime e i tuoi sorrisi?
Non ti accorgi del melodramma che va in scena ogni volta?
Non vedi quale pallido riflesso ha la tua vita su di lui?
Non è la tua storia,è la sua storia che stai vivendo.
Spalanca la porta alla felicità dei tuoi sogni.
Apri gli occhi,guardati intorno, questa non è la tua casa.

Continuavo a ripetermi queste parole mentre intensamente aspettavo che la mezzanotte arrivasse, cercavo di convincermi che non era una buona idea parlare con lui,ma non mi sarei tirata indietro facilmente, questa volta mi aveva dato una scelta, e sembrava sincero. Avevo bisogno di risposte ed in un modo o nell'altro le avrei ottenute, questa era una piccola tessera del puzzle che componeva il mio piano e lui me l'aveva gentilmente servita su un piatto d'argento. Non avrei perso questa occasione anche se la paura era tanta,
Anche quella sera avrei indossato la mia maschera migliore, siamo tutti i personaggi di una storia ed ogniuno di noi ha un ruolo ben preciso... Qualè il mio? Diciamo che si alterna un po' tra quello della vittima e quello della ribelle, ma ormai ci ho fatto l'abitudine, infondo sono solo questa.
La questione era mi avrebbe finalmente detto la verità o mi avrebbe nuovamente riempito la testa di bugie?
C'era solo un modo per scoprirlo, anche questa volta non avrei ascoltato la mia coscienza, ma facevo bene?

... Mezzanotte...
La luna era già alta nel cielo, gli sperduti ballavano intorno al fuoco come ogni sera, quindi nessuno avrebbe notato la mia assenza, scesi dall'albero atterrando stranamente in piedi. Cominciavo a cavarmela, Felix era un ottimo insegnante.
Entrai nella tenda e presi l'arco e la faretra, misi il mantello,coprendomi la testa con il cappuccio e approfittando del trambusto sgattaiolai fuori dall'accampamento inoltrandomi nel bosco.

Pan povs
Mezzanotte,
Speravo davvero che Wendy avesse letto la lettera e fosse venuta qui, avevo passato l'intero pomeriggio seduto sul albero dove era cominciato tutto, giocherellando con la freccia che aveva quasi centrato il mio piede.
Presi il flauto che tenevo legato alla cintura ed incominciai ad intonare una melodia, se avesse accettato di incontrarmi l'avrebbe portata da me.

Passo qualche minuto ma di lei nessuna traccia, non avevo ancora smesso di suonare, stavo cominciando a perdere le speranze quando d'un tratto,
(PAC..)
L'inconfondibile freccia con l'impennaggio rosso si conficcò suo ramo, d'istinto un sorriso comparve sul mio volto.
Cosa? Un sorriso? Peter ma che ti prende?

Con un balzo scesi dal ramo atterrando proprio di fronte a lei.

• Wendy...•

Wendy povs

Ci misi un po' a trovare la strada, la foresta quella sera era più scura del solito.
Quando trovai il sentiero capii subito dove mi aveva portata,
• I campi di lavanda...•
Sussurrai,
Arrivai ai piedi del suo albero e come la prima volta scoccai una freccia colpendo perfettamente il ramo.

Lui sembrò sorridere alla vista del dardo e dopo qualche secondo con un balzo scese e atterrò di fronte a me.

• Wendy...•
• Peter...•

Mi porse la mano ed io la accettai, cosa gli prendeva, non sembrava neanche lui.
Ci avvicinammo all'albero e mi fece accomodare sul terreno, sedendosi poi vicino a me...
Gli sguardi si incastonarono per minuti che parevano secoli.

•Potrai mai perdonarmi...•
Disse lui a testa bassa.
~Cosa Peter Pan che chiede scusa ad una ragazza?~
Lo guardai stranita incredula di ciò che avevano sentito le mie orecchie.
Lo scrutai attentamente cercando di capire se fosse realmente sincero o stesse fingendo per l'ennesima volta, ma non notai nulla, sul suo volto era disegnata una linea di tristezza, che lo rendeva ancora più affascinante.
Lui sorrise appena, capii subito che mi aveva letto nel pensiero.
Di colpo arrossii voltando il viso di lato per non farglielo notare, ma troppo tardi.

Con due dita mi prese il mento, voltandomi  nella sua direzione.

•Lo so sembra strano anche a me... Ma sono sincero...•

Prese le mie mani nelle sue, il tocco freddo mi provocò un brivido l'ungo la schiena,
Poi di nuovo quel formicolio, entrambi ci guardammo negli occhi leggermente spaesati.

•Lo... Lo sentì anche tu?•
Chiesi spaventata...
Lui annuì, preoccupato.
Una luce si sprigionò dalle nostre mani ancora intrecciate, e il bracciale che avevo al polso si tolse, rotolando perterra .
Guardai quella scena con occhi sgranati, un misto tra incredulità e sensazione piacevole.
~Tranquilla...~
Una voce comparve poi nella mia mente...
La sua... Alzai lo sguardo notando il suo fissarmi, annuii in risposta e lui sorrise.
Avevo appena letto nel pensiero...

La figlia di Uncino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora