Trilli

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Ciò che non Ci uccide ci fortifica, posso affermare che questa è la pura verità.
Il dolore,
Il dolore può renderci più profondi, può conferire un maggiore splendore ai nostri colori e una risonanza più ricca alle nostre parole. Questo avviene se non ci distrugge.

Avevo deciso di parlare con lui, mi ero stufata di tutte le bugie, quella settimana di tregua era servita a schiarirmi le idee, la pace apparente era soltanto la quiete prima della tempesta,
Mi servivano delle risposte, Mi ero arresa all'ideale che da lì non sarei potuta scappare, che non avrei mai più rivisto mio Padre e mio fratello. Mi bastava solo sapere perché, per quale motivo ero finita lì.

Dopo essermi vestita uscii dalla solita finestra che dava sul Bosco, nonostante non ci fosse nessuno a guardia della porta, volevo evitare domande indiscrete da parte degli sperduti, sicuramente avevano visto il loro capo volare via infuriato e se mi avessero vista avrebbero ridossato tutte le domande su di me.
Quindi optai per l'uscita secondaria, presi il mio arco e coprii la testa con il cappuccio del mantello, sapevo già dove andare, ma mai mi sarei aspettata ciò che sarebbe successo...

Mi incamminai per la foresta la strada ormai la sapevo a memoria , i campi di lavanda non erano molto distanti, una volta li avrei dato sfogo a tutte le mie incertezze.
Non era molto che camminavo, la foresta con i suoi rumori ormai non mi spaventa a più, procedevo a passo sicuro verso la mia destinazione con un unico pensiero in testa...
Ad un tratto però un rumore indistinto attirò la mia attenzione verso un cespuglio, subito pensai ad un animale e d'istituto imbracciai l'arco pronta a scoccare una freccia contro qualunque cosa si stesse muovendo dentro quel cespuglio...
•vieni fuori chiunque tu sia!•
Urlai in un impeto di coraggio...
Ottima idea Wendy se era un animale adesso ti conviene correre, penserete voi.
Ma con mia sorpresa ciò che vi uscì fu tutt'altro che un animale feroce.
Dai rami dell'arbusto sbucò una ragazza con le mani alzate in segno d'arresa, i capelli biondi raccolti in uno chignon scomposto e gli occhi verdi rivolti verso il basso. Non l'avevo mai vista prima.
• Chi sei?•
Chiesi con fermezza senza distogliere la mira.
•Mi chiamo Trilli, sono una fata.•
Disse lei con un filo di voce...
•Io mi chiamo Wendy, che cosa ci facevi in quel cespuglio?•
La ragazza alzò la testa, il viso che sprizzava gioia da tutti i pori.
•Wendy? Tu sei Wendy Jones Hook? Sei la figlia di Capitan Uncino!?•
A quelle parole abbassai d'istinto l'arma, sentendo il nome di mio padre il mio cuore perse un battito...
•S..si... Sono io...•
•Ma tu come fai a Conoscermi?•
La ragazza sorrise dolcemente, E disse,
•Sono una vecchia amica di tuo padre, È lui che mi ha detto di cercarti...•
Sgranai gli occhi, Trilli conosceva mio padre...
•Davvero!?•
Dissi sorridendo, la speranza di riabbracciare la mia famiglia stava pian piano ritornando a prendere possesso del mio corpo.
L'idea che le avesse detto qualcosa per potermi liberare mi stava facendo esplodere...
•Si•
Rispose lei sorridendomi di rimando. Non stavo più nella pelle.
•E mi ha dato questa...•
Aggiunse poi estraendo una pergamena da dentro la borsetta.
•È una lettera, la scritta lui...•
Presi la lettera che Trilli mi stava porgendo, mi allontanai leggermente e mi andai a sedere su un tronco lì vicino, con le mani tremanti aprii il foglio piegato in due...

La figlia di Uncino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora