Cap.28

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Nel frattempo che il sole sorgeva e Steve e Peggy si prendevano il loro tempo per prepararsi secondo le indicazioni dettate dalla Vedova, in cucina ed in sala era già tutto pronto per la colazione.
Jarvis si era ristabilito, e finalmente poteva tornare al suo lavoro, ovvero l'attività che più amava al mondo.

«Ben tornato in carreggiata Jarvis!» lo salutò il signor Stark, con un sorriso stampato sulle labbra e lo sguardo perso ad ammirare la tavola imbandita «Uh... Vedo che ti sei già dato da fare! Molto bene, sei tornato quello di sempre allora»

«Per me sarà sempre un piacere servirla, signore» rispose, cortese come sempre

Howard non si fece troppi problemi e, senza attendere l'arrivo dei suoi ospiti o farsi qualche paranoia sull'etichetta, si sedette a tavola, sfregandosi le mani e iniziando a mangiare, anche se dovesse bloccarsi poco dopo con l'arrivo di Steve e Margaret, i quali stavano chiacchierando tranquillamente finché non intravidero la sagoma di Stark, colpiti da un imbarazzo improvviso, neanche stesero commettendo un reato o chissà quale peccato e sedendosi in fretta lei accanto al miliardario e lui difronte, circondando Howard e coinvolgendo anche lui in quella sensazione di disagio

«Hey Star-... No.» disse Natasha, comparendo nella scena e bloccandosi davanti al tavolo «No no gente, così iniziamo male. Peggy, alzati.»

«Ma-»

«Alzati»

Le ordinò ancora, avvicinandosi alla donna a prendendole un braccio mentre si alzava, accompagnandola poi fino alla sedia accanto al Capitano e obbligandola a sedersi lì.
Li guardò per un secondo piegando leggermente la testa di lato, notando che mancava ancora qualcosa... Un tocco... Come dire... Più...
Ah ma sì certo! 
Senza che nessuno le desse il permesso spinse un po' la sedia di Steve verso quella dell'agente, facendoli stare più vicini, per poi intromettersi quell'attimo necessario per prendere la mano di lei e poggiarla sopra il tavolo, mentre con lo stesso gesto veloce prese quella di lui e l'appoggio sopra, in modo tale che le loro dita si intrecciassero ed avessero un piccolo contatto.

«Un po' forzato... Ma è un inizio dai» commento alla fine, andando a sedersi nell'unico posto libero e ammirando la sua opera, sebbene i due avessero sciolto la presa appena lei si fu allontanata.

«Potremmo sapere che hai in mente o continuerai a fare la misteriosa per tutto il tempo?» le chiese il Capitano, più con una supplica che con una vera e propria domanda

«Hai presente il tuo novantaseiesimo compleanno? Bene, sarò misteriosa come lo fu Tony.»

«N-novantaseiesimo?» domandò Carter semisconvolta, anche se non ebbe alcuna risposta dal diretto interessato.

Già, novantaseiesimo... Steve se lo ricordava benissimo quel giorno! Tony e il resto degli Avengers avevano fatto finta di nulla per tutto il giorno, svolgendo i loro soliti compiti e sembrando quelli di sempre, finché verso il tardo pomeriggio Stark non chiamò tutti fuori dalla loro base, dicendo che aveva un novità che doveva prima essere approvata dalla maggioranza. Il Capitano in buona fede lo seguì, ma appena mise piede all'esterno dell'edificio l'intera squadra si voltò a guardarlo e, di comune accordo, lo spinsero dentro una piscina piena di ghiaccio
"Buon Compleanno, Capitan Ghiacciolo" furono le ultime parole di colui che aveva organizzato tutto, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Quello  che ne seguì, oltre ad una festa in grande stile, fu un tremendo raffreddore per  una settimana come regalo.

Che Nat avesse in mente qualcosa di simile?
A che serviva il costume?
Doveva preparsi mentalmente a qualche scherzo "Starkastico"?

Lanciò una rapida occhiata a Peggy, che capì subito le sue preoccupazioni.

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