06. Eroi

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Quando Emma Agreste si metteva in testa qualcosa, nessuno riusciva a fermarla: lei, caparbia e tenace, vinceva sempre.
Per questo, spesso si trovava a fronteggiare sua madre.

«Mamma, mi compri quella bambola?»
«Non ora, amore.»
«Dài, mamma! Poi finisce che la compra qualcun altro!»
«No, amore. Papà ti ha già regalato quella di Mulan. Vuoi finire sommersa dalle bambole?»
«Sì!!!»
«No, Emma: è no.»
«Allora chiedo a papà.»

Se con sua mamma spesso battibeccava, con suo padre andava d'amore e d'accordo.
Con lui si sentiva più in sintonia, causa forse anche l'estrema somiglianza fisica: Emma Agreste era la versione femminile di Adrien, in tutto e per tutto.

Ma, soprattutto, ciò che spingeva Emma ad amare follemente suo padre era il fatto che lui cercasse sempre di accontentarla: sempre, a prescindere dalla richiesta.

Aveva solo sei anni, ma già Adrien l'aveva portata sulle montagne russe, in barca, sull'aereo, in mongolfiera, in bicicletta: su ogni mezzo possibile, per renderla felice.

Ma era sempre stata una brava bambina. Non si era mai approfittata di suo padre, non troppo almeno, perché sapeva che la bontà fosse pregio di pochi: l'aveva imparato da suo nonno.

«Papà!»
«Amore, ciao! Come è andata oggi?»
«Bene, papà! Ma mamma non vuole comprarmi una cosa importante...»
«E cioè?»
«Una bambola! Anzi due!»
«Due bambole? Ma, amore, non saranno un po' troppe?»
«Mamma dice che mi sommergeranno un giorno! Ma non sarà così, davvero.»
«Amore, la mamma non ha tutti i torti...»
«Ma tu mi comprerai queste due bambole, papà, vero?»
«Emma...»
«Ti prego!»
«Sono così... necessarie?»
«Necessarissimissime
«Mh, e va bene. Ma non dirlo alla mamma, d'accordo?»
«Certo, promesso! Grazie papà: sei sempre il migliore!»

D'altronde, quando Emma Agreste si metteva in testa qualcosa, nessuno riusciva a fermarla: lei, caparbia e tenace, vinceva sempre (e forse, in questo, un po' assomigliava anche a sua mamma).

«Mamma, papà!»
«Amore, buongiorno!»
«Questi sono per voi.»
«Ma non è ancora Natale, piccola mia.»
«Non sono regali di Natale, infatti.»

Erano due bambole: una di Ladybug e l'altra di Chat Noir.

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