Non avresti bisogno del mio perdono, padre.
Gabriel Agreste raramente usciva di casa.
Non era mai stato amante della folla, né del traffico della città. Ma amava Parigi, e qualche volta, soprattutto in quegli ultimi anni, attraversarla a notte inoltrata era diventato piacevole.Di solito non aveva niente con sé, e spesso riponeva le mani in tasca e fissava un punto non meglio precisato tra l'asfalto e la linea d'orizzonte.
Quella sera, tuttavia, teneva sulla spalla una borsa.
Era una tracolla scura, senza marca, senza scritte.
Cosa c'era dentro?Non aveva intenzione di usare i mezzi pubblici, né di mischiarsi tra la gente comune.
Peccava ancora di troppa superbia per permettersi un lusso del genere.Camminava, agli angoli delle strade svoltava, le attraversava con cautela.
Era buio, ma la sua stella polare era ben luminosa: la Torre Eiffel lo guidava sempre con estrema cura. Probabilmente perché era l'unica che lo aveva perdonato.
Quando arrivò a un incrocio, si preoccupò di ricontrollare il GPS sul telefono.
C'era un indirizzo preciso nella ricerca.Dopo un breve momento di esitazione, si inoltrò nella via corretta e cominciò a controllare tutti i numeri civici. 87, 89, 91, 93... 95, ecco, era il 95 quello giusto.
Vi si fermò dinnanzi, accorato.Scrutò il palazzo per tutta la sua altezza.
Era spaventosamente meraviglioso.Si riscosse.
L'obiettivo, non doveva perderlo di vista.«Signore, posso esserle utile?»
Gabriel si voltò di scatto, impaurito.
Era solo il portinaio.«Signore?»
Gabriel scosse la testa. Sospirò.
Forse aveva bisogno di una mano.
«Sì, potrebbe farmi un favore?»«Dipende che genere di favore.»
Gabriel gli tese la tracolla.
Quando lo vide diffidente, si affrettò a spiegare: «Sono Gabriel, il padre di Adrien Agreste. Lui e sua moglie vivono qui. Dentro questa borsa ci sono dei giocattoli per i loro bambini. La prego, li consegni lei a loro.»L'uomo carpì la borsa e la caricò in spalla.
Gli sorrise: «Certo, signore. Devo riferire altro?»Gabriel esitò.
Cos'altro c'era da dire?
«Dica loro che» mi dispiace.
Scosse forte la testa: «Non dica niente, anzi. Capiranno da soli. La ringrazio ancora.»«Bene, allora arrivederci, signore. Buona serata. E buon Natale.»
«Sì, anche a lei.»E si allontanò.
Pensò perfino di tornare a casa in metropolitana.
Non lo fece.
Preferì dirigersi verso la Torre Eiffel.Non hai bisogno del mio perdono, padre.
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Xmas
Fanfiction[Dal 1 Dicembre 2019 al 25 Dicembre 2019] Miraculous Xmas Challenge! 25 giorni, 25 storie (forse): un unico infinito amore. Disclaimer: i personaggi e l'immagine di copertina non mi appartengono. La copia della storia non è autorizzata.