07. Tempi

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«Ti sei mai chiesta come sarebbe vivere nel secolo scorso?»
«Certamente.»
«E come te lo immagini?»
«Mi immagino i miei genitori da bambini.»
«E Parigi?»

Ladybug si voltò verso di lui.
Erano seduti su un tetto, con le gambe penzolanti e il viso rivolto al cielo illuminato dalle stelle. Era la solita pattuglia serale che ormai da anni conducevano.

Sospirò: «Non lo so. Tu come te la immagini?»
«Me la immagino come se la immaginavano gli impressionisti, non so perché...»

«Hai mai visitato la casa di Monet?»

«Sì, me la ricordo bene. Ne sono rimasto affascinato.»
«È un altro mondo. Adesso sembra tutto meno mistico, e questo un po' mi spaventa.»
«Perché?»
«Perché sembra che a tutto ci sia sempre una ragione e che sia sempre necessario trovarne una...»
«Be', milady, i nostri miraculous sono ciò che di più mistico è rimasto, non credi?»
«Sì, forse è vero.»

«Ti sei mai chiesta perché è successo a noi?»
«Sì, tante volte.»
«Io non ho trovato risposte.»
«Io non voglio ricercarle, gattino
«Perché?»
«Se i nostri miraculous sono ciò che di più mistico è rimasto, perché dovrei rovinare la bellezza del mistero?»
Chat Noir scosse la testa: «Per curiosità.»
«È per curiosità che mi hai chiesto come mi immagino il passato?»
«Sì.»

«Tu come ti immagini il secolo scorso, quindi?»

Chat Noir ci pensò per un po'.
Poi sorrise.

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