21. Nastro

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Un nastro adesivo rosso a pois neri era così introvabile?

Adrien davvero non si capacitava della difficoltà.
Emma gli aveva chiesto di comprargli proprio quello tra tutti i tipi di nastro adesivo esistente.
Perché era sempre così sfortunato in quel genere di situazioni?

Aveva poco tempo, tra l'altro: solo un'ora per trovare quel maledetto nastro, anche se aveva esplorato già troppe cartolerie.
A breve sarebbe dovuto tornare a casa per riprendere quelle inutili scartoffie da riportare in ufficio.

Vagava per le strade di Parigi con il telefono in mano. Google Maps era un salvavita in certi casi.
La prossima cartoleria distava un centinaio di metri o poco più: voleva accontentare la figlia in ogni modo.

Quando tuttavia scoprì che neanche quella cartoleria vendeva quel nastro, Adrien cominciò a pensare di arrendersi.
Era già passata un'ora, d'altra parte, e lui doveva sbrigarsi.

Prese la metropolitana e giunse a casa nel più breve tempo possibile.
C'era troppo disordine per i suoi gusti. I bambini non mettevano mai a posto i giochi, e Marinette non si ricordava mai di chiedere loro di farlo. Decise di sorvolare sulla questione, per il momento.

Andò nel suo studio e prese i fogli necessari.
Decise di passare dalla cucina per prendere un croissant appena sfornato dal signor Dupain.

Ma qualcosa attirò la sua attenzione.

C'era un biglietto sul tavolo, e di fianco al foglietto una piccola confezione in carta gialla.

Aspetta, amore.
Ho già comprato il nastro a Emma.
Buona giornata.
Ti amo tanto.

Allora Adrien decise di prenderla sul ridere.
Troppo tardi, amore mio...

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