Capitolo Uno

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Manchester, 20 Maggio 1864

"Generale Tomlinson?" chiesero al ragazzo, che aveva già avuto il titolo di generale essendo raccomandato dal padre.

"Dite colonnello." ribatté Louis preso a leggere le sue carte e le lettere che il suo amato gli spediva, se solo qualcuno fosse venuto a saperlo l'avrebbe ucciso.

"C'è un ragazzo che dice di essere un vostro parente. Si è accampato qui da settimane, almeno così mi è stato riferito da lui." Louis guardò il colonnello Washington incuriosito e gli fece cenno di far entrare il ragazzo.

Harry entrò e Louis si pietrificò sul posto strabuzzando gli occhi, che diavolo ci fa lui qui? pensò.

Era ormai da anni, da quando era iniziata la guerra, che non si vedevano e gli anni si erano fatti sentire per entrambi. Harry aveva i capelli più lunghi, quasi gli arrivavano alle spalle e Louis si chiese il perché li avesse così, la barba leggermente visibile essendo molto corta, gli occhi sempre uguali, quelli dove Louis si perse dalla prima volta che si incontrarono fino a quel momento. Louis invece aveva la barba molto più folta della solita che portava ai tempi, il cappello, che doveva indossare d'obbligo assieme alla divisa, non lasciava intravedere come fossero corti i suoi capelli dopo esserseli rasati varie volte, solo un leggero ciuffo spuntava.

Il colonnello se ne andò e lascio Louis ed Harry da soli, finalmente.

Harry corse incontro a Louis e gli diede un bacio. Un bacio per niente frettoloso e voglioso, uno di quelli dolci e morbidi, che Louis tanto amava. Prese Harry per i fianchi e lo avvicinò di più a lui. Aveva bisogno di un contatto dopo tutto quel tempo passato lontano da Harry.

"Mi sei mancato tanto Lou." sussurrò Harry, con le labbra ancora vicine a quelle di Louis che sorrise e circondò i fianchi di Harry con le sue braccia, abbracciandolo forte.

"Anche tu, Harry, tanto." disse contento di rivederlo dopo tutto quel tempo e mise una mano fra i suoi capelli accarezzandogli i ricci scompigliati.

"Sono belli i capelli lunghi su di me, vero?" chiese e Louis negò spudoratamente ridacchiando, i capelli lunghi su di Harry stavano benissimo ma in generale a Louis non piacevano.

"Harry posso dirti che dovresti tagliarti questi capelli?" Harry ridacchiò ed annuì e Louis sorrise.

"Non ho intenzione di farlo Lou, li amo così come sono. Dovresti amarli anche tu." ridacchiarono entrambi.

Fuori nel frattempo c'era un soldato che stava spiando i due e se la rideva sotto i baffi pensando a quello che avrebbero combinato ad Harry e Louis quando avrebbe spifferato tutto al governatore.

"Louis sai, la guerra ha causato un bel po' di problemi dall'altra parte del paese e, stavo pensando, non potresti mandare delle truppe nel caso ci fosse un attacco tedesco?" Louis annuì ma guardò Harry stranito, come se non si aspettasse quella domanda da parte sua.

"Sei venuto qui solo per questo Harry?" abbassò lo sguardo prima di rispondere un flebile – si – e Louis si sentì strano, quasi ferito, non sapeva perché. Forse lo sapeva ma non voleva ammetterlo.

I suoi pensieri erano continuamente quelli dove Harry era andato a trovarlo solo per proteggere se stesso e non gli mancava per niente.

A Louis tutto ciò faceva male, si sentì come sfruttato, ma poi provò a mettersi nei panni del suo ragazzo ed approvò la sua decisione. Il suo stato d'animo non era comunque migliorato mentre tornò a sedersi, dentro quella tenda in mezzo a nulla, con Harry di fronte a lui che non lo mollava un secondo con lo sguardo.

Harry continuò a fissare Louis, aspettandosi un discorso, una frase o addirittura una sola parola, ma quest'ultimo rimase impassibile e continuò a leggere i documenti che gli passavano per le mani. Non ci prestava nemmeno attenzione, era tutta una scusa per mandare via Harry di lì, per farlo tornare a casa e cercare di togliersi dalla testa il pensiero che lo tormentava da quando Harry ha ammesso di averlo incontrato per la propria incolumità.

Louis pensò che Harry non lo amava più e, in fin dei conti, non poteva biasimarlo, chi vorrebbe essere il ragazzo di un uomo che è continuamente in missione nell'esercito e non presta attenzione al proprio uomo? Nessuno.

"Louis io-." Louis lo interruppe sentendo dei passi al di fuori della tenda, prese il fucile e lentamente si avvicinò all'entrata.

"Chi va la?" urlo con il fucile tra le braccia ed aprì la cerniera della tenda rivelando il soldato che li stava spiando già da un bel pezzo.

"Maxwell avete sentito tutto vero? Entrate forza!" disse Louis gettando il fucile ai suoi piedi e prese il soldato per il braccio spingendolo dentro. Quest'ultimo inciampò sui suoi stessi piedi e si ritrovò ai piedi di Harry.

"Generale io-." Louis non lo lasciò nemmeno finire di parlare e gli prese una mano aiutandolo ad alzarsi.

"Maxwell se il Governatore verrà a sapere qualcosa giuro che vi uccido con le mie stesse mani e vi costringerò a disertare. Sapete cosa succede ai disertori, no?" il soldato iniziò a scuotere la testa ripetutamente e continuò a tenere il suo sguardo fisso su Louis.

"Louis forse è meglio che io vada." Louis annuì ed Harry gli voltò le spalle e se ne andò, così su due piedi, senza nemmeno dare un accenno di saluto a Louis.

"Aspetta Harry! Dobbiamo parlare." afferrò il polso di Harry facendolo girare verso di lui, cercando un contatto visivo. Il ragazzo si fermò sui suoi passi.

"Generale mi dispiace, davvero."

"Sparisci ora Maxwell." disse Louis a denti stretti, ora era incazzato e non fa bene a nessuno Louis incazzato.

"Va bene, signore." il soldato girò i tacchi e se ne andò, lasciando Louis con Harry nella tenda che considerava il suo ufficio.

"Louis, lo sai che ti amo, ma questa cosa non può più andare avanti. Tra noi deve finire, non sopporto essere distante da te e non sopporto il fatto di non poterti baciare quando mi pare e piace.
Non sopporto più questa relazione, prendiamoci una pausa, per favore." ammise Harry con lo sguardo fisso sui suoi stivaletti marroni prima di guardare Louis per un attimo.

"Va bene, Harry, come vuoi tu. Sappi solo che è stata una tua scelta." sussurrò Louis prima di guardare Harry uscire dalla tenda ed allontanarsi a passo svelto con le mani sul viso.

Si sedette a terra e riprese i documenti, iniziando a firmarli e a timbrarli nel punto giusto quando si ritrovò una lettera del suo amato tra le mani. Una lettera abbastanza vecchia, risalente al 23 marzo 1862.

Caro Louis,
qui va tutto male e a palazzo tutti muoiono dalla paura di essere uccisi da un momento all'altro e io ho bisogno di te.
Mi manca essere lì, in tua compagnia, ridere, scherzare, prendere il tè nonostante ad entrambi non piacesse perché Johannah ce lo imponeva. Mi manca tutto questo, Louis.
Vorrei che fossi rimasto qui, con me, con tua madre, con i tuoi fratelli.
Ormai non abitano più qui, li hanno affidati a tuo padre o almeno così mi ha riferito Johannah. Piange tutte le sere sperando in un tuo ritorno, lei pensa che nessuno la senta ma io lo faccio ed ogni sera riesce a contagiarmi.
Mi manchi tanto, Louis,
torna.

Louis prese la lettera e la strappò in più pezzi, era solo uno stupido pezzo di carta insignificante e si prese la testa fra le mani.

Aveva fatto la scelta peggiore del mondo e lo sapeva, ma non si capacitava di quello che Harry era venuto a chiedergli e di come lo avesse lasciato lì, in mezzo al nulla.

Sperava anche lui di ritornare a casa con tutto il suo cuore, ormai era da tempo che non rivedeva sua madre e il resto della sua famiglia, ogni giorno ne sentiva la mancanza.

Quello era uno dei tanti aspetti negativi della guerra: la mancanza di affetto.

"Che cosa ho combinato?" sussurrò a se stesso.

Spazio autrice
Sono tornata dopo tanto tempo, questo capitolo fa un po' schifo, devo ammetterlo, ma più avanti la storia si farà più interessante, spero che vi piacerà! <3

1864 | l.s. | Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora