Capitolo Quattordici

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Harry's pov

"So che non farete una mossa, perché sennò sapete che succederà." mi sussurrò all'orecchio mentre mi puntò una pistola alla testa.

"Non fatelo, vi prego." sussurrai a mia volta con un tono di voce per niente convinto. Si sentiva dalla mia voce che ero impaurito.

"Vi ho detto di stare zitto! Niente mi fermerà dall'uccidervi se volessi." urlò mentre muoveva la pistola e la caricò, appoggiandola di nuovo contro la base della mia nuca. Se avesse sparato sarebbe stato un colpo letale.

"Va bene, sto zitto. Posso chiedervi solo un'ultima cosa?" chiesi col tono di voce più tremolante di prima. Dovevo cercare di essere coraggioso e non avere paura, non poteva uccidermi o non avrebbe avuto mai cosa desiderava.

Ma il vero punto era quello: lui cosa voleva da me e Louis? Perché rapirmi e minacciarmi?

Se lui mi avesse ucciso probabilmente Louis lo avrebbe ammazzato, niente lo avrebbe fermato dal farlo. Lui era così: impulsivo.

Louis non pensava prima di fare una cosa, non contava fino a dieci, a malapena riusciva a contare fino ad uno. Sapeva che quello era un brutto difetto del suo carattere ma a me piaceva comunque, a me piaceva ogni sfaccettatura di Louis. Mi piaceva il Louis dolce, il Louis a volte antipatico, il Louis scherzoso, il Louis bipolare. Mi piaceva Louis ed il suo carattere, con i pregi e i difetti.

"Non potete dirmi niente, state zitto e basta, porca puttana!" dal linguaggio colorito che usò il soldato capii che non avrei più dovuto aprir bocca per il resto della mia permanenza lì, in quel posto umido e squallido. Abbassò la pistola e la appoggiò sul tavolo di legno, mezzo rotto, situato alla mia sinistra. Successivamente armeggiò dentro un cassetto, prima di trovarci un coltello ed afferrarlo.

Louis dove sei?

I miei pensieri non erano rivolti alla mia incolumità ma a lui. Non sapevo se stava bene, se avevano rapito anche lui. Non sapevo niente in quel momento e non avere la situazione sotto controllo non era da me. Amavo il controllo, dovevo avere sempre tutto sotto controllo.

Non avevo idea di cosa il sequestratore avesse chiesto a Louis in cambio della mia persona. Non sapevo nemmeno se avessero organizzato uno scambio. Avevo sentito solamente poco tempo prima il suono di uno scatto, come se mi avessero fotografato, però ero bendato e non riuscivo a vedere niente.

Speravo che Louis sarebbe venuto a salvarmi il prima possibile, con il suo aspetto da principe azzurro e mi portasse nel suo castello dove potevamo vivere felici e contenti.

Ma sapevo anche che quello che speravo sarebbe stato impossibile. Lui molto probabilmente mi avrebbe lasciato dopo avergli detto che avrei dovuto sposare Rose a causa di sua madre, ed io avrei dovuto stare con quella vipera. Perché questo era Rose: una maledetta vipera.

Anni prima venne a palazzo, con l'intenzione di stabilirsi in città per poco vista la parata che doveva esserci in quei giorni. Ci assicurò che le serviva una casa per due o tre giorni massimo, mentre rimase con noi per qualche mese.

In quei mesi Louis ed io vivemmo l'inferno, Rose ci fece vivere l'inferno. Cercava di mettere zizzania tra di noi, lanciandoci delle frecciatine mentre eravamo con Johannah e con i fratelli di Louis, cosicché Johannah potesse scoprirci e farci lasciare, provandoci sia con me che con Louis.

Riuscì a dividerci ma per fortuna, però, tornammo insieme e riuscimmo a mandarla via da palazzo con la scusa della guerra che stava per scoppiare in quegli anni e Johannah la costrinse ad andare via, così da mettersi al sicuro. Gliene fummo più che grati e da allora non avemmo più notizie di lei.

1864 | l.s. | Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora