Capitolo Tredici

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Harry's pov

Quando uscii dal portone, tutto quello che vidi era il nero.

Il buio mi circondava. Esso circondava il mio cuore. Circondava i miei pensieri. Ma in quel momento circondava anche il mio corpo.

Non riuscii a vedere niente, forse avevo gli occhi bendati, molto probabilmente era così.

Sentii un odore di muffa invadermi le narici, penetrando nei miei polmoni e facendomi venire un senso di nausea.

Il rumore di gocce che cadevano dal soffitto e si posavano violentemente sul pavimento riusciva quasi a rilassarmi.

Provai a muovere le mani, ma fui impossibilitato nel farlo. Provai a fare lo stesso con le gambe ma i risultati furono gli stessi. Avevo polsi e caviglie legate.

Cercai di sentire qualche suono che mi avrebbe fatto capire dove fossi ma niente, era tutto inutile. Sembrava che mi fossi perso in mezzo al nulla, forse era così.

"Oh signorino Styles mi dispiace per le condizioni ma non avevo trovato nulla di meglio. Sapete quando il denaro non è tanto è difficile trovare un locale ridotto decentemente a basso prezzo." sentii una voce, roca, maschile, per niente amichevole. Eppure quella voce mi era familiare, mi sembrava che l'avessi già sentita prima.

"Cosa ci faccio qui?" chiesi cercando di mantenere un tono neutro, per non far capire quanto in realtà io fossi spaventato e sorpreso da tutto quello. Non capitava tutti i giorni che qualcuno ti tramortisse e ti rapisse, così di punto in bianco, specialmente quando meno te lo aspetti.

"Bella domanda, signorino Styles. Quanto valete voi per il vostro amato Louis? Quanto pagherà per la vostra vita? Spero un'alta somma." disse la persona misteriosa che non riuscivo a vedere e sentii dei passi. Quell'uomo mi si stava avvicinando e sentii la sua presenza dietro di me subito dopo. Poi un respiro, proprio vicino al mio orecchio. La sua mano si era appoggiata in quel momento sulla mia spalla, stringendola forte mentre io muovevo le dita che mi si erano intorpidite.

"Vi prego, lasciatemi andare." sussurrai mentre presi un respiro profondo, cercando di calmarmi ma inutilmente. Ero troppo agitato e spaventato per pensare razionalmente.

"Adesso vi tolgo la benda, va bene? Non posso fare di più." disse mentre sentii le sue mani giocare dietro la mia nuca, cercando di sciogliere il nodo della benda, così da potermi scoprire gli occhi.

Però così non fece, la benda era ancora lì, mentre portò una lama affilata ed appuntita al mio collo. Al contatto con la superficie fredda rabbrividii e mi venne la pelle d'oca.

"Qui faccio io le regole, Styles. Ora state in silenzio e state fermo." annunciò l'uomo, arrabbiato adesso, mentre la lama premeva contro la mia pelle, tagliandola non troppo profondamente.

Sussultai mentre sentii il coltello allontanarsi ed il sangue colò sul mio collo, caldo.

Era tutto così strano. Chi avrebbe mai voluto vedermi morto? Ma soprattutto perché mi volevano morto?

L'uomo aveva detto che Louis avrebbe dovuto pagare un riscatto per riavermi indietro. Come faceva a sapere della nostra relazione? Non l'avevamo mai detto a nessuno.

Pensai, ancora e ancora, cercando qualche frammento nei miei ricordi che lasciasse spazio a qualcuno di aver solamente pensato che io e Louis stessimo insieme. L'unico posto dove ci lasciavamo ed effusioni un po' più spinte era in camera da letto, dove ci scambiavamo baci ed altro. Negli altri posti il massimo che facevamo era guardarci eppure lo facevamo di rado.

Quando andai da lui, in mezzo al nulla, vicino Manchester, mi assicurai che nessuno ci avesse visto.

Lì si accese una lampadina, lasciando spazio ad un volto e ad un ricordo ben preciso.

1864 | l.s. | Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora