Capitolo 4

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Rose.

Siamo arrivati ad un isolato da casa mia, dico di fermare l'autista ma lui non mi ascolta.

"Ho detto di fermarsi, io non voglio che lei veda dove abito." sono tornata al lei. Mi mette a disagio stare con lui.
"Sei la mia fidanzata è normale che io veda dove abitavi."
"Non voglio che i miei vicini la vedano. Loro sanno essere cattivi."
"Non ho paura di loro."
"Ma io sì. I miei mi hanno lasciato la casa dove abito, ho vissuto di stenti da quando sono morti e se ora mi vedono con lei potrebbero prendersi la mia casa."
"Non capisco."
"Voglio casa mia, vogliono prendersi il  duro lavoro dei miei genitori." 

"Se è questo il problema posso mettere delle persone dentro e badare alla casa."
"Si può fare?" domando.

"Lascia fare a me."

Io non rispondo e ci avviamo in quello che è sempre stato il mio quartiere, le persone sono tutte dentro, ma mi gioco un braccio che sono tutti dietro le finestre e sono sicura che ci siano anche loro.

"Hai sempre vissuto qui?" domanda.

"Sì, ma non è sempre stato così, prima era un posto meraviglioso."
"Stai tremando." mi dice afferrando la mia mano.
"Io. Sto bene, solo che manco da qualche  ora e mi sento fuori posto. Questa sensazione me la porto da sempre dentro."
"So che significa."
"Io non credo." 

Non parliamo più. Lui non mi conosce, non sa quello che ho passato con quell'uomo. Non sa nulla.

Casa mia è la più grande di tutti, ma la più triste. Fino a due anni fa c'era amore e c'erano colori, oggi mi sembra triste.

"Questa è casa tua?" domanda. Indica la villa dov'è abitavo fino a stamattina.

"Sì."

L'autista si ferma, e scendiamo. Prendo le chiavi e mi avvio a casa mia.

"Sei tornata?" domanda una signora.

"Sì. Ma solo per poco. Ho trovato lavoro." dico.

"Bene, sai che devi mandarmi i tuoi soldi se vuoi che badi casa tua." dice.

"Appena avrò il primo..." ma non finisco la frase.

"Scusi signora, da questo momento in poi. Rose non le darà più un soldo, perché da questo momento in poi lei non abiterà più qui e ho già provveduto a badare per la casa." Dice il conte.

"Lei chi è il suo protettore?" domanda.

Mi ha dato della puttana, davanti al mio futuro sposo. La odio, questa signora ha sempre fatto di tutto per togliermi casa mia.
"Sono il suo datore di lavoro. E non le permetto di trattare così una mia dipendente." le risponde a tono.

"Be ha sempre fatto la puttana, quindi che cosa cambia  se ora ha un datore." 

"Ermione smettila di dire cattiverie, cosa vuoi?"  dico arrabbiata,Alfredo mi guarda strano ho paura che l'accordo salti.

"Sai cosa voglio, anzi, la pretendo." 

"Non posso, è casa mia. L'unica cosa dei miei genitori."
"Allora racconterò ogni cosa di te." dice guardandomi male. 

"Signora Ermione. Chieda scusa alla futura contessa Medina." 

"Non capisco." dice.

"Rose sarà la nuova contessa e lei non può trattarla così. E se non smette di dire cavolate. Io raderò al suolo la sua proprietà e mezzo quartiere e ci faccio degli alberghi." dice Marco.

"Non può farlo." dice lei.

"Allora se ne vada, se vuole ancora la sua casa e quella di tutti i suoi vicini." dice.

Ermione se ne va e io apro la porta. Non so come comportarmi.

"Volevi venire da sola? Così quella tizia poteva ricattarti? Rose io non so nulla di te. Ma dimmi che non hai mai fatto quello che ha detto quella strega."
"Mai. Sono rimasta digiuna per giorni. Poi ho venduto l'ultimo ricordo di mia mamma. Ho provveduto a Lucien da sola."
"Ti credo." dice.

Passiamo a raccogliere le mie cose e cerco la piccola SAYA, ma non la trovo. Così inizio a chiamarla e scuotere il pacco con i croccantini. Viene correndo da dove si è nascosta. 

"Ciao Saya, vieni." la prendo in braccio.

Saya è un gattino  di tre mesi colore cappuccino, molto vivace e mangiona. 

Le apro il trasportino e prima che sparisce di  nuovo la metto dentro.

"Questo è il tuo gatto?" domanda Alfredo.

"Sì.  Lei è la nostra Saya. L' ho trovata un mese dopo che ho partorito. Il mio amico veterinario mi ha detto che aveva un mese e così l'ho adottata. Fortunatamente  Lucien non è allergico a lei."

"Sai che se ne andrà in calore tra tre mesi?" mi domanda.

"Ho provveduto anche a questo. Alan mi aspetta appena Saya fa cinque mesi e mezzo."
"Mmmm, quindi hai un amico veterinario." dice.

"Può sempre tornarmi utile." dico non badando a ciò che dico.

Raccolgo le altre cose, ma ad un tratto sentiamo un vetro spaccarsi, arrivo nel luogo dov'è è successo.

"Ma cosa cazzo?" sento dire ad Alfredo.

Mi avvicino e raccolgo una pietra avvolta da un foglio.

*Diremo ai giornalisti che hai un figlio.* scritto sul   foglio.

"Ma chi diavolo vuole farti del male?" domanda.

"Ti ho avvisato, il mio quartiere non è un quartiere buono."

"Lascia tutto qui, ti comprerò cosa ti serve per tuo figlio. Fammi solo fare una chiamata e casa tua avrà la vigilanza." dice.

Nemmeno mezz'ora arrivano due energumeni che prendono possesso di casa mia e  noi c'e ne andiamo. Lascio degli estranei a proteggere casa mia.

Oltre al gatto ho preso le foto dei miei e tutte le foto di Lucien.

"Spero che la sappiano proteggere." dico.

Quando torniamo alla tenuta, c'è già una culla per Lucien.

"Io non so come ringraziarti." sussurro.

"Il tuo ringraziamento dimostramelo stasera quando annunceremo al mondo che ti ho trovata." dice.

"Va bene. Ma come vedi non ho nulla con me." 

"Va nella tua camera. Lì troverai ogni cosa."

Quindi salgo nella mia camera, quando apro la porta dovrei trovare la cameriera con Lucien. Ma non ci sono nessuno dei due. Il panico entra nelle mie vene, inizio a cercarli nella camera. Non bado a niente. Poi esco nel corridoio e inizio a fermare ogni domestica.

"Avete visto un neonato e una cameriera?" domando.

Tutti negano e io inizio a piangere. Scendo le scale di fretta e corro nell'ufficio di Alfredo.

Nemmeno busso, sono sconvolta.

"Lu...Lucien è...è sparito." dico in lacrime.

Lui mi guarda e poi cerca di calmarmi.

Poi dice qualcosa e io non capisco nulla perché svengo.




Cercasi una moglie per il conteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora