Capitolo 13

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Rose.

Quando mi svegliai non ricordavo niente, sapevo che avevo dolori alle mani, nel ventre, nella schiena e nel cuoio capelluto. Ricordavo solo la visita dalla dottoressa, l'incontro a casa mia con Alfredo e il pianto di Lucien.

Avevo qualcosa in bocca che mi impediva di gridare, mi feci forza e una mano me la portai al ventre. La bambina. Mi agitai e il monitor che mi controllava le funzioni vitali iniziò a suonare forte. Una donna venne da me, dicendomi di stare calma.

Mi tolse il respiratore e iniziai a tossire e balbettare sulla bambina.

"Si calmi e il medico le spiegherà tutto." mi disse l'infermiera.

Annuì, ma ero ancora troppo agitata, dopo un paio di minuti.

"Salve signora, come si sente. Se non può parlare mi stringa le mani. Se sta bene stringa forte e se non sta bene stringa piano."
Ma cosa sta dicendo.

Presi le sue mani e le strinsi forte.

"Bene, suo marito tornerà più tardi." mi dice.

Marito? Ma che sta dicendo? Io non sono sposata.

"Il conte, sa già tutto ed è d'accordo."

Alfredo, ma perchè si spaccia per mio marito.

Piano con la mano indicai il mio ventre.

"State bene, ma i forti colpi e la paura le hanno fatto danno. La placenta è distaccata di molti millimetri e se non rimane a riposo e senza stress può perdere la bambina. Il conte ha già prenotato un intero reparto per lei per avere le migliori cure. Ora le dico la parte più difficile, lo so che lei ha già un figlio. Deve rimanere a letto per i prossimi quattro mesi. No signora, per favore non pianga e per il bene suo e della bambina." dice stringendomi la mano.

Quattro mesi a letto, quattro mesi senza Lucien, senza la mia casa. Da sola...

La bambina e per lei che lo faccio, posso farlo. Ma Lucien sarà da solo.

"Suo marito verrà presto e potete parlare da soli. Probabilmente le dirà le stesse cose." dice mi lascia la mano e se ne va.

L'infermiera mi aiuta a sistemarmi, ho la faccia gonfia la sento e piena di lividi.

"Riposi signora." dice lei e se ne va.

Appena chiudo gli occhi rivedo tutto nella mia mente.

Inizio a piangere, voleva ucciderci, se non fosse stato per Alfredo e i ragazzi saremmo morti tutti e tre. Ho paura che sia ancora libero e che può farmi del male.

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Ore dopo quando mi svegliai trovai Alfredo accanto a me, adesso potevo parlare, piano ma potevo parlare. Potevo muovere le mani, mi sentivo ancora dolorante e triste.

"Ehi." disse avvicinandosi.

"Vattene via, non guardarmi."
"Sei sempre bellissima, rimarrò qui con te."
"No. Non farlo io non sono niente per te."
"Tutti sanno che sei mia moglie. E poi porti n grembo mia figlia."
"Lo hai scoperto?"
"Non potevi tenere questa cosa ancora nascosta dopo quello che era successo."
"Non posso uscire da qui. Dov'è Lucien?"
"A casa mia, con Kevin, Brian e Tom." disse. Il mio cuore si alleggerì.

Sapevo che mio figlio era in buone mani.


"Mi terranno qui fino al parto."
"Sì. Ascolta so che è stressante, ma per favore non protestare."
"Io voglio solo il mio bambino e che la mia bambina stia bene."
"Starete tutti bene." disse.

"Lei che ha detto? "domandai, non volevo rovinare il suo matrimonio.


"Niente, ha solo urlato e poi se ne andata."
"Guarda le tue mani."dissi. Erano tutte bendate.

Cercasi una moglie per il conteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora