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Ore 6:45. Era un sabato mattina di maggio. Un raggio di sole attraversò la fessura che divide le ante dei balconi e colpì il volto di Bakugou. Agitando la mano, cercò di cacciarlo via, e con qualche lamento provò a convincere la luce a lasciarlo risposare ancora un po' per smaltire gli effetti dell'alcool bevuto la sera prima. Si girò da una parte e dall'altra, ma... niente, la luce non volle scomparire, è troppo accecante. Si alzò, rimanendo seduto sul letto con un tremendo mal di testa, provò a ricostruire la sua identità, che luogo fosse, quale secolo e, soprattutto, chi fosse la ragazza che giaceva accanto a lui. Poco importava, ne era abituato, come un rito ogni venerdì sera usciva per sbronzarsi e divertirsi.

L'alcool fa dimenticare momentaneamente il dolore, ma quando il suo effetto svanisce, la realtà torna a farsi sentire travolgente e sentenziosa.

Dopo aver raccattato i vestiti della 'bionda', la svegliò in malo modo, gettandole gli abiti in faccia "Sparisci!". Lei si svegliò e fissò per un attimo Bakugou, i grandi occhi neri di lei fecero tremare per un istante il suo cuore, ancora confusa rispose urlando parole che mancano di un nesso logico, ma volte a maledire il ragazzo biondo che la sera prima l'aveva tanto affascinata con il carattere tormentato e misterioso. Bakugou con tono acido la esortò: "Non so chi tu sia, ma se non mi ricordo di te, sei un essere insignificante!". Umiliata, uscì sbattendo la porta.

Silenzio.

Finalmente, se non fosse per quel fischio alle orecchie che Bakugou percepiva. Dopo aver acceso il cellulare, arrivò un messaggio dal Pikachu, l'amico che gli era stato accanto fin dall'infanzia "Allora com'era il pezzo di gnocca che ti sei fatto ieri?" "Non sono cazzi tuoi."

Bakugou non piaceva alla gente e la gente non piaceva a lui, voleva vivere isolato e invisibile, non aveva bisogno di amici, perché averne è una debolezza, era perfettamente in grado di badare a se stesso, inoltre assumersi i problemi degli altri è una rottura, lui non ne voleva.

Dopo aver chiuso con del nastro isolante la maledetta fessura che permetteva alla luce di passare, si rituffò nel suo letto, talmente soffice che sembra avvolgerlo e cullarlo, nell'esatto istante in cui la testa toccò il cuscino, ricadde in un sonno profondo.

Si svegliò che ormai era pomeriggio inoltrato, aprì le finestre, voltandosi vide quanto in disordine fosse l'appartamento in cui viveva, prese una cesta e iniziò a raccogliere i vestiti sporchi disseminati nel pavimento per portarli in lavanderia, prese anche la divisa dell'università.

Frequentava il corso di metalmeccanica iniziato da un mese, non che l'idea lo entusiasmasse, ma tra tutti i corsi era quello che lo ispirava maggiormente.

La lavanderia era a due isolati di distanza, quindi ci andò a piedi. Dopo aver fatto partire la lavatrice, si accomodò nel bar di fronte per fare colazione con cappuccino e brioches, i postumi della sbronza erano quasi completamente spariti, prese un giornale e si accorse che parlavano di un suo capolavoro "Membro di una banda di criminali cambia identità e sparisce nel nulla". Era quello il suo lavoro, creare delle nuove identità, ed era particolarmente bravo, lavorava per Kurogiri, il portale più famoso all'interno del Dark Web. Per intenderci, il Dark Web è una sorta di Amazon illegale, in cui vengono gestite le 'compra-vendite' di armi, droga, macchine, umani, ecc. Bakugou grazie alla sua intelligenza e al suo acume, era sempre riuscito a soddisfare al massimo i capi, inoltre era l'unico lavoro ben retribuito e che non richiedeva il contatto con altri esseri umani. Aveva provato a lavorare come cameriere e come barista, ma finiva sempre per fare a botte con qualche cliente. O forse, creare delle persone, per quanto immaginarie, gli dava la possibilità di proiettare in esse sogni e desideri. Poter creare un mondo suo, in cui tutto funzionava bene. Rimase leggermente scocciato dal fatto che la sua notizia fosse stata messa solo in 5 pagina e non in prima.

Finito il caffè, rientrò in lavanderia e davanti a lui trovò un ragazzo intento a infilare i panni nella lavatrice sopra la sua, dovevano avere all'incirca la stessa età. Appena sentì la campanella che annuncia l'ingresso di un altro cliente, lo sconosciuto si voltò verso Bakugou.

Bakugou venne subito colpito dai dolci tratti del viso, aveva i capelli rosso rubino legati con una bandana bianca, gli occhi neri come l'oblio, leggermente luccicanti, come un cielo stellato, erano talmente cristallini che ci si poteva specchiare, le labbra erano candide le mani delicate, vestiva con una maglietta a maniche corte bianca con lo scollo a V, dei jeans neri e delle All Star rosse.

"Mi scusi, deve prendere i suoi panni da questa lavatrice? Ho quasi finito, accendo la lavatrice e tolgo il disturbo". La sua voce era giovanile, gioiosa quasi come quella di un bambino, lasciava trasparire un senso di felicità di cui Bakugou non voleva esserne investito e tanto meno esserne partecipe "Muoviti che non ho tutta la giornata da perdere", distolse lo sguardo imbronciato e fece spallucce, aspettando in silenzio. Il ragazzo con gli occhi neri come l'oblio, rimase leggermente interdetto, abbassò lo sguardo e cercò di affrettarsi a finire, per poi dileguarsi e mettersi su una sedia a leggere Naruto aspettando che la lavatrice finisse. 

KiriBaku : "Nero come la notte, rosso come il fuoco".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora