Il punto era che...
Harry era in piedi, al di là del tavolo della cucina, con un coltello da macellaio in una mano e uno dei suoi vetrini incriminanti nell'altra. Gli altri coltelli di Louis erano riposti ancora nella sua custodia nera, srotolata e distesa sulla superficie del tavolo come per esposizione, mentre la cassetta con dentro i vetrini era proprio lì accanto, silenziosa e accusatoria.
Louis rimase impietrito sulla soglia, lo sguardo incatenato a quello dell'altro, il sangue praticamente fermo nelle sue vene mentre Harry stava lì, immobile, continuando a fissarlo senza dire una singola parola. Era... Dio, era terrorizzato. Guardarlo fu come sentire un vaso di cristallo andare in mille pezzi, riempiendo il silenzio che aleggiò tra loro per un lasso di tempo inquietantemente lungo.
<<Haz>> disse Louis con voce strozzata, stringendo i pugni lungo i fianchi mentre la sua mente correva febbrile da una scusa all'altra senza trovarne una che fosse plausibile. Avrebbe potuto spiegare i coltelli con qualche strano hobby, magari con la semplice voglia di collezionarli o con la falegnameria, ma uniti ai vetrini erano lampanti come un faro nella notte. E il riccio era troppo intelligente per credere che del sangue senza nome, non catalogato, nascosto dietro un vecchio condizionatore, potesse avere a che fare con qualcosa di legale e autorizzato dal suo dipartimento. Era la fine.
<<Harry, io->>
<<Il condizionatore era rotto e io ho- ho pensato di ripararlo, sono bravo con queste cose>> lo interruppe Harry con voce piatta e vuota, lo sguardo fisso su di lui ma improvvisamente sfocato, come se fosse intorpidito, incapace di metabolizzare la gravità di ciò che aveva scoperto. <<Volevo fare una cosa carina, per te.>>
<<Haz>> sussurrò il liscio con voce supplichevole ed esasperata, ma senza avere il coraggio di muovere un muscolo.
Se le cose si dovessero mettere male dovrai ucciderlo, lo sai vero?
<<E allora l'ho smontato, e ci ho trovato dentro questi>> disse Harry, alzando la mano con cui teneva uno dei campioni di sangue per poi abbassarla lentamente e riportarsela vicino al fianco, quasi fiacca e molle. <<Mi è sembrato strano, ma all'inizio non ho capito. Stavo- stavo per lasciar perdere. Ma poi ho pensato di indossare una tua maglietta, perché tu lo fai sempre, Lou, metti sempre le mie magliette la mattina ed è bello guardarti e allora ho aperto il tuo armadio.>>
...e ha scoperto il nostro baule dei giocattoli.
<<Non è come pensi>> disse Louis, alzando le mani di fronte a sé e facendo un passo verso l'altro, che sgranò gli occhi come se soltanto in quel momento tutto fosse chiaro, come se quel singolo passo lo avesse riportato alla realtà.
Era stato così stupido. A lasciare Harry nel suo appartamento senza preoccuparsi di niente, senza nascondere meglio i suoi segreti. Stupido e ingenuo e noncurante e adesso qualcuno ne avrebbe pagato le conseguenze. Stupido.
<<Non ti avvicinare>> quasi sibilò Harry, alzando il coltello e puntandoglielo contro. Stava tremando. <<Non ti avvicinare, Louis, sta lontano!>>
<<Va bene, ma tu- non avere paura, Haz>> gli disse Louis, rimanendo sul posto. C'erano solo qualche passo e il tavolo a dividerli, ma gli sembrarono miglia. Gli sembrò di avere davanti ancora una volta il ragazzo fragile e impaurito che non si fidava di lui, ed era solo perché Harry aveva capito, in quel momento, di aver sbagliato a farlo. Chissà quanto doveva far male, si chiese Louis. Chissà quanto era profonda la ferita che aveva appena creato, più di tutte le singole cicatrici che Harry aveva sul corpo messe insieme.
STAI LEGGENDO
Amore e Oscurità
FanfictionLouis è un serial killer. Di giorno lavora come ematologo nella Squadra Omicidi di Miami; di notte uccide altri assassini per rispettare il codice di comportamento impostogli da suo padre per il suo bene. Ma quando incontra Harry, testimone chiave i...