Ventesimo

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Louis fece una pausa, per permettere al riccio di assimilare tutto ciò che aveva sentito e fare qualche domanda se ne aveva voglia, ma Harry rimase in silenzio a guardarlo. Aveva l'espressione attenta, genuinamente interessata, ma non traspariva nessun'altra emozione se non quella, come se tutto fosse sospeso in attesa che il racconto finisse. Lo fece sentire leggermente sotto giudizio, ma in un modo quasi piacevole.

<<Lui... cioè, io lo considero un lui... mi parla sempre. So sempre cosa pensa, e cosa vuole, ma non- non è come se mi controllasse, non decide quello che faccio. Sono perfettamente cosciente e padrone delle mie azioni, voglio che tu lo sappia. Il che è un bene, perché fosse per lui ucciderei, uhm, praticamente sempre.>>

Eh si.

Louis fece uno sbuffo, un accenno di risata, per quanto potesse sembrare inopportuno in quel momento; ma Harry non si scompose di fronte a quella lieve punta di sarcasmo. Rimase a contemplarlo ancora, il pollice che distrattamente accarezzava le nocche del castano, così lui decise di continuare.

<<Hai chiesto com'è stato farlo per la prima volta. Io... non credo di poterlo spiegare in un modo che non sembri spregevole, o totalmente folle, perché è così, lo so che lo è. Ma è stato- è stato come se tutto di colpo fosse diverso, più chiaro e nitido. E' ciò che sono, per quanto sia orribile. E dopo non volevo fare altro che uccidere, ancora e ancora e ancora, ma mio padre lo ha scoperto e mi ha... educato, diciamo. Era l'unica cosa che poteva fare, a parte farmi rinchiudere. Ha fatto il meglio che ha potuto con me.>>

Calò il silenzio, tranne che per le imperterrite onde del mare. Non c'era molto altro da dire, in fondo. Era tutto lì. Certo, avrebbe potuto spiegare cosa si provasse ad uccidere un essere umano, perché quello aveva un sapore tutto diverso, ma paradossalmente quella prima volta era la cosa più intima e personale che custodisse dentro di sé, e l'aveva tirata fuori. Harry aveva il potere di farlo a brandelli, quel segreto, come Mr Sheeran aveva fatto con quella rivista tanti anni prima e come Louis faceva con ogni singola vittima sulla quale posava gli occhi per poi gettare ognuno di quei pezzi nell'oceano.

<<Dì qualcosa, ti prego>> supplicò, stringendo la mano di Harry. <<Anche che mi disprezzi, che sono un mostro, ma ti prego dì qualcosa.>>
<<Mi dispiace>> fu quello che disse il riccio, l'ultima cosa che Louis si sarebbe aspettato.
<<Come?>> disse, sbattendo le palpebre. Harry strinse più forte la sua mano e lo fissò.
<<Mi dispiace>> ripetè con enfasi. <<Eri solo un bambino quando è morta, nessuno dovrebbe mai subire una cosa del genere.>>
<<Non lo ricordo nemmeno, Haz. Non- non ricordo le sue urla, né il sangue, so solo che ero lì e che mi ha cambiato. Non è una giustificazione.>>
<<Lo so. Ma mi dispiace. Forse nessuno te l'ha mai detto nel modo in cui lo intendo io. Mi dispiace che tu abbia dovuto vederlo. Mi dispiace che tu sia... così.>>
A Louis non sfuggì il modo in cui Harry lottò internamente per non dire qualcosa che si avvicinasse al termine assassino, o mostro, accontentandosi infine di quella parola. <<Mi dispiace per tutte le vite che hai tolto, e per quelle che toglierai, perché- perché ho paura che ognuna di loro si porterà via un pezzo della tua anima.>>

Louis accennò una risata ironica, inspirando.

<<Non credo di averne una, Haz>> disse in tono amaro.
Il riccio alzò la mano libera e gli avvolse il viso, e fu così sconvolgente e inaspettato che Louis rischiò quasi di cadere all'indietro. Era molto raro che fosse lui ad essere rassicurato così, non era abituato. Non era abituato a ricevere sguardi dolci e comprensivi, carichi di calore.
<<Tutti hanno un'anima>> disse semplicemente Harry, il tono quasi di ammonimento come se parlasse ad un bambino. <<Se non l'avessi avuta, non avrei potuto innamorarmi di te.>>

Louis trattenne il respiro, spalancando gli occhi e ritraendosi lievemente, le parole che riecheggiavano nella sua mente e tutto intorno a loro insieme allo scrosciare della spuma di mare.

<<Haz, io->>

<<Non devi dire niente, lo so che è presto>> lo interruppe il riccio, spostando la mano per premere l'indice contro le sue labbra. Sembrava così placido e tranquillo, era bellissimo. <<Volevo solo che lo sapessi.>>

Ma quando Harry rimosse il dito, coprendo le loro mani unite con quella libera, Louis non potè fare a meno di dire: <<Io non so se potrò mai farlo, Haz.>>

Harry lo fissò interdetto, sorpreso dalle sue parole, e il castano si chiese come fosse possibile che avesse così tanta fiducia in lui, così tanta convinzione nel credere che avesse un'anima, che meritasse qualcosa al di là del sangue e del buio con i quali aveva decorato la sua vita come fossero quadri su un muro spoglio. Lui non meritava l'amore, e non lo meritava così profondamente da sentirsi incapace persino di provarlo.

<<Perché?>>
<<Perché amare... Haz, amare è un dono. E io... io non lo merito.>>
<<Oggi ti ho lasciato uccidere una persona. Ti ho chiesto di farlo. Vuol dire che neanche io lo merito?>>
<<No, tu- Haz, tu meriti tutto>> si lasciò scappare Louis, arrossendo lievemente. Harry lo fissò con intensità a quella frase, ma continuò il suo discorso incalzante.
<<Lou, non si tratta di meritare. Tu meritavi di vedere tua madre morire? Io meritavo di- di essere violentato come se non contassi niente?>>

Era la prima volta che diceva quella parola ad alta voce. Louis lo fissò quasi sconvolto, ma prima che potesse dire qualcosa il riccio riprese: <<E le persone che hai ucciso fino ad ora, lo meritavano? Forse sì, ma lo hai deciso tu. Così come un uomo ha deciso di uccidere tua madre, e loro hanno deciso di farmi del male. Se tu... se decidi di poter amare, puoi farlo.>>
<<Tu- tu lo pensi davvero?>> disse Louis, rendendosi improvvisamente conto di avere la gola secca e uno strano bruciore agli occhi, e oh, dio, stava per piangere?! Prima ancora di poterlo anche solo pensare, ricacciò indietro le lacrime con tutta la forza di volontà che aveva.

<<Sì>> rispose Harry con enfasi. Il castano non seppe se credergli o meno, ma non glielo disse. Lasciò che l'altro sorridesse, che scivolasse di qualche centimetro verso di lui lungo il bordo e che lo baciasse, lento e languido come le onde del mare.

Perché in fondo, Louis non meritava neanche Harry. Ma lo aveva comunque.













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Ma buonasera!
Anche se tardi, oggi ho aggiornato. Ma come si dice: meglio tardi che mai, no?
Vi ricordo che il prossimo capitolo spunterà giovedí come deciso. Detto questo, vi auguro buon proseguimento! ♥️

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