Ventinovesimo

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<<Chi non muore si rivede>> disse Stan, vedendo spuntare Louis dall'ascensore la mattina seguente.

Purtroppo.

Louis gli scoccò un'occhiata, tanto per fargli capire che aveva sentito, e continuò dritto per la sua strada con l'intento di attraversare il distretto fino a raggiungere il suo ufficio.

<<Com'è andato il weekend romantico?>> incalzò Stan, deciso a non lasciarlo andare così facilmente.

Ricordami perché non possiamo ucciderlo.

Louis cercò di stilare velocemente una lista di buone motivazioni, tanto per cominciare il fatto che essendo suo collega sarebbe stato poco prudente, ma davvero, con l'umore che aveva sembravano tutte ragioni facilmente superabili. Aveva dormito pochissimo, girandosi e rigirandosi continuamente nel letto sia per l'ansia, provocata dall'attesa in seguito alla conversazione con Harry, sia per l'astinenza, che non faceva altro che renderlo irritabile e con i nervi a fior di pelle.

<<Ed è affar tuo perché...?>> rispose sarcasticamente, alzando un sopracciglio. Stan fece uno sbuffo, spostando la scatola di pratiche che sorreggeva da un braccio all'altro.

<<Tutto è affar mio>> rispose, l'angolo delle labbra verso l'alto in quel modo terribilmente irritante che, nelle sue attuali condizioni, fece venire voglia a Louis di afferrare il primo tagliacarte che gli fosse capitato sott'occhio. <<Immagino vi siate divertiti un mondo.>>

Vuoi una dimostrazione pratica?

L'Oscuro Passeggero sembrava odiare particolarmente Stan, e Louis non riusciva a dargli torto, specialmente in quel momento.

<<Infatti>> rispose semplicemente, stampandosi in faccia un sorriso che sperò apparisse altrettanto irritante, ma che forse sembrava solo irritato. <<Invidioso?>>

<<Sì, ma non di te>> disse Stan, e di colpo si fece più vicino, invadendo improvvisamente il suo spazio personale fino a che i loro fianchi quasi non si toccarono. Si inclinò leggermente verso di lui, avvicinando le labbra al suo orecchio, e sussurrò con voce roca e più calda del normale: <<Di lui.>>

Louis deglutì e si ritrasse, lanciandogli un'occhiataccia, e senza dire altro si sistemò la tracolla in spalla e continuò a camminare verso il suo ufficio prima che una voce terribilmente alta proveniente dalla sua destra catturasse la sua attenzione.

<<...come sarebbe a dire Non si fa vivo da giorni?! E' questo tutto ciò che mi sa dire? Sì? Beh, fossi in lei mi metterei a cercarlo invece di continuare a blaterare scuse del cazzo! Arrivederci!>>
Eleanor sbattè la cornetta sulla scrivania, generando un suono netto e secco che quasi rimbombò per tutto il distretto al di sopra del suo imperterrito chiacchiericcio, del rumore di fogli spostati e sedie trascinate sui pavimenti, porte che si aprivano e si chiudevano, ordini gridati a destra e a manca. Appoggiò le mani al bordo della sua scrivania, chiudendo gli occhi ed inspirando.

Louis rimase fermo a guardarla, aspettando che riprendesse a parlare per sfogarsi: il più delle volte, non c'era neanche bisogno di chiederle cosa non andasse. Eleanor infatti alzò lo sguardo e lo fissò, facendo un cenno stizzito con il capo quando lui la fissò di rimando senza parlare.

<<Ero finalmente riuscita a farmi dare l'autorizzazione per un interrogatorio incrociato con tutti quei sospettati, e non riesco più a trovarne nessuno! Saranno alle Maldive a quest'ora, cazzo, lo sapevo che sarebbe finita così!>>

Beh, forse qualche pezzo sarà finito alle Maldive, chissà.

Louis strinse i pugni per costringersi a non ridere, ringraziando quelle sporadiche note di sarcasmo che riuscivano almeno a distrarlo dalla perenne sensazione di nervosismo che sembrava averlo avvolto come una seconda pelle, una membrana che non faceva altro che agitarsi e stuzzicarlo per farlo scattare ad ogni minimo stimolo del mondo esterno. Un tizio che non aveva rispettato la precedenza mentre guidava per andare a lavoro, l'ascensore che era stato chiamato al quinto piano prima che lui potesse selezionare il suo, Stan e il suo insostenibile flirtare.

<<Quindi pensi che abbiano tagliato la corda?>> domandò alla ragazza, mantenendo il tono neutro seppur con un vago accenno di interesse. Eleanor alzò le braccia al cielo, esasperata.
<<Beh, mi sembra ovvio! Come se non ci fossero già abbastanza latitanti in questa dannata città!>>

I "latitanti", ovviamente, erano tutti quegli assassini o stupratori che Louis aveva fatto scomparire nel nulla e che quindi venivano dati per fuggitivi. La lista a quanto pareva si era appena allungata, e Louis non potè che essere fiero di se stesso in quel momento. Prima che ciò gli ricordasse quanto tempo era passato dall'ultima volta.

Amore e OscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora