Ventottesimo

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Buona festa dell'Immacolata bellezze! ♥️
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Dopo aver fatto ritorno a Miami ed essersi liberati di Nick nell'oceano - grazie al cielo Louis aveva un doppio fondo nel bagagliaio per nascondere i sacchi durante il tragitto - la vita di Louis e Harry riprese a fare il suo corso... come prima. Esattamente come prima.

I giorni iniziarono a susseguirsi l'uno dopo l'altro, e l'argomento non venne più tirato fuori, da nessuno dei due. Era come se fossero tornati indietro, a quando Harry non sapeva niente, con la differenza che il loro rapporto era diventato più dolce, più intenso, e il sesso non era più soltanto sesso.

Louis aveva un pensiero, una frase che gli rimbombava nella testa, e non sapeva se fosse la sua testa o l'opinione dell'Oscuro Passeggero che si era intrecciata così inesorabilmente alla sua da fargli credere di essere lui a pensarla.

E adesso?

-.-.-.-.

Stavano mangiando cinese, seduti a gambe incrociate dietro il tavolino da caffè del salotto di Louis fingendo di prestare attenzione ad un programma in TV. Harry stava parlando di qualcosa, forse un cliente incontentabile che lo aveva trattenuto per tre ore al negozio in cerca di un disco fuori commercio da anni, di una band di cui Louis aveva dimenticato il nome. Le parole di Harry si stavano fondendo l'una all'altra in un mormorio di sottofondo, e il castano poteva quasi sentire la sua vista farsi più sfocata a mano a mano che il tempo passava, la sua mente vagare da tutt'altra parte mentre trangugiava noodles con aria totalmente assente.

Erano i primi segni dell'astinenza. Erano passati quasi dieci giorni e non aveva ucciso più nessuno, neanche programmato di farlo. Non sempre riusciva ad uccidere qualcuno in quell'arco di tempo, ma almeno era all'opera, almeno aveva una caccia in corso a tenere la sua mente occupata e la sua smania di uccidere sedata in attesa di colpire. Era in un limbo, e il primo sintomo era solitamente il calo di attenzione. Qualche altro giorno e sarebbe diventato intrattabile.

In più, c'era il fatto che non aveva più ucciso perché aspettava Harry. Aspettava che gli dicesse qualcosa, che gli chiedesse A quando il prossimo?, ma non l'aveva fatto e Louis aveva il tragico presentimento che non ne avesse la minima intenzione. Era... era tutto lì? Finito? si era vendicato e nient'altro aveva importanza?

<<...alla fine si è convinto e se n'è andato sbattendo la porta, ti rendi conto?>>

Louis sbattè le palpebre e scosse la testa, tornando improvvisamente alla realtà. Oh, già, Harry stava parlando.

<<Lou? Tutto bene?>> chiese il riccio, posando le sue bacchette dentro il contenitore di cartone bianco sopra il tavolino che avevano davanti. Ruotò leggermente con il corpo, per appoggiare un gomito al bordo del divano e osservarlo.

<<No>> rispose Louis, imitando i suoi movimenti. Harry ritrasse leggermente la testa e lo fissò con una sorta di sguardo sorpreso, ma il castano pensò di saper riconoscere ormai quando Harry sapeva già cosa lui stava pensando, ed era così, lo sapeva. <<Sono- sono passati dieci giorni, Haz. Io- io ne ho bisogno.>>

Deglutì a vuoto, la gola secca e quasi bruciante. Perché di colpo era così imbarazzante? Gli sembrò che avessero fatto trenta passi indietro.

<<Lo so>> rispose con voce calma e pacata Harry, il tono di leggera compassione, quasi di scuse. Louis strinse i pugni, preparandosi al peggio. Al momento in cui il riccio gli avrebbe detto che era stato bello, davvero, una perversa avventura che avrebbe ricordato roteando gli occhi quando avrebbe trovato una persona normale e stabile con cui stare. Una sorta di breve viaggio tra i suoi istinti più nascosti, un'esperienza da sigillare in un barattolo e mettere da parte nel dimenticatoio della sua vita. Si schiarì la voce, e quando parlò fu un sussurro, e si sentì così fragile nel dirlo.

Amore e OscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora