十九 Ma tu ce l'hai il gatto?

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Il suono rintronante della campanella si insinuò velocemente nelle orecchie degli studenti facendoli grugnire e piagnucolare disperatamente volendo ritardare il più possibile l'entrata in quella gabbia infernale –come si divertivano a definirla i ...

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Il suono rintronante della campanella si insinuò velocemente nelle orecchie degli studenti facendoli grugnire e piagnucolare disperatamente volendo ritardare il più possibile l'entrata in quella gabbia infernale –come si divertivano a definirla i liceali-. Choonyee e Nari si scambiarono uno sguardo stanco e disperato volendo anche loro rimanere ancora un po' lì fuori a parlare, soprattutto perché quel giorno avevano educazione fisica. «Non sono psicologicamente pronta ad un'ora di motoria. Alla prima ora di sabato!» esclamò quasi indignata la ragazza da poco non più occhialuta.

Nari ridacchiò lievemente guardando l'amica e si infilò le mani nelle tasche facendo una smorfia cercando di trattenere un colpo di tosse. «Lo dici ogni sabato mattina, Choo» sospirò tossendo subito dopo e alzando gli occhi al cielo. Quella tosse sembrava proprio non volerla lasciare in pace, oltretutto quella mattina si era svegliata con un forte mal di pancia ma aveva deciso comunque di andare a scuola. Le sarebbe passato in giornata.

La più piccola si corrucciò sentendola tossire ancora. Era passato molto dalla prima volta che si era raffreddata e le sembrava strano che la tosse fosse tornata e forse anche peggiorata. Non voleva allarmarsi per una semplice e stupida tosse ma sapendo cosa la sua migliore amica aveva passato un anno prima era plausibile la sua lieve preoccupazione. «Stai prendendo qualcosa per la tosse?» domandò arricciando il naso ed ignorando completamente la frase precedente pronunciata dalla ragazza mezza tinta.

Nari sospirò annuendo esausta. «Sì, mi stanno obbligando a prendere l'antibiotico. Qualche giorno lo vomito per quanto fa schifo» fece una smorfia ricordandosi il sapore e l'odore vomitevole di quel medicinale che fin da piccola detestava.

«Non sembra star facendo effetto» constatò Choonyee guardando attentamente la sua amica. Nari era pallida di suo ma un occhio più attento poteva notare che il suo pallore era leggermente aumentato.

«È solo una stupida tosse, sto bene» rispose acidamente l'altra entrando in fretta nell'edificio dirigendosi a passo svelto verso la loro classe.

Choonyee rimase ancora davanti alle grandi porte d'ingresso con le labbra separate, sorpresa dal comportamento della sua migliore amica. Mai in tutti quegli anni le si era rivolta in quel modo. Strinse i pugni lungo i fianchi e la raggiunse in un batter d'occhio facendo svolazzare involontariamente la gonna della divisa. Buttò a terra lo zaino e guardò con sguardo assottigliato Nari seduta tranquillamente sulla sua sedia. La osservò attentamente prima di parlare: il suo volto magro era decisamente più stanco e la luminosità che le caratterizzava gli occhi sembrava essersi polverizzata per lasciar spazio al nulla. E fu quello che fece rabbrividire Choonyee: aveva visto ben poche volte quello sguardo negli occhi della sua migliore amica. Si riscosse dai suoi pensieri e si sedette accanto a lei. «Cosa ti è preso?» domandò con calma volendo provare a capire cosa gironzolava nella testolina contorta di Nari.

Quest'ultima scrollò le spalle non curante e si girò a guardarla negli occhi, con quell'espressione priva di ogni cosa e dannatamente spaventosa. «Nulla, sono solo un po' troppo stanca, scusami. Questa notte il mal di pancia non mi ha fatto dormire. Ma sto bene, deve essere una brutta influenza» la sua voce era fredda, inespressiva. Proprio per questo Choonyee faticò a crederle. Ma sapeva anche che insistere con Nari non portava a nulla, se voleva le cose le diceva di sua spontanea volontà. Sperava solo che fosse tutto okay e che prima o poi si sarebbe aperta con lei riguardo a ciò che la turbava, come aveva sempre fatto.

It's Written In The Stars| Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora