十一 Chi Verrebbe Qui Alle Sette Di Mattina?

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La pioggia batteva fine e leggera sull'asfalto delle strade e sui tetti delle case, quasi non sembrava che stesse piovendo

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La pioggia batteva fine e leggera sull'asfalto delle strade e sui tetti delle case, quasi non sembrava che stesse piovendo. Nessuno aveva portato un ombrello e molti si godevano quel delicato tocco sulla pelle mentre giravano a piedi per le affollate strade di Busan. Nei cuori di molti quella pioggerella aveva portato felicità sia a chi non piaceva particolarmente sia a chi l'amava. Ma vi erano persone che si erano svegliate dal lato sbagliato del letto quella mattina di marzo e detestavano anche una pioggia che quasi era invisibile.

Kal Younjung era proprio tra quelle persone. Sopracciglia aggrottate, occhi rossi e lucidi per la mancanza di sonno, capelli neri raccolti in una coda che di ordinato non aveva nulla e labbra contorte in una smorfia perenne caratterizzavano la ventiquattrenne quella mattina.

«Ti è passato sopra un tir?» fu il delicato commento del suo migliore amico dietro al bancone occupato a lucidare dei bicchieri. Younjung si trascinò fino al bancone del Daydream e si buttò sullo sgabello posando la testa sul bancone con una forza tale che il ragazzo ebbe paura che si fosse spaccata la testa.

Dopo un sommesso «Ahi» si riuscì a sentire un velatissimo: «Stai zitto puttanella e fammi un caffè nero, senza zucchero». Il ragazzo rise inarcando le sopracciglia e lasciando il bicchiere pulito per prepararle il caffè da lei richiesto.

«Siamo in vena di insulti oggi a quanto vedo. Notte in bianco per l'università?» domandò a seguito da un lieve sospiro che uscì dai suoi boccioli carnosi. Younjung emise un verso incomprensibile che il giovane barista interpretò come una risposta positiva. «I vantaggi di avere solo il diploma» sospirò lui ridacchiando, ma la sua migliore amica non era in vena di risate quel giorno.

Gli lanciò un'occhiata poco gentile alzando finalmente la testa dal bancone. «E finire a fare il barista in un buco come questo? Che vantaggio» borbottò sarcastica prendendo la tazzina di caffè fumante e soffiandoci sopra.

«Hey il Daydream è un posto carino, anche se piccolo. La paga fa schifo ma è meglio di niente» rispose offeso il ragazzo dai capelli biondo scuro andando a sedersi accanto a Younjung. Si sarebbe voluto laureare in una di quelle prestigiose scuole di musica, era sempre stata la sua passione da quando era piccolo. Purtroppo non proveniva da una famiglia con genitori entrambi con un buon lavoro stabile: suo padre era un operaio e sua madre se era fortunata lavorava solamente tre mesi in estate in qualche hotel. I costi universitari erano alti e lo studio per diventare musicista erano molto impegnativi, per cui per non pesare troppo ai suoi genitori aveva preferito mettere da parte il suo sogno e lavorare in un piccolissimo bar come quello. Avrebbe lasciato l'opportunità di laurearsi ad uno dei suoi fratelli e sorelle minori, voleva vedere almeno loro con un futuro davanti ai suoi occhi.

«Tempo fa mi hai detto che era a rischio di chiusura» mormorò Younjung con un tono di voce più pacato di prima. Si passò una mano sul viso e sbadigliò controllando l'orario sul cellulare: mezz'ora e sarebbe dovuta andare a lezione. Aveva una presentazione da portare e ci aveva speso tutta la notte per perfezionarla: l'insegnante doveva chiamarla.

It's Written In The Stars| Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora