二 Tè Verde

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Apparentemente quel condominio vicino al mare era tranquillo: si sentiva solo il rumore delle auto che passavano di lì e le urla dei passanti

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Apparentemente quel condominio vicino al mare era tranquillo: si sentiva solo il rumore delle auto che passavano di lì e le urla dei passanti. Per le scale c'era un silenzio tombale e quasi sembrava che quel condominio fosse disabitato. Fino a quando non si sarebbe raggiunto il quinto piano, precisamente fuori dall'appartamento abitato dai Jeon. Ormai li conoscevano in tutto il condominio solo per i continui rumori che si udivano fuori da quella porta. E non vi era giorno in cui in quel piccolo appartamento ci fosse totale calma. No, non era un piccolo manicomio ma ci andavano molto vicino a volte. Per non parlare poi quando anche i genitori tornavano bambini insieme a loro e gli davano corda facendo esplodere una bomba atomica di urla e risate in quelle quattro mura.

«Non muoverti!» lo schernì sua sorella minore facendo qualche passo indietro e squadrandolo da capo a piedi. Chiuse un occhio stendendo il braccio con il pollice alzato e tirando fuori la lingua al lato della bocca. Sorrise non appena finì di prendere le misure ma Jungkook si pietrificò davanti a quel sorriso: non era il solito sorriso che faceva quando era felice, no. Quello era il sorriso inquietante che faceva quando nella sua testolina da sedicenne frullava qualcosa di inappropriato. Il maggiore non ebbe neanche il tempo di riflettere e protestare che vide la sua sorellina correre verso di lui dandogli un pugno allo stomaco. Jungkook spalancò gli occhi gemendo dal dolore e portandosi una mano alla pancia guardando male la ragazzina.

«Tu sei il diavolo in persona!» esclamò incenerendola con lo sguardo. La ragazzina sorrise portando le mani dietro la schiena e fingendosi innocente, come se non avesse appena dato un pugno a suo fratello togliendogli il fiato.

«Hey, devo pur sempre allenarmi! Domani ho un'altra lezione e devo migliorare. Anche se il sensei dice che sono già la più brava nel dojo» si vantò spostandosi i capelli neri e azzurri dalle spalle. Aveva faticato molto per convincere i suoi genitori a farsi tingere solo le punte dei capelli, ma alla fine avevano ceduto. Stava attraversando quella fase adolescenziale ribelle nella quale si vorrebbe essere più grandi e sentirsi indipendenti.

«Ti ho comprato un sacco da boxe per questo. Non sono io il tuo pupazzo da strapazzo» sbuffò e con uno scatto si abbassò afferrando la sorella per le gambe caricandola in spalla ignorando le sue proteste e i suoi pugni che, seppur facevano abbastanza male, non fecero cedere Jungkook. Dopo tutti quegli anni passati a conoscere la sorellina aveva imparato a non cedere. Jeon Nari era timida e molto tranquilla il più delle volte, ma con suo fratello scatenava la tigre che era in lei.

«Tu ti diverti sempre a bullizzarmi, anche io ho il diritto di picchiarti!» rispose Nari indispettita agitando le gambe cercando di colpire il bel visino di suo fratello ma fallendo miseramente. Sbuffò non arrendendosi e fece un sorrisetto allungando le braccia iniziando a dargli pizzicotti ai fianchi. «Mi lasci?».

Jungkook fece una smorfia di dolore guardandola male e dandole un pizzicotto a sua volta su un fianco ricevendone uno più forte. Passavano così le giornate i due fratelli. Non litigavano mai, anzi andavano piuttosto d'accordo a differenza di molti fratelli. Amavano prendersi in giro, stuzzicarsi e sì spesso anche picchiarsi. Per fortuna ancora nessuno dei due ne era uscito con un occhio nero. «Mi domando cosa penserebbe il ragazzo che ti piace se ti vedesse così violenta contro il tuo fratellone» borbottò lasciandola a terra.

It's Written In The Stars| Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora