Capitolo 8

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Narratore
La situazione ad Avonlea durante l'assenza di Gilbert, stava notevolmente cambiando.
A GreenGables erano arrivati due pensionanti, che sembravano così innocenti e gentili, che ammaliarono Marilla e Anne con le loro storielle. Dissero che ad Avonlea c'era l'oro, e la notizia ovviamente fece subito scalpore tra tutti gli abitanti dell'isola. Trovare dell'oro in quella piccola comunità sarebbe stato un aiuto enorme per tutti, e si fidarono dei pensionanti, non sapendo che essi avevano ben altro da nascondere.

Appena Anne seppe la notizia, precipitosa come era, scrisse subito una lettera a Gilbert. Lo voleva fare da tanto tempo, ma non aveva un motivo logico per compiere quest'azione che la spaventava tanto. Visto che lo aveva trovato, non perse tempo e si mise subito a scrivere.

"Caro Gilbert...."

Quando Gilbert la lesse, pensò che Anne non era il referente migliore di Avonlea, visto il suo essere così precipitosa su tutto. Non ci diede molto peso, ma comunque ci tenne a risponderle.
Beh, lo avrebbe fatto in ogni caso. Le scrisse che non sarebbe tornato ad Avonlea, almeno per il momento.

Passarono i giorni, la lettera ad Anne arrivò 3 settimane dopo che Gilbert la spedì, e nel frattempo lui e Bash avevano deciso di tornare sull'Isola del Principe Edoardo.
Sebastian sarebbe rimasto a vivere a casa del suo nuovo amico, anche perché al corvino non piaceva molto l'idea di vivere da solo, dal momento che il padre ormai non c'era più.

Non vedeva l'ora di tornare a casa dalla sua Anne. Certo, non era ancora Sua... cosa ci poteva fare, non voleva dichiararsi, ad Anne sicuramente lui non piaceva, era inutile umiliarsi così.

Ma faceva male vederla ogni giorno e non poterla stringerla tra le braccia. Faceva tanto male. Non riusciva più a stare lontano da lei, e questo lo aveva capito stando lontano da lei per così tanto tempo. Ma non poteva fare altrimenti, sarebbe stato meglio per entrambi, questo lui pensava.

E si sbagliava così tanto... eccome se si sbagliava.

Appena Anne raccontò a Diana quello che Gilbert le aveva detto nella lettera, lo raccontò in modo molto freddo e distaccato, e di questo l'amica se ne accorse, così non perse tempo a prenderla in giro: "Anne non è che da quel giorno che vi siete baciati... inizi a provare qualcosa per il nostro caro Gilbert?" "Smettila Diana ne abbiamo già parlato e non mi piace Gilbert. Non mi piacerà mai."
In quel momento arrivò il maestro e cominciarono le noiose e prive di immaginazione lezioni, come le definiva Anne.

"Anne la devi smettere di mentire a te stessa, dico sul serio ora!"
Diana non sapeva più come fare per far capire all'amica di star commettendo un errore, non ammettendo i suoi sentimenti neanche a se stessa.
Vedeva come si guardavano, come si parlavano.
Gilbert appena gli nominavi il nome di Anne, vedevi da come sorrideva ed entrava in un mondo tutto suo, che la amava.
Anne dal canto suo cercava di nascondere i suoi sentimenti, al contrario di Gilbert, che sembrava li stesse urlando ai quattro venti, ma solamente non aveva il coraggio di dire concretamente ad Anne quello che provava.

Diana ormai aveva capito benissimo come pensava la sua migliore amica: il suo viso si colorava di rosso quando era in imbarazzo, ed assumeva un colore molto simile ai suoi capelli.
Lo capiva subito, quando le piaceva qualcuno.
Era la sua migliore amica, ma non credeva in se stessa. E questo la faceva davvero arrabbiare. Anne era una ragazza così bella, piena di energie, con una persona che la amava davvero per ciò che era, ma non voleva ammetterlo. Diceva sempre che lei era la più fortunata.
Diana aveva i capelli corvini, un viso perfetto e delle fossette che a parere di Anne avrebbero potuto far innamorare chiunque. Ma la verità era che nessuno amava Diana. Neanche i suoi genitori. Almeno così pensava.

Non l'avevano mai capita, mai supportata. Volevano solamente che lei si sposasse con qualcuno che avesse un lavoro, un benestante.
Ma lei voleva tutt'altro.
Non voleva sposarsi se non per vero amore.
Non voleva pensare solo ai soldi e ad avere un lavoro che soddisfasse i suoi genitori.
Voleva fare qualcosa che le piacesse davvero, e non per dovere.
Voleva suonare, si.
Ma ormai era diventato troppo, i suoi genitori le avevano fatto pesare anche quello.

Ma anche Diana si sbagliava, e anche di molto. C'erano molte persone che le volevano bene, ma anche lei grazie ai suoi genitori aveva smesso di credere in se stessa, e credere alla sua capacità di essere amata.
Tutti questi pensieri che affliggevano l'intelligente mente di Diana, vennero messi a tacere dalla risposta di Anne. "Diana ma io non mento proprio a nessuno, e con questa storia mi hai scocciata! Non mi piace Gilbert, si crede di essere un sapientone, e non è per niente il mio tipo. Smettila ora. Parliamo invece di te... vedo che Moody ti sta dietro, ma a te non piace Charlie?"
"No Anne, in realtà ho capito che Charlie non è esattamente la persona che vorrei al mio fianco, capisci? Comunque non posso stare con Moody, non mi piace." La corvina non perse tempo a rispondere all'amica con convinzione, sperando di convincerla. "Non ti piace, o è per via dei tuoi genitori?" Beh non aveva per niente funzionato, Anne ci aveva proprio preso. "Mh, smettila ora!"
Le due amiche si guardarono e scoppiarono in una fragorosa risata, proprio come due sorelle. Ormai sapevano tutto di loro, solo con un'occhiata potevano capirsi. Anne era grata di avere un'amica del genere al suo fianco, e lo stesso valeva per Diana.
In fondo si completavano.

Pov's Gilbert
Era l'ultimo giorno a Trinidad, e Bash mi ha mostrato un posto che a mio parere era molto interessante. Lo chiamano il bog, e li c'erano sono solo persone con la pelle scura. Non c'erano persone bianche in quel posto, e per questo motivo appena entrai in compagnia di Sebastian mi guardarono tutti in modo strano, come se potessi essere in grado di giudicare persone così diverse da me, quanto uguali.
Io davvero le persone che odiano gli uomini con la pelle scura non le capisco, in fondo cos'hanno di tanto diverso da noi? Il colore della pelle è davvero un buon motivo per quest'odio infondato?
Mentre mi mostrò tutte le caratteristiche del Bog, Bash sentì delle urla sotto una capanna e ci precipitammo subito a vedere cosa stesse succedendo.
Una donna stava per partorire, e non c'erano dottori nei paraggi, dovevo pensarci io.
Mentre quella donna stava cercando di far uscire quella creatura dentro di se, cercai di distrarla chiedendole il suo nome, e a quanto pare si chiamava Ruth.
Nel frattempo notai che il bambino non era nella posizione cefalica, ovvero era con la testa rivolta verso il basso ed i piedi in alto, e quindi quello era un parto podalico.
È molto rischioso un parto del genere, anche io sono nato podalico, ma questo Ruth non doveva saperlo, perché subito dopo avermi messo alla luce, mia madre è morta.
Ma ero sicuro che Ruth ce l'avrebbe fatta, e io ero pronto ad aiutarla.

Dopo molto tempo, finalmente ce la facemmo, il bambino nacque, e Ruth era viva. Come immaginavo. Ero davvero felice di aver aiutato quella donna a diventare mamma, e avevo capito finalmente che quello era davvero ciò che volevo fare nella mia vita.
Non l'agricoltore. Non lo spalatore di carbone. Ma il dottore.

Avevo già pensato che quella fosse la mia strada, ma quest'esperienza mi aveva tolto ogni dubbio. Quando finirò la scuola ad Avonlea mi specializzerò in medicina, per lavorare in questo campo.

Angolo Autrice

Ciao ragazzi scusate davvero se questo capitolo fa letteralmente schifo, non ho molto tempo in questo periodo... mi dispiace molto. Spero che comunque lo apprezziate 💘🥺

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