Capitolo 17

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Pov's Gilbert

~Qualche giorno prima~

Non riuscivo a crederci. La nuova insegnante era disposta a darmi delle lezioni private per mettermi in pari con gli altri.
Ero davvero felice, così tanto che non riuscivo neanche a parlare.

Sinceramente non mi ero minimamente preoccupato di parlarne con Bash, ero sicuro che non gli avrebbe dato fastidio se avessi cambiato un po' i piani.
Ma non era così. Infatti appena glielo dissi era come se avessi sganciato una bomba.

"Ma cosa stai dicendo? E il nostro accordo? Sono qui per coltivare la terra per due anni, per farla fruttare, per imparare a coltivare! E solo dopo avermelo insegnato te ne saresti andato!"
"Beh ora i piani sono cambiati, finalmente posso ottenere quello che desidero da un sacco di tempo, posso sfruttarne l'occasione?"
"E spiegami, io cosa dovrei fare nel frattempo?"
"Beh troveremo qualcuno che ci aiuti!" Ma perchè era così ostinato? "Gilbert, fammi il piacere! Nessuno vuole parlare con me, figurati aiutarmi!"
"Senti Bah vorrà dire che ti verrà in mente! Dovrai cavartela da solo.  Devo andare ora!"

Non credevo fosse così indispensabile per Sebastian imparare a coltivare, non lo avrei mai pensato. Detto questo usciì dalla porta, e mi diressi verso la mia meta.

Avevo l'impressione che non ci saremmo parlati per un bel po'.

Non avrei mai voluto succedesse una cosa del genere.
Era mio fratello.
Ma perché diavolo continuava a ostinarsi?
Cosa avrei dovuto fare?
Ne andava del mio futuro.
E non avevo intenzione di farmelo scappare.

Pov's Sebastian

Davvero non riuscivo a crederci. Me lo aveva promesso.

Avevo anche provato a "cavarmela da solo", come aveva detto lui prima, ma non ci ero mai riuscito. Non sapevo davvero dove mettere le mani.

Sapevo lavorare bene su una nave, a spalare carbone, ma un campo, coltivare... quello era molto diverso. Poi nessuno me lo aveva insegnato, come potevo riuscire anche solo ad organizzare il terreno da coltivare?

Ormai non pensavo più lucidamente. Dovevo andarmene.

Presi il cavallo, preparai una borsa e cercai di arrivare al bog. Pensai che forse solo lì avrebbero potuto capirmi.
Ma in fondo nessuno poteva capirmi.

In realtà non avevo idea di dove sarei andato, ma non potevo rimanere in quella casa un secondo di più.
Certo, sarei andato al bog, ma una volta li, cosa avrei fatto?
Dove sarei andato?
Dove avrei dormito?
Erano tutte domande di cui non ne conoscevo la risposta.

Mi lasciai guidare dall'istinto. Inizialmente andai un po' a caso, affidandomi completamente al cavallo che avevo preso in precedenza.

Ma una volta arrivato al bog tutto mi fu più chiaro.
Dovevo andare dall'unica persona di cui mi ero fidato dal primo istante.
Dall'unica persona che forse avrebbe potuto capirmi, almeno in parte.
Quindi mi diressi verso uno dei pochi posti che conoscevo del bog.
Alla lavanderia.

"Bash?" la mia unica speranza sembrava sorpresa.
Beh come darle torto, mi ero precipitato da lei senza il minimo preavviso, senza il suo consenso, senza il suo invito.

In realtà non sapevo neanche cosa ci facessi esattamente li. Ero sicuro che Mary avrebbe potuto capirmi? Ma come avrebbe fatto, se non riuscivo a capirmi neanche io?
E lei sembrava leggesse proprio nel mio pensiero.

"Cosa ci fai qui?"
E io le risposi con la pure e semplice verità.
"Non lo so."

Le ore seguenti passarono come se nulla fosse.
Mary mi aveva proposto di fare una passeggiata prima del mio ritorno ad Avonlea.
Gli avevo raccontato la storia dei miei 10 anni passati sulle navi, gironzolando di qua e di la a spalare carbone.

"Wow sembra essere stata una vita bellissima."
"Si, in effetti ha fatto parte praticamente di tutta la mia vita, ma quella non è la mia strada. Non tornerò mai più su una nave. Non posso."
Stavamo camminando su un sentiero, immerso nella natura. Era il tramonto, si stava facendo piuttosto tardi.
"Capisco. Anche la mia vita non è stata delle migliori. Pensa un po', sono finita a lavorare in una lavanderia. A lavare i vestiti, i calzini degli altri. Tutto questo dovrebbe far ridere, eh?" accompagnò il tutto con una risata finale.

La sua risata.
Musica per le mie orecchie.

Avevamo passeggiato per molto tempo, ma credo che quest'ultimo abbia smesso di scorrere nell'esatto momento in cui la vidi.
Anche in quel momento si era fermato per me.

"È davvero un progetto bellissimo il tuo. Quello di trovare lavoro in una fattoria qui al bog."
Le avevo chiesto se lei sapesse qualcosa su qualche fattoria nei dintorni, di cui avrei potuto occuparmi, e che avrei usufruito per imparare a coltivare. Ero felice che lei pensasse proprio che fosse un bel piano.
Il problema è che non sapeva una parte fondamentale del mio piano.

Il mio piano comprendeva anche lei. Ed ero deciso a dirglielo.

Ma poi esordì con una frase priva di gioia, priva di felicità.

"Il problema è che qui nel bog i sogni non si realizzano mai."
era giù di morale, dovevo assolutamente tirarglielo su.
E perché no, pensai che avrei potuto anche farle capire ciò che provavo!

"Forse un sogno potremmo farlo realizzare per una volta."

E in quel momento, come per magia, tutto mise di scorrere intorno a me.
C'eravamo solo io e lei.
Ci guardavamo negli occhi, non so neanche quanto tempo rimanemmo così.
Probabilmente solo qualche secondo, che sembrarono ore magnifiche.

Avevo capito chi volevo che restasse per sempre al mio fianco.

E per quanto potesse darmi fastidio, non potevo negare di essere proprio uguale a Gilbert.
Ricordavo benissimo i suoi racconti. Mi raccontava sempre di quando vedeva Anne dopo molto tempo: si guardavano, esattamente come ci guardavamo io e Mary.
Tutto intorno a Gilbert smetteva di esistere, di muoversi, aveva occhi solo per Anne. Esattamente come me in quel momento.
E poi la sua amata ragazza gli andava incontro buttandogli le braccia al collo.
Era successo due volte.
Quando erano stati lontani per molto tempo, una volta per via della morte del padre di Gilbert, e una volta per il suo viaggio sulla nave dove mi aveva conosciuto.

Me lo aveva raccontato così tante volte che mi sembrava di aver assistito a quelle scene.

E purtroppo ero diventato come lui. Sembravo un ragazzino innamorato di sedici anni.

Ma evidentemente colei che stava difronte a me, che mi guardava intensamente negli occhi, non era la ragazzina di quattordici anni tanto amata dal mio amico.

Improvvisamente allontanò le sue mani dalle mie, ed esordì con un:
"Si è fatto tardi."

Angolo autrice 💘

Ciao ragazzi! Notturni? 💘
Scusate davvero per il ritardo ma wattpad mi ha fatto crepare per poter aggiornare.
Purtroppo ho notato che mancano ancora abbastanza cose prima di passare alla terza stagione.
Quindi solo tra qualche capitolo passeremo alla nostra amatissima stagione 💘
Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo, e noi ci vediamo al prossimo!

Vi amo! 💘

Forever Together |Shirbert|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora