Capitolo uno

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Mi ritrovo ferma sotto alle coperte, non riesco a muovermi. sono come paralizzata nel buio che, inevitabilmente, mi avvolge da capo a piedi rendendomi impossibile qualsiasi minuscolo ed insignificante movimento.
di fronte a me una sagoma, proprio nella mia direzione, ai piedi del letto. Lei è lì, mi guarda minacciosa ed un senso di colpa s'insinua in me violento, come ignorarlo?

'Scusa' grido nella notte socchiudendo gli occhi, non la vedo, ma in qualche modo so per certo che il suo sguardo è fisso su di me e la sua risata divertita me lo conferma.
La sento ridere, niente di più umiliante, penso stringendo la coperta in un pugno.
Ride, sembra quasi stia ridendo di me ed il motivo proprio non me lo so spiegare.
Forse ride della mia voce spezzata dai singhiozzi, o magari..magari della mia reazione, insomma si, può essere che sia stata avventata ma mi fa paura. Resta lí ferma davanti alla mia immagine, la sua ormai è quasi svanita, nascosta dalla penombra e mano a mano la perdo di vista.
So per certo che qualcosa di lei mi attrae, la sua risata mi rende succube della sua cattiveria.
D'improvviso silenzio, e un attimo dopo la sua mano si avventa violenta sul mio collo, mozzandomi il respiro.
Non so cosa io abbia fatto, ma ricordo altrettanto bene com'è iniziata.

Era notte, notte fonda. Giocavo con la mia migliore amica a uno di quegli stupidi giochi che si vedono nei film di paura, non avrei mai pensato potesse trasformarsi in qualcosa di peggiore. La stessa notte io non ero tranquilla, non che in quella casa lo fossi mai stata, ma sentivo che qualcosa era cambiato: nonostante fosse estate la corrente di aria fredda circolava in tutta la casa senza mai cessare. Gli oggetti si muovevano, le ombre riflettevano contro le pareti. Figure si muovevano disperse per le stanze, le voci giorno dopo giorno cominciarono ad essere onnipresenti; qualunque cosa facessi, ovunque andassi quei bisbiglii diventarono sempre più convincenti.
Smisi di dormire la notte, e fu una settimana dopo che la sua figura si palesò dinnanzi a me.
Pensai fosse una di quelle situazioni che una persona si lascia alle spalle con un 'niente di che', ma quel 'niente di che' diventò mano a mano sempre più persistente, quasi pericoloso. La guardavo notte dopo notte muoversi attraverso la stanza, avvicinarsi al mio volto e soffiare sul mio viso.
Ed ora mi ritrovo qui, e lei è sopra di me e con entrambe le mani cerca di allentare la presa, ed io con un nonnulla ritorno a respirare massaggiandomi la parte vittima. la vedo allontanarsi di nuovo con la coda dell'occhio, questa volta per davvero.

Ore dodici, mi sveglio di soprassalto.
La fronte sudata, le guance bagnate dalle lacrime. Non ricordo niente, o almeno tutto ciò che vorrei mi rimasse impresso. L'unico ricordo che riaffiora è quello della sua sagoma scura in piedi davanti alla porta della stanza. I brividi ricoprono le mie braccia da capo a piedi, ed una risata si scatena potente facendomi tremare le gambe. Decisa a smettere di pensarci mi dirigo in cucina dove come al solito i miei genitori mi hanno lasciato un biglietto: 'noi torniamo per pranzo, ti abbiamo lasciato una fetta di torta in frigorifero' scocciata accartoccio il pezzo di carta e lo lancio senza guardare da qualche parte, ignorando dove.
Regna una strana calma, il silenzio dev'essersi preso possesso dell'intera casa. Ancora in pigiama decido di cambiarmi: opto dunque per un paio di pantaloncini jeans neri abbastanza stretti ed un top senza spalline lilla, il mio colore preferito. pettino i capelli castani e li raccolgo in uno chignon.
È sabato, nonchè il giorno in cui posso fare ciò che mi va senza dovermi preoccupare della scuola e dei compiti che essa ha caricato sul registro scolastico. Il pomeggio stesso esco con le mie amiche, solito giro in centro perchè dove abito io il mare non c'è e al suo posto un lago occupa una parte della città.
parliamo del più e del meno camminando verso la biblioteca, il posto che più preferisco per passare il tempo.
Giornali infiniti ed ammassati l'uno sull'altro occupano un'intero scaffale della sezione 'romanzi', dove io come mio solito m'impegno a scegliere un libro da leggere sedendomi in un angolo della stanza con gli auricolari nelle orecchie. Le mie amiche nel frattempo parlano di gossip ed è un attimo sentirle ridere di qualche buffo accaduto del recente periodo.
Prendo in considerazione 'orgoglio e pregiudizio' di Jane Austen, la mia autrice preferita da almeno tre anni e mi nascondo sotto ad un tavolo vuoto. La playlist riproduce a catena le canzoni che più preferisco e che sono un po' la fissa del momento, non può esserci pomeriggio migliore.

She, my demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora