"Era tutto squisito! complimenti" dice la mia amica rivolgendosi ai miei genitori, educata come suo solito. Guardo l'orologio, segna le due meno un quarto, allora scuoto il braccio della mia amica, siamo in ritardo e il progetto è da presentare domani in prima ora.
"Andiamo in camera noi ora, mamma" ci rechiamo nella mia stanza, dove per un attimo vedo correre la sagoma di asal. Sicuramente mi sono sbagliata, la mia immaginazione ha un odio verso di me che è assurdo. Dunque smetto di pensarci, devo concentrarmi sulla ricerca e finirla entro questa sera.
Mi contengo dall'urlare il suo nome, cosa ci fa qui? Non capisco questo suo interesse improvviso verso di me, verso la mia vita."Layla ma che freddo fa?" si lamenta claryssa, rubandomi una felpa over size dall'armadio e chiudendo tutte le finestre in totale autonomia. Io rido, perchè lei non sa nulla e quest'alone di mistero mi fa sentire un minimo importante, speciale, forse più del previsto.
"Quanto rompi!" la prendo in giro allora, mentre mi dirigo verso lo zaino per cercare i libri e l'astuccio per scrivere la brutta copia di quello che dobbiamo studiare. Accendo il computer, apro una pagina con un foglio bianco, e claryssa comincia a leggere paragrafo per paragrafo ciò che dobbiamo riassumere e riscrivere per poi stampare. Legge ad alta voce, ed il suo modo di leggere possiede così tanta enfasi che trattengo le risate, perchè se fosse per me sarei scoppiata a riderle in faccia senza pensarci due volte. Annuisco, intanto dal mio libro sottolineo le cose più importanti evidenziando tutte le dati che secondo la nostra professoressa di storia sono da imparare. Trascriviamo tutto quanto, fin quando una voce mi stringe il cuore.'Layla, quanto sei carina con quella gonna?' sussurra asal in modo così sensuale da farmi rabbrividire, e finalmente posso dire che il freddo lo sento anche io, a questi giro. Mi mordo il labbro, non ribatto.
"Cominciamo?" propongo nervosamente a claryssa, che annuendo prende la penna, e inizia a trascrivere tutto quello che abbiamo sottolimeato. annuisco anche io.
'Così carina che te la strapperei di dosso' bisbiglia di nuovo, questa volta il suo respiro lo sentì sul collo, non so se effettivamente la veda solo io, quello che spero ogni secondo di più è che nessuno si accorga della sua presenza per nessuna ragione. Tiro indietro i capelli, non ho altri modi per farle capire che deve andarsene, o per lo meno allontanarsi da me, dal mio corpo.
'Ora non puoi scappare di certo' sorride stronza, ed io sospiro, al che capisco di non avere alcuna scelta. Il suo modo di pronunciare il mio nome mi rende vulnerabile, e qualcosa in me cede forse per la prima volta, tanto che stringo le cosce, sperando che lei non se ne accorga.
"Credo che cosi vada bene, cosa ne pensi?" Domanda la ragazza seduta accanto a me, io le sorrido. "È perfetto, manca solo metà del lavoro e poi possiamo spedire tutto" sospiro.
"Facciamo cosi, tu cerca le immagini, devono essere centrate sull'argomento"
"Claryssa io credo che le immagini non servano, dopotutto la professoressa non ne ha parlato" dico, e per quanto io abbia ascoltato quando la nostra docente di storia ci ha illustrato i vari punti da toccare durante lo svolgimento so di aver ragione. Allora claryssa alza le spalle, tanto a nessuna delle due interessa più di tanto.Freddo, sento cosi tanto freddo che inizio a battere i denti, claryssa con me. Mi guardo intorno, non ci metto troppo a capire che cos'è successo. La finestra è spalancata, l'aria entra da essa facendo volare tutti quanti i fogli appoggiati sul mio letto, che è in disordine.
Sussurro il suo nome senza farmi vedere, e una risata nel vento mi mette i brividi.
'Mi sto annoiando, questo lo sai?'
'Non c'è niente di divertente da fare in questa stanza, non mi resta che darti fastidio..non sei d'accordo?' Asal sorride, la vedo davanti a me e non riesco a pensare ad altro se non al fatto che sia davvero bella con quei capelli rossi che le ricadono sulle spalle, e la frangetta a coprirle gli occhi, con loro la cicatrice sull'occhio destro a cui ancora non sono abituata. Sopprimo un sorriso, questa ragazza mi farà ammattire."Credo possa andare, che dici?" Sono le sette di sera, fuori c'è il tramonto e tira un'aria gelida non indifferente. Adoro il lavoro che abbiamo fatto, penso sia il migliore mai realizzato in questi tre anni di liceo linguistico. Mettiamo al suo posto ogni cosa e scendiamo le scale, in modo da poterla accompagnare alla porta d'ingresso.
Ci salutiamo, sono cosi stanca che non faccio nemmeno la doccia. Mi sciacquo velocemente il viso, lavo i denti e metto il pigiama.

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She, my demon
FantasyAltra notte, altro incubo. Ogni notte, ogni fottuta notte lei è lì, sopra di me. Stringe la presa sul mio collo, mozzandomi il fiato.