Capitolo undici

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"Tutto okay tesoro? sembri agitata" mio padre è davanti a me, a capotavola. La sua voce nasconde un tono preoccupato, non so se sia il caso di raccontargli quello che sto 'vivendo', poichè nemmeno io so cosa sto vivendo.
Dunque lo rassicuro, non ci tengo a farlo preoccupare per niente, poi salgo in camera mia per studiare per l'ultima interrogazione di matematica del mese. Domani è l'ultimo giorno, ormai è quasi natale.
salgo a due a due le scale, è un vizio: ormai lo faccio da quando sono piccola, e ancora quella sensazione di vuoto e solitudine mi pervade.
Non ci faccio caso, ed entro in camera, ma quando mi chiudo la porta alle spalle salto in aria, questa ragazza mi farà perdere la vita prima o poi.
Asal è sul mio letto, seduta a gambe incrociate. Resto ferma, non so realmente che cosa fare, come comportarmi. I capelli rosso fuoco le ricadono in modo talmente perfetto sulle spalle che potrei quasi passare il resto dei miei giorni a guardarla.
Nemmeno lei dice nulla, ci guardiamo solo, fino a che non spezza il silenzio.
'Ciao anche a te' dice seria, nascondendo un sorrisino beffardo. Io non dico nulla, mi avvicino solamente di qualche passo.
Lei si avvicina a me lentamente, prendendomi per un polso, facendomi sedere al centro del letto con lei.
'Ieri sei andata via' le faccio notare nascondendo una nota di delusione, seguitanda rabbia e fastidio che tengo ben nascosti. lei annuisce, è ovvio che lo sappia e il fatto che glielo abbia ricordato è irrilevante.
'Cosa dovevo fare, rimanere?' Domanda retorica, e a quel punto mi chiedo se realmente io ahbia bisogno della sua presenza.
'Volevi che rimanessi, per caso?'
'Rispondi Layla, hai davvero cosi tanto bisogno di me, delle mie mani sulla tua pelle?' La conversazione si trasforma quasi in un interrogatorio di poco gusto. Arrossisco, forse si, forse era davvero quello che volevo.
'Ti ho solo chiesto perchè non sei rimasta"
'Ripeto, volevi che rimanessi, layla?' La odio, me lo sta chiedendo davvero?
'Mi hai scopata, era il minimo che tu potessi fare'
'Potevi dirmi di no, lo sai vero?' Ride, mettendomi in imbarazzo. Poi scuote il capo in segno di disapprovazione, ed io non posso sentirmi più umilata di così.
'Ti sei fatta scopare come una stronza'
'Sembravi dipendente da me'
'Magari lo sei, no?'
Abbasso il capo, e lei notandolo mi alza il mento con l'indice, incastrando i suoi occhi ghiaccio con i miei.
'Non lo sono' deglutisco.
'Ah no?' 'Vuoi dirmi davvero che per tè è indifferente il fatto che sia qui?' Ora sussurra, io chiudo gli occhi d'istinto.
'Se vuoi puoi andare' 'tanto io devo studiare'
mi contraddico, maledicendomi mentalmente. So bene che adesso lei penserà che non ho bisogno di lei solo perchè ho altro da fare. Asal alza un sopracciglio, piegando di poco la testa.
'Vuoi che me ne vada?'
'Si, per favore' sussurro lasciandomi sfuggire un gemito, mentre lei si avvicina innocua al mio viso. Sento il suo cuore battere sul mio petto, il suo respiro ad un centimetro dal mio collo.
'Se vuoi io vado via, se devi studiare..' bisbiglia al mio orecchio, mentre le sue mani vagano sul mio corpo, sfiorandomi di tanto in tanto la maglietta, e la pancia.
'Ti prego, Asal' ansimo, e nemmeno io so se mi riferisca a ciò che sta succedendo o al fatto che debba andarsene e allontanarsi dal mio corpo che è succube dei suoi movimenti, di lei.
'Chiedimelo' 'coraggio Layla, cosa vuoi?'
'Per favore' 'io non posso' 'vai..via'
e mentre la mando via le mie labbra finiscono sulle sue.

Bisognosa la tiro a me, salendo sopra di lei.
Le mie mani si spostano ovunque lungo il suo corpo, ho la necessità di sapere se lei è qui, se esiste e se realmente la sto toccando. Le bacio il collo, lei geme, mi manda fuori di testa.
'Layla' 'Layla fermati, avanti' sussurra cingendomi i fianchi, tenendomi stretta a lei.
Non so cosa stia facendo, ma non voglio che smetta.

She, my demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora