Sono in cucina con mia madre, davvero non capisco questa sua fissa di cucinare la carbonara ogni giovedì.
"Non possiamo fare qualcosa di diverso?" domando ridendo, e la sua faccia mi fa capire che ho detto una cazzata. scuote il capo, poi scoppia a ridere anche lei.
Mi domando cosa stia facendo Asal in questo momento, e soprattutto dove sia, anche se qualcosa mi dice che non è poi così lontana da me, almeno non più di quanto io stessa immagini.
'Ce la fai a non pensarmi per un attimo?' Com'è quel detto? 'Parli del diavolo e spuntano le corna' sorrido, in questa situazione non può esserci niente di più surreale che Asal stessa.
'Semplicemente non dovevi toglierti la camicetta' dico tra me e me, e lei non so come ma si accorge di quello che ho detto, e la sua risposta mi fa salire l'adrenalina lungo le vene.
'Mh? Cominciano le provocazioni anche da parte tua, Layla?' Ride lei, e sul suo viso spuntano due fossette ben pronunciate.
'Probabile' penso, questo gioco potrebbe starmi piacendo più del previsto.
'A cosa stai pensando, eh?'
'Al fatto che potresti avere chiunque'
'E come ti fa sentire il fatto che io voglia te?'
Il mio cuore sta piangendo, vorrei urlare, farlo cosi forte da stordire chiunque io abbia attorno. Alzo le spalle, non so proprio cosa rispondere. Vuole me, va bene, e ora?
arrossisco e abbasso il capo, perche queste cose succedono solo a me?
Il suo sguardo finisce, immagino volontariamente, sulla mia scollatura, che a quanto pare attira la sua attenzione più di quanto non faccia io stessa.
La ammiri in tutta la sua bellezza, la pelle lucida e debole, è enormemente magra.
Le sue lentiggini chiare quanto il viso, e i suoi occhioni verdi che non riescono a trasmettere altro se non una sensazione di pericolo imminente.
'Stupida' rispondo.
'Ti fa sentire stupida il fatto che io abbia scelto te?' Annuisco, e intanto preparo la tavola per la cena, ormai sono quasi le nove.
"Layla prendi piatti nella credenza, per favore" dice mia madre e io senza fiatare la assecondo appoggiando i tre piatti sul piano della cucina in legno, mentre lei scola la pasta e sistema le porzioni nei piatti.
'Asal' la chiamo, qualcosa mi spinge a volerla cosi tanto che la voglia di tenerla qui mi logora.
'Ora hai bisogno di me?' Ride di nuovo, non so se odiarla, anche se ci sono abbastanza vicina. Prendo un respiro profondo, e in un attimo è come se nella stanza ci fossimo solo io e lei.
'Allora layla? hai bisogno o non hai bisogno di me?'
'Voglio solo capire perchè sei qui' ammetto, e questa confessione mi costa più di qualunque altra cosa al mondo.
'La colpa è tua, ma pensavo ci fossi arrivata' ora mi gira intorno, ed io dentro di me so che ho ragione ma non posso ammetterlo di certo. rifletto, vorrei tanto tornare indietro ma ormai lei è qui, e non ha nemmeno troppa intenzione di andarsene. Sto al suo gioco, non faccio altro se non seguire il suo corpo con lo sguardo. Guardo lei, la guardo negli occhi. Poi sposto la mia visuale sul suo corpo, qualcosa mi dice che il suo colore preferito è il bianco, e non so se me lo faccia pensare il suo abito corto che è rigorosamente bianco oppure il fatto che abbia letteralmente una stringa bianca stretta sul polso sinistro.
Se quello che vuole è che io le dia corda allora posso anche provarci.
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She, my demon
FantasyAltra notte, altro incubo. Ogni notte, ogni fottuta notte lei è lì, sopra di me. Stringe la presa sul mio collo, mozzandomi il fiato.