Capitolo dodici

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'Hai bisogno di me'
'Smettila non è cosi, asal'
'Perche ti ostini a mentire?'
'Ti odio Asal, te lo giuro!'
Si sposta su di me, non mi bacia, non fa nulla se non parlare, parlare e parlare ancora.
'Odiarmi non fa altro che aumentare il tuo desiderio di avermi per te' sostiene lei, e forse ha ragione, perchè più l'odio cresce più il mio bisogno di scoparla si alza, dimostrandosi difficile da gestire. Tanto che vorrei saltarle addosso, riempirla di sberle perchè è entrata nella mia vita, e la colpa è mia, mia perchè non rifletto mai prima di fare qualcosa e le conseguenze sono queste.
'Non mi odi davvero, altrimenti non ti lasceresti baciare'
'Tutti accettano baci da chiunque'
'Io non sono chiunque, e lo sai meglio di me'
'Non mi interessa chi sei, Asal'
'Non dicevi lo stesso, prima' sorride, e il suo ginocchio finisce tra le mie gambe, Divaricandole sotto di lei. Sono nuda, il mio corpo è ricoperto solamente da una camicia bianca.
'Spostati, dai'
'Smettila di respingermi'
'Non ti voglio, Asal'
allora lei alza lo sguardo, per poi iniziare a leccare il mio interno coscia.

Mi mordo il labbro, perchè non mi ascolta?
Trattengo il respiro al contatto della sua lingua con la mia pelle, stringendo le lenzuola in un pugno stretto.
Senza lasciarmi il tempo di respirare risale lungo il bacino, dando baci umidi a tutto il mio corpo, che continuamente è scosso da brividi che mi fanno mancare l'aria. Non può sempre finire cosi.
Non può, tanto che mi guarda un'ultima volta, poi si alza, lasciandomi nuda sul mio letto, insoddisfatta. Perchè fa cosi? Non può comportarsi come una ragazza normale?
La guardo interrogativa, non capisco cosa stia cercando di fare.
Mi alzo ancora, Lei è ferma davanti alla porta e per un attimo il dejavù di qualche ora prima dove era lei quella sul letto e io quella sulla porta di travolge confondendomi, so bene che il suo intento è quello di confondermi, ma non capisco perchè. Mi avvicino cauta.

'Asal, dai..' gemo al suo orecchio, lei mi guarda impassibile, poi ride.
'Cos'hai?'
'Ti fidi davvero di me?' mi schernisce, sfiorandomi il seno, ridendo ancora.
Io abbasso lo sguardo, sotto la maglia i capezzoli s'intravedono deformandola di poco, questo è uno di quei momenti in cui vorrei avere il reggiseno addosso.
'È sbagliato?' Domando flebile, non so più dove andare a parare.
'Vedi tu' 'sei disperata, cosi tanto da affidarti a me' ride ancora, invece io vorrei solamente scoppiare a piangere e cacciarla via, o metterle le mani addosso, sarebbe più soddisfacente.
'Layla guardami, tu non sai fare altro se non farti scopare dal primo che passa per avere in cambio uno stupido orgasmo'
'Perchè fai cosi..'
'Cosi come? sto solo dicendo quello che tu cerchi di nascondere a me, e a te stessa'
'Asal' dico sottovoce, in gola un nodo, le parole escono strozzate, mi sento morire e lei lo sa meglio di me.
'Layla, layla, layla..' scuote la testa lei.
'Il tuo corpo mi ispira cosi tante cose..'
'Spogliati' ordina, e io scuoto il capo contrariata. Non voglio spogliarmi per lei, non ho nè il coraggio nè le forze per farlo, tanto che mi allontano di qualche passo, e lei si avvicina ancora.
'Ho detto che devi spogliarti, fallo per me..'
'Togliti la maglietta, Layla, o preferisci che lo faccia io?' Sussurra, ed io non faccio nient'altro se non assecondarla. Cauta mi levo la maglia, e lei me la strappa di mano, so già che non me la ridarà così facilmente.
Si avvicina a me, il suo seno ora schiaccia il mio come il resto del mio corpo, soffocato dal suo che mi tiene incollata alla parete.
Mi mordo il labbro, ha ragione, ne sono dipendente e la sensazione di non poter fare a meno di lei s'insinua in me come veleno.
La bacio ancora, cercando più contatto che posso, cercando di sentirmela addosso più di quanto sia possibile.
Lei appoggia la mano sul mio collo, di poco lo stringe, ed è un attimo ritrovarmi di nuovo sotto lei, questa volta i polsi sono bloccati sulla mia testa dalla stessa maglietta che qualche minuto fa nascondeva il mio seno nudo.
d'un tratto un flashback mi ferma dal fare qualunque cosa, resto ferma a guardarla, e più la guardo più sento che qualcosa comincia a non andare nel verso giusto.

She, my demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora