Capitolo sedici

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La sua figura come ogni notte cammina lenta nel corridoio, poi veloce, poi di nuovo rallenta e mi guarda, la sua ombra sul muro.
La guardo, si avvicina a me, il sorriso di chi sa quello che fa e non ha intenzione di smettere.
Mi sfiora il braccio, il ricordo di quello che è successo in auditorium mi tormenta.
Sento le sue mani toccarmi, le sue labbra baciare il mio collo vorace, semza mai smettere.
Sussurra parole che mi mandano fuori di testa, tra esse una nota di amarezza si poggia leggiadra, facendomi avvampare dalla vergogna. Perchè si, sono ancora qui e fino a qualche attimo fa se non l'avessi vista sarei stata meglio, invece adesso è qui davanti a me, e sento il sup respiro scaldarmi il collo, provocandoni continui brividi lungo tutto il corpo.
'Perchè non mi vuoi?' la sua voce è tormentata, si muove soave su di me, adesso non so davvero più come risponderle, cosa dirle.
'Non ho mai detto di non volerti' ansimo al suo orecchio, mentre una lacrima sporca il mio viso silenziosa.
'Stai piangendo' a volte mi chiedo se lo faccia apposta. Scuoto il capo, psssandomi la manica della felpa sotto agli occhi, tirando su con il naso. Asal mi guarda, una strana luce si fa spazio nei suoi occhi. mi guarda di nuovo, poi piega la testa di poco.
'Tu hai qualcosa'
'Ti prego, Asal' 'è imbarazzante'
'Non se riguarda te' dice d'un tratto, e per un istante la vedo diversa.

Mi alzo di scatto, guardandola in viso come a dire: scusa? Puoi ripetere? Della serie che probabilmente quella che ho davanti non è asal ma la sorella gemella buona, perchè asal non è mai stata così..'così' con me, ed io me ne sorprendo così tanto che mi spunta un sorrisino in viso.
'Cosa ridi eh? Ti sembra strano?'  Ridacchia lei prendendomi dai fianchi, facendomi sedere su di lei. senza pensarci due volte mi siedo sulle sue gambe.
Le sue mani si muovono su e giù, sotto alla mia maglietta. S'appoggia sulla mia spalla, tra il collo e la clavicola, tanto che sento la sua guancia destra contro la mia. Per la prima volta non vedo malizia nei suou gesti. È cosi rilassante che dimentico quasi chi è, che cosa mi ha fatto.
'Devo dormire, Asal' bisbiglio stanca, gli occhi stanno aperti per miracolo, e comincio a pensare che l'idea di addormentarmi mentre questa ragazza dai capelli rossi mi guarda non sia poi cosi male come la mia mente lo fa sembrare.
'Allora dormi, avanti' sorride lei, scoccandomi un bacio sulla guancia, tanto che mi sembra così strano da aver la tentazione di girarmi e chiederle se qualcosa non va, ma so che permalosa com'è lei se la prenderebbe mandandomi a cagare.
'Prima..però' 'non hai ancora risposto alla mia domanda' mi fa notare, ed io che per un attimo ho sperato che se ne fosse dimenticata.
'Non lo so, Asal' 'davvero non ne ho idea'
'Ma tu..tu sei arrivata così all'improvviso e hai iniziato a fare tutte quelle cose'
cerco di spiegarmi, ma la voce rotta non collabora, e più cerco di sembrare seria più la mia voce incrinata da nell'occhio, e sento di star perdendo il controllo perchè non ho ancora capito cosa asal voglia da me e il fatto che io chiami quell'essere per nome rende tutto ancor più strano e surreale. Mette quasi i brividi pensare che questa ragazza, se cosi si può chiamare, sia sul mio letto a causa mia, e che ancora non abbia avuto il coraggio di andarsene e mettermi da parte.
'E come ti fa sentire?'
'Estranea dal mondo, completamente diversa'
'Essere uguali agli altri è forse la cosa più noiosa che potrebbe capitarti, Layla'
'Si..intendo, tutti parlano con le persone, quelle vere' 'poi ci sono io che..che sento qualcosa per te che neanche esisti..o forse esisti..ma non nel modo in cui vorrei io'
'Cosa vuoi, Layla?'
'Poter raccontare di te al mondo intero, Asal'
'Senza esser presa per pazza, dimenticavo'
Asal scoppia a ridere, è evidente che quello che sto dicendo la affascina e la diverte allo stesso tempo. La sua risata mi rilassa, mi fa sentire in pace con il mondo, lo stesso a cui vorrei gridare che lei è qui, e che indipendentemente da tutto esiste, è reale. Ma una parte di me mi fa credere che asal esista per me, per il mio volere.

She, my demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora