Capitolo dieci

2.5K 60 5
                                    

Talmente bella da sembrar una Dea, penso Salendo sull'autobus che porta alla mia scuola.
Sono quasi le otto, ho idea che farò tardi anche oggi e ciò non mi stupisce affatto.
Saluto Claryssa e Katrine, le mie compagne di classe. parliamo del più e del meno, oggi la voglia di andare a scuola è bassa, ma saltare non conviene a nessuna delle tre.
Sette e quarantaquattro, l'autobus si ferma davanti a un semaforo.
'Ancora tre giorni ed è finita' penso sbuffando. Le vacanze di natale sono ciò che più preferisco al mondo: tutte le luci, il buio alle cinque del pomeriggio, i film natalizi ed i regali, Asal.
Asal che sembra esser sparita, per quanto già irraggiungibile sia.

Facciamo sosta nel bar della scuola, le prime due ore sono già passate e per quanto io creda sembrano esser volate, anche se il tempo in questi giorni non sembra essermi fin troppo amico. Faccio a meno di guardare l'orologio, so già che l'orario segnato sarà sbagliato e meno ci penso meglio è. In terza e quarta ora ci ritroviamo a giocare a pallavolo in palestra, si è messo a nevicare e non possiamo giocare all'aria aperta nel giardino.
Fa freddo, e il tempo non è dei migliori dato che il cielo è ricoperto interamente da nuvole grigie.

*

Sono uscita da scuola, percorro il sentiero dietro casa mia con lo zaino in spalla, la testa da tutt'altra parte, la mente mi grida di smetterla, nemmeno lei regge il gioco a cui quella ragazza sta giocando.
Non ho idea di dove sia, sento la sua assenza strapparmi il cuore, ma non posso fare niente per evitar che accada. Ripenso ancora a ieri notte, non so se fosse notte, ricordo il sole negli occhi, i fasci di luce appoggiarsi sui nostri corpi, sccarezzandoli lentamente.

"Layla ciao, com'è andata a scuola?"
appena varco la porta di casa trovo mia madre intenta a cucinare. Le racconto cos'abbiamo fatto, anche se di stare attenta non ho avuto proprio voglia.
"E tu sei uscita a maniche corte con questo tempo?" Mi rimprovera toccandomi le mani che naturalmente sono congelate a causa del freddo di questi mesi. Nel frattempo si è messo a piovere, il cielo grigio mi mette tristezza, mi fa sentire nostalgia di cose che non ho mai avuto, di persone che non ho mai conosciuto.
Mi guardo nuovamente intorno, magari lei è qui e io non riesco a percepirlo. Sento la sua mancanza più di prima e ammetterlo non è tra i miei piani.
"Non faceva freddo prima, e poi siamo stati in classe tutto il tempo" dico io per difendermi, non ho voglia di sentire le sue lamentele per tutta la giornata, mi basta già che asal non sia qui.
Ho lo zaino pieno di libri sui quali le professoresse hanno assegnato almeno cinque esecizi per ogni argomento svolto oggi, e il fatto di non aver dormito questa notte non aiuta. A dire il vero penso sia proprio il fatto che questa notte sia esistita a darmi fastidio, noia. È uno di quei momenti che vorrei non aver vissuto della mia vita, cosi inutile, cosi confuso. perchè mi da cosi fastidio non sapere cosa sia successo questa notte?
Perchè lei non è qui a prendermi in giro e a rinfacciarmi di aver ceduto?
È l'unica cosa che vorrei, perchè dimostrerebbe qualcosa che è realmente accaduto, ed io ho bisogno di sapere se non sono pazza, ho bisogno di sapere se lei esiste, se lei è qui per me o se sta solo giocando.
Ho un bisogno estremo di sapere se quello che c'è tra noi è reale, non quanto lei, magari un po' di più.

She, my demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora