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Non appena Gaia toccò il suolo italiano sentì una forte morsa allo stomaco. Per carità, era molto felice di essere tornata perché la sua famiglia le era mancata, anche la sua città e le sue amiche, ma probabilmente avrebbe voluto restare a Londra per un altro po', con la sua host family e con i nuovi amici che aveva conosciuto durante il suo soggiorno.

Si era innamorata dell'Inghilterra e non avrebbe voluto ricominciare la scuola in Italia, né tornare nel suo quartiere.

Ma d'altronde, il suo anno all'estero era finito ed era il momento di tornare a Milano, alla sua vecchia routine e nella sua vecchia casa. Era felice di ricondurre la sua vecchia vita, tutto sommato le era mancata.

"Amore mio, mi sei mancata da morire." mormorò sua madre Patrizia, non appena la vide uscire dal gate, piena di valigie che faceva fatica a portare da sola. "Come ti sei fatta grande. Non sembri neanche tu."

"È passato così tanto tempo, mi sei mancata anche tu mami." ammise la bionda, ricambiando l'abbraccio della madre, che stava per scoppiare a piangere tra le sue braccia.

"Mi piace da morire questo accento inglese, dovresti tenerlo anche qui." scherzò facendola ridere. "Dai amore, ora andiamo a casa, così ti preparo un bel piatto di pasta e mi racconti tutto."

"Non vedo l'ora, ho mangiato davvero male ultimamente." ammise Gaia per poi sorridere. "Mirko è a casa?"

"Sì, e ti sta aspettando, questa mattina si è alzato alle otto. Gli sei mancata molto in questi mesi, persino a lui." mormorò per poi prendere tra le mani un paio di valige ed incamminarsi verso l'uscita dell'aeroporto di Milano Malpensa.

"Anche lui mi è mancato, ha combinato altri guai?" gli chiese la ragazza, preoccupata dalla vita sregolata di suo fratello, che causava sempre tantissimi problemi alla sua famiglia.

Alla vista della madre così pensierosa e cupa, capì già che niente era migliorato in quei mesi.

"Cosa ha fatto?"

"Lo hanno trovato con l'erba, venerdì c'è il processo. Probabilmente lo assolveranno di nuovo, verrà schedato e gli daranno altri orari da rispettare, come tre anni fa." le spiegò Patrizia, in pensiero per suo figlio maggiore. "Ma dai, non è il momento di pensarci ora. Oggi pensiamo solo a festeggiare il tuo ritorno."

Gaia sospirò, consapevole di quanto suo fratello fosse incapace a condurre uno stile di vita normale.

Non appena le due donne arrivarono nel loro palazzo di periferia, furono accolte dalle due migliori amiche di Gaia, Roberta ed Alessia, che la aspettavano da più o meno una mezz'oretta. Dopo averle salutate ed aver passato una decina di minuti con loro a parlare di tutto e di niente, pensò che fosse ora di andare a casa, a salutare anche suo padre e suo fratello.

"Peste, credimi se ti dico che casa senza di te è una noia mortale. Mi eri mancata." ridacchiò il moro per poi abbracciare con forza sua sorella. "Sei cresciuta così tanto, sei bella come un fiore."

"E tu sei sempre il solito, da quanto ho saputo." disse lei, mentre lui annuiva, accennando un sorriso sbilenco.

"Dai Iaia, non l'ho fatto apposta, mica volevo che mi prendessero. Sai che lo faccio per darci una vita migliore, no?" mormorò scrollando le spalle.

E Gaia lo sapeva, ma forse non se n'era mai resa conto sul serio.

"Vabbè dai, te lo sei trovato un bel ragazzo a Londra?"

"Qualcuno sì, ma niente di serio. Quel che è successo a Londra rimane a Londra." sorrise la bionda, per poi prenderlo con forza e portarlo nella stanza del ragazzo. "Venerdì sarà come la volta scorsa? Promettimi che non rischierai la prigione."

"Andrà bene come l'altra volta, tu stai tranquilla. Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare. Era solo una canna di fumo e poco più, per fortuna." mormorò lui sedendosi sul letto. "I ragazzi volevano fare una cena stasera per darti il benvenuto, vieni con me da Riccardo?"

"Mir lo sai, non c'è mai nessuna ragazza e voi state sempre a fumare e bere. Stasera proprio non mi va." borbottò la ragazza stendendosi al suo fianco. "Non ci azzecco niente con voi."

"Venerdì vieni, così festeggiamo quando sarò assolto." ridacchiò Mirko per poi farle l'occhiolino. "Devi passare per forza, manchi a Riccardo, poi tutti gli altri vogliono rivederti. È passato un anno per tutti, non solo per te."

"Venerdì farò un'eccezione e verrò, ma solo per te e Riccardo." mormorò per poi buttarsi su di lui ed abbracciarlo con forza. "Non hai nessuna novità da dirmi?"

"È tutto uguale a come lo avevi lasciato, Gaietta. Piuttosto sai di Andrea?" le domandò, pur sapendo che alla ragazza non importava un bel niente.

"Andrea chi? L'amico tuo o quello che ci abita sopra?" gli chiese di rimando lei.

"Il mio amico, ha appena fatto un feat importante, sai? Ha conosciuto gente come la Dark e Emis Killa, sta diventando molto famoso qui in Italia." esclamò suo fratello, per poi guardare la ragazza. "Sta facendo abbastanza successo."

"Wow." commentò con ironia. "Dai, francamente non mi frega nulla dell'Andrea. So che è il tuo migliore amico, sono contento per lui ma per me finisce là. Piuttosto dimmi se ci sono novità vere."

"Allora no, a parte questo non c'è niente di nuovo. Insensibile che non sei altro." disse per poi ridacchiare un po'. "Vabbè, quindi ti sei divertita a Londra? Sei il primo membro della famiglia Fontana ad esserci andata."

stato tutto meraviglioso, già mi manca." ammise per poi accennare un sorriso, ripensando a quei mesi splendidi che erano appena finiti.

Aveva conosciuto tantissima gente, aveva stretto amicizia ed aveva preso confidenza con la città, che aveva un aria magica, oltre ad essere sempre stata la sua città dei sogni. Già le mancava.

"Sì ma ora sei a Milano City, a casa tua." le ricordò il fratello. "Sei mancata davvero a tutti, anche Michele mi ha chiesto di te in questi mesi."

"Ecco, lui non mi è mancato per nulla." ridacchiò lei per poi alzarsi ed andare in salone, dove suo padre la stava aspettando, visto che era appena tornato da lavoro. "Papi! Che bello rivederti."

"Sei sempre più grande, mi eri mancata un po'." scherzò, poiché i due si erano visti il mese precedente, perché il padre Maurizio era dovuto andare in Inghilterra per questioni di lavoro. "Stasera andiamo tutti a cena fuori, ti porto a festeggiare il diciottesimo dopo un paio di mesi."

"No Pa', io sto con gli altri stasera." borbottò Mirko, che rabbrividiva al solo pensiero di dover stare due ore di seguito con i suoi genitori.

"Dai, tua sorella è appena tornata! Solo per stasera stiamo tutti assieme." disse con fermezza il capofamiglia, azzittendo l'altro ragazzo. "Ora aspettiamo che sia pronto il pranzo e per la cena vestitevi bene."

Con un'occhiata i due fratelli si capirono, quindi andarono in balcone come ai vecchi tempi, osservando dall'alto le altre palazzine circostanti, dove erano cresciuti. Subito, Gaia notò il gruppo di suo fratello, stavano tutti in piazza a ridere e scherzare, respirando l'aria estiva, visto che era giugno ormai. La ragazza vide subito Riccardo, l'unico ragazzo con cui aveva legato tra i compagni di suo fratello.

"Certo che Lucci è sempre più bello." ammise facendo ridere il moro, al suo fianco.

"Non voglio vedervi limonare venerdì."

"Come se io riuscissi ad aspettare venerdì, appena lo vedo gli salto addosso." scherzò per poi scoppiare a ridere.

"Sono contento che tu sia qui, mi eri mancata." mormorò il ragazzo, per poi abbracciare con forza la sorella.

"Anche tu."

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