20.

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Parigi è sempre stata la città dei sogni di Gaia, dopo Londra, ovviamente. Aveva un'aria speciale ed era piena di arte e bellissime attrazioni da vedere. Si ripeteva che era felice di essere là, con le sue migliori amiche, a divertirsi insieme, dopo un anno intero passato senza di loro. La città era meravigliosa, il tempo era gradevole nonostante fosse all'incirca il venti di agosto e la gente non sembrava male. Non era così antipatica come era solito credere.

Se da una parte Gaia si stava godendo gli ultimi attimi della sua vacanza, Andrea era tornato a Milano già da un paio di giorni e passava tutto il tempo in studio, a scrivere e a completare qualche featuring che sarebbe uscito a settembre.

Dopo aver passato la serata in giro per Parigi tra un bar e l'altro a bere e a divertirsi, Gaia e le sue amiche rientrarono in hotel alle due passate. Neanche il tempo di mettersi in pigiama che le squillò il cellulare.

Neanche si domandasse chi fosse, a quell'ora poteva essere una sola persona.

"Gaia." disse con fermezza Andrea, dal bagno di una discoteca a caso di Milano.

"Andre, che cosa succede?" chiese, per poi prendere una felpa ed andare in balcone, per non disturbare le sue amiche, che si erano appena messe a letto. "Ma dove sei?" disse notando la musica in sottofondo.

"Cazzo, cazzo, cazzo." sospirò, per poi tirarsi leggermente il ciuffo di capelli. "Tu non puoi pubblicare una foto del genere. Mi uccidi se fai così."

"Come?" disse divertita.

"Anche la foto che mi hai mandato prima, in piscina. Sono in discoteca ed ho un erezione, cazzo." esclamò, per poi mordersi il labbro, mentre camminava avanti e indietro, cercando una soluzione al suo problema.

"Andrea ti avverto che sei vai e ti scopi qualcuna lo verrò a sapere, poi ti stacco il cazzo che tanto nomini." lo avvisò, per poi ridacchiare un po', mentre guardava la città illuminata.

"Mamacita il massimo che farò sarà masturbarmi in questo bagno squallido. Non preoccuparti." sorrise, sapendo che Gaia era divertita da questa situazione imbarazzante. "Pensando a te, ovviamente. Chi non ama segarsi nel bagno delle discoteche?"

"Sei pessimo." rise, per poi portarsi una mano sul volto, rosso dall'imbarazzo. "Veramente è terribile."

"Ora però dovrei risolvere questa questione. Non è che potresti trattenerti al cellulare un altro po'? Mi dici qualche parolina magica." propose Andrea, mentre si portava una mano sul cavallo dei suoi nuovo pantaloni Amiri, che gli erano costati un occhio della testa.

"Sono troppo imbarazzata, davvero." ammise Gaia. "Preferisco non aiutarti in questo caso. Ciao Andre."

"No, dai non voglio che attacchi. Allora se non vuoi, possiamo parlare così mi passa." disse appoggiandosi al muro, per poi chiudere gli occhi.

"Che cosa dovrei dirti?" chiese, tirando su la zip della felpa.

"Parla e basta, racconta qualcosa di non eccitante."

"Oggi ci siamo svegliate tardi ed abbiamo fatto un giro in città, poi in piscina..." disse, per poi rendersi conto che era meglio non ricordarglielo. "...ed infine siamo andate a ballare in qualche discoteca qui vicino. Abbiamo anche fatto un giro in un paio di bar. Siamo appena tornate in hotel, domani non faremo nulla di speciale ad essere sincera." ammise, per poi sedersi su una poltroncina. "Come va?"

"Sì, sta andando bene. Mi è quasi passata." mormorò, accennando un sorriso. "Due minuti e ti posso lasciare in pace."

"No, dico in generale."

"Oh, sì, va tutto bene. Quando ho un po' di tempo libero sto con tuo fratello e gli altri, niente di che. Il resto lo sai, sto quasi tutto il giorno in studio per i featuring a scrivere. Ho tante cose da raccontarti quando torni."

"Tra due giorni sono a casa, non ti preoccupare. Anche io ho un po' di cose da raccontarti." ammise, portandosi le gambe al petto. "Dai però, sei in discoteca. Vai a ballare e divertiti, noi ci sentiamo domani."

"Mi manchi." borbottò per poi sospirare. "Poi non abbiamo manco nulla da fumare."

"Anche tu mi manchi un po'." disse, facendolo ridere.

"Solo un po' eh, certo come no. Ci credo." ridacchiò per poi accendersi una sigaretta. "Comunque, scherzi a parte, sei bellissima. Ti ho chiamato perché mi mancavi e quella foto mi ha ricordato di qualche settimana fa. Quando stavi sul mio letto, insieme a me."

"Quella foto me l'ha fatta Roberta comunque, quindi non devi preoccuparti." ridacchiò, per poi accennare un sorriso, dopo aver sentito delle parole così dolci dal ragazzo che le faceva battere il cuore così forte.

"Dai, immagino che tu sia stanca, ti lascio andare a letto. Scusami se ti ho chiamata così tardi." mormorò Andrea, per poi prendere un gran respiro.

"Figurati Andre, tutt'altro. Mi ha fatto piacere, ed è stato divertente." ammise facendolo ridere. "Io vado allora, buonanotte... e mi raccomando. Cazzo dentro i pantaloni."

"Sempre, lo tiro fuori solo quando ci sei tu. Ciao principessa, ci sentiamo domani." la salutò, per poi attaccare il cellulare e tornare dagli altri.

"Ammò, ma dove stavi? Sei sparito" chiese Vincenzo, con il quinto cocktail in mano, mentre biascicava. "Ti ho cercato ma non ti ho trovato."

"Al telefono bro', ho chiamato Gaia che sta a Parigi con le amiche." mormorò per poi prenderne un sorso.

"Lei? Gaia? La ragazza dell'altra volta? Quindi è una cosa seria! Siete fidanzati?" domandò, muovendo la testa a tempo con una canzone raggaeton in sottofondo.

"Non gliel'ho chiesto, ma sì. Stiamo insieme. Sono serio e fedele." annuì per poi fargli l'occhiolino.

"Auguri allora ammò! Mi piace, è bella e sveglia. Non potevi trovare di meglio, certo che è troppo per uno come te." scherzò facendolo ridere, anche se Andrea lo pensava veramente. "Portatela a Rozzano uno di questi giorni, così la rivedo, no?"

"Sarà fatto. Mo vado a prendere da bere fra." sorrise, per poi dargli una pacca sulla schiena.

Quando Gaia rientrò in stanza, anche Roberta ed Alessia la stavano aspettando, volendo sapere chi fosse il pazzo che l'aveva chiamata alle due e mezza di notte.

"Chi era?" chiese subito la più grande, ancora stesa sul letto.

"Andrea." ammise sedendosi affianco ad Alessia, che era sul divano.

"Alle tre di notte?!" esclamò, per poi darle una gomitata.

"Sì, era in discoteca con gli altri. Mi ha detto che mi stava pensando e che gli mancavo, e quindi mi ha chiamata." mormorò, accennando un sorriso. "È stato carino, no?"

"Molto, sembra impossibile sapere che Andrea è diventato così dolce." scherzò Roberta, facendo ridere entrambe. "E perché dicevi di essere imbarazzata?"

"Lo sono ancora, però potete benissimo immaginare cosa è successo." ammise, per poi scoppiare a ridere. "Non vedo l'ora di rivederlo, mi manca."

"Mi fa strano vedere Gaia innamorata, di solito è sempre così stronza, passiva ed apatica. È incredibile vederla provare dei sentimenti." rise Alessia, per poi farle il solletico. "Cosa ti è successo a Londra? Sei stata impossessata da qualcuno?"

"È il finto cattivo ragazzo che l'ha svegliata così tanto." ridacchiò Roberta, per poi unirsi alle due ragazze.

"Ma smettetela!" arrossì Gaia, per poi asciugarsi le lacrime dovute alle risate. "Piuttosto, ordiniamo qualcosa? Come ai vecchi tempi."

"Post serata, c'è il bisogno di mangiare. Gaietta ha ragione, mangiamo qualcosa, dai." annuì Alessia, per poi alzarsi ed andare a prendere il cellulare.

"Certo che a te la fame non te la leva mai nessuno eh! Manco quando sei innamorata." rise Roberta, sedendosi al suo fianco.

"Eh già, questa è fortuna." ammise per poi prendere il cellulare in mano, vedendo che Andrea le aveva mandato un selfie con Vincenzo, scrivendole: "Buonanotte da noi principessa."

Andrea è così sboccato ma anche dolce allo stesso tempo. Lo amo, poi devo ammettere che mi sono divertita a scrivere questo capitolo.🤣

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