2.

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Quel venerdì Mirko fu miracolato di nuovo, riuscendo a ricevere solo degli ordini restrittivi, per la seconda volta. A tutta la sua famiglia esplodeva il cuore in petto dalla gioia, grati dell'opportunità che avevano dato al ragazzo.

Tutti sapevano che non ci sarebbe stata una terza chance.

Appunto per questa bellissima notizia, i due fratelli andarono a casa del loro amico Riccardo per festeggiare e passare la serata insieme. Non appena i due arrivarono nell'abitazione furono riempiti di abbracci, sia per l'esito positivo ricevuto in tribunale, ma anche per il ritorno della ragazza, che non vedevano da mesi.

Gaia era sempre stata simpatica a quasi tutti loro, pur essendo l'esatto opposto di Mirko. Era semplice, rigorosa e tranquilla, a differenza di suo fratello, esuberante, un po' troppo impulsivo e irrazionale.

"Come si è fatta grande la piccola Fontana, non sembri neanche tu!" esclamò Michele, che aveva una cotta enorme per la ragazza da più di due anni, ma sfortunatamente non era mai stato ricambiato.

Tutt'altro.

"Sei sempre più bella." mormorò il proprietario della casa, una volta che fu faccia a faccia con la ragazza, che sorrideva.

A differenza di Michele, a Gaia piaceva molto Riccardo, lo aveva sempre trovato simpatico ed anche molto carino.

"Grazie Riccà, mi sei mancato tantissimo." ammise ancora tra le sue braccia, mentre si faceva coccolare dal ragazzo.

"Anche tu Gà." mormorò il biondo, per poi lasciare un tenero bacio sulla fronte.

"Giù le zampe da mia sorella, Lucci. È appena tornata." borbottò Mirko, per poi sedersi al fianco di Andrea, il suo migliore amico dai tempi dell'infanzia.

Andrea aveva sempre bazzicato casa dei due fratelli, sin da piccolo. Gaia non aveva mai legato chissà quanto con lui, era semplicemente il migliore amico di suo fratello e gli sembrava un tipo apposto. Niente di più.

Non aveva mai pensato fosse bello, simpatico o altro. Era Andrea.

"Lasciaci in pace e fatti una canna per festeggiare, dai." disse di rimando Riccardo, mentre Gaia alzava gli occhi al cielo.

Se Pitagora aveva stilato le dieci coppie degli opposti nel mondo, l'undicesima sarebbe dovuta essere quella tra Gaia e Mirko.

Lei era una ragazza studiosa, sportiva e con la testa sulle spalle ed aveva un piano per la sua vita. Avrebbe conseguito una laurea e poi avrebbe lavorato, aveva persino già deciso a che età avrebbe voluto sposarsi. Non le piaceva essere impreparata davanti a nulla.

D'altro canto, Mirko si era lasciato andare a tutti i vizi della vita come l'alcool, il gioco d'azzardo e, non ultimo in lista, aveva iniziato a spacciare dai sedici anni, dopo un momento di crisi economica in famiglia. Se qualcuno gli avesse chiesto dei suoi piani futuri, lui non avrebbe risposto. Non ne aveva. 

"Già la stiamo facendo, vuoi unirti?" domandò Andrea, con il blunt in mano.

"Per la prossima contate anche me, ora no." disse il ragazzo per poi indicare il balcone alla bionda, affinché potessero andare fuori a stare un po' insieme, dopo aver passato un anno senza vedersi.

Parlarono un po', e Gaia raccontò al suo vecchio amico come era stata a Londra e le esperienze che aveva fatto.

Quando i due rientrarono in casa si unirono al gruppo e passarono il resto della serata tutti insieme, parlando del più e del meno. Ad una certa ora della notte, quando la maggior parte dei ragazzi erano ubriachi e strafatti, Gaia decise che fu ora di tornare a casa.

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