11.

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Era passata più o meno una settimana dall'ultima volta che Andrea e Gaia si erano visti.

Il primo era sempre impegnato in studio, stava registrando e scrivendo da pazzi, così le aveva detto. Era molto ispirato e quindi aveva deciso di sfruttare questo momento fertile. Lei invece, passava tutto il giorno in giro con le sue amiche o in piscina, e la sera usciva con Federico o Alessandro, anche perché Riccardo e Marco erano partiti per la Sardegna. Non c'erano molte altre persone in quartiere con cui stare.

Mentre tornava a casa a piedi, chiedendosi perché non avesse avuto la patente, incontrò un ragazzo in piazza, che la fermò. Aveva uno sguardo strano, quasi cattivo, i capelli castani rasati molto corti e non sembrava uno tranquillo, tutt'altro. Come avrebbe detto Mirko, non è a posto.

"Ciao, scusami se ti disturbo, posso chiederti una cosa?" domandò non appena la vide, mentre lei si chiedeva se fermasi o far finta di non aver sentito.

Non aveva una buona sensazione.

Forse avrebbe dovuto seguire il suo istinto.

"Certo."

"Non sono di qui. Sto cercando mio fratello, Davide." mormorò guardandola negli occhi, mentre lei pensava che aveva un non so che di familiare, ma ancora non riusciva a capire chi fosse. "Lo conosci? Sai per caso dove abita?" lei, d'istinto si sentì mancare il fiato, aveva le ginocchia che tremavano.

"Davide Colombo? L'ho visto un paio di volte, lo conosco di vista. Non so proprio dove abita, mi spiace." disse per poi incamminarsi verso l'entrata del suo palazzo, pensando che quel viso non le era nuovo. Neanche il tempo di fare mente locale, che lui la trattenne per un braccio, facendola voltare.

"Sei del quartiere, so bene chi sei Fontana. Dimmi dove cazzo sta mio fratello, stronza." borbottò guardandola dritto negli occhi, mentre lei tremava dalla paura e sperava che qualcuno del gruppo stesse guardando la scena per venire ad aiutarla.

"Non so dove abita tuo fratello, Lorenzo." ringhiò ricambiando con uno sguardo cattivo e serio, facendosi forza. "Lasciami in pace, coglione. Ritorna da dove sei venuto."

"Il quartiere è sempre stato nostro, dillo a quei deficienti dei tuoi amici. Sono tornato, di' a Mirko di avere paura, perderà tutto il controllo sulla piazza e ve ne dovrete andare. Ma non può far niente, o sbaglio? Immagino non si stia divertendo molto in prigione." ridacchiò per poi avvicinarla a se, affinché potesse sussurrarle qualcosa all'orecchio, spaventandola ancora di più. "Ti conviene passare nella parte vincente, quando resterai sola non sarai più così sfacciata. Te lo strappo quel sorriso."

"Lasciami, stronzo." disse cercando di allontanarsi dal ventiduenne. "Sei solo un montato."

"Lorè!" esclamò Davide, che nel frattempo era arrivato assieme agli altri ragazzi del loro gruppo.

Gaia pregò Dio che almeno lui la lasciasse in pace, visto che Davide non era mai stato violento ed aggressivo, o che perlomeno sperava che arrivasse qualcuno. Il moro si girò e portò Gaia con sé, mentre abbracciava suo fratello.

"Che ci fai con lei?"

"L'ho trovata qui da sola, sembrava un povero cucciolo smarrito. Ho pensato di fare due chiacchiere con lei." ridacchiò prendendole i capelli in un pugno, tirandoli leggermente, affinché si voltasse a guardarlo. "Ci siamo divertiti no?"

"Dai Lorè, lasciala. Quando ci riprendiamo il quartiere ci pensi a lei, no? Tanto Shiva e i suoi non stanno più in zona, e manco tuo fratello può venire a pararti il culo." sorrise Davide, accarezzandole una guancia, mentre il resto del gruppo ridacchiava. "È arrivato il momento di passare nel gruppo vincente, Gaia. O rimarrai da sola, senza che nessuno venga ad aiutarti, proprio come sta succedendo ora."

"Lasciatemi, per favore." disse lei con un filo di voce tremante, avendo la sensazione di star vivendo un incubo.

Iniziava a pensare che non sarebbe finita bene, mentre tutte le speranze che aveva crollavano a terra.

"Ho saputo che stai con quel succhiacazzi di Shiva. È un coglione, dovresti avere qualcuno con le palle, mica uno che sa solo parlare, e tra l'altro manco lo fa bene." ridacchiò per poi fare il verso, sfottendo il rapper, che ancora non era a conoscenza di quello che stava succedendo. "Dai, vai e levati dai coglioni." disse per poi spingerla altrove ed abbracciare suo fratello, mentre lei correva verso l'entrata del palazzo. "Ci vediamo presto!" esclamò.

"Fede cazzo, apri!" esclamò Gaia, in lacrime davanti alla porta del ragazzo, che aprì spaventato e preoccupato.

"Tesoro che cosa succede?" chiese Zack, preoccupatissimo, alzandosi subito dal divano non appena la vide così scioccata. "Dio Gà, calmati. Cosa ti è successo?"

Dopo aver raccontato molto dettagliatamente cosa fosse successo qualche attimo prima, i due ragazzi andarono fuori di testa, arrabbiandosi come dei matti, per poi attaccarsi al cellulare e chiamare tutti i componenti del gruppo, che si mobilitarono subito per raggiungerli.

"Io capisco la rivalità e tutto, ma mettere le mani addosso ad una ragazza e minacciarla... questo è troppo. È veramente una cosa ignobile. Non possiamo accettare un comportamento del genere, hanno superato il limite e non hanno rispettato i patti e l'accordo..." mormorò Federico, scuotendo la testa con convinzione. "Iaia, stai bene?" chiese prendendole il volto tra le mani, mentre lei scoppiava a piangere. "Oh 'fanculo Zack, io vado a fargli il culo a quel coglione. Lo spacco di botte."

"Fede no, prima aspettiamo che arrivino gli altri e poi decidiamo che fare, tutti insieme." disse con calma l'altro ragazzo, portandogli una mano sul petto. "Principessa facciamo di sicuro qualcosa, non permetteremo che succederà di nuovo, promesso." mormorò accennando un sorriso. "Stanno arrivando tutti."

"Dai, andiamo in bagno così ti sciacqui la faccia." sospirò Federico, calmandosi un po', per poi accompagnare la ragazza, che ancora tremava, in bagno. "Non succederà più, 'sta volta li cacciamo sul serio dal quartiere. Non devono permettersi di fare ciò che vogliono. Mi dispiace, avrei dovuto esserci."

"Ho avuto paura Fe', ero sola." disse lei, abbassando lo sguardo.

"Faremo in modo che tu non ce l'abbia più, te lo prometto. Dai, vieni." mormorò per poi stringerla a se in un forte abbraccio. "Lo prendo io il posto di Mirko, finché non torna. Puoi fidarti di me ad occhi chiusi Gà. D'ora in poi chiama me, per tutto."

"Lo so Fede, grazie di tutto."

Se da una parte della città Gaia si era calmata, fidandosi totalmente dei suoi amici, che erano sempre stati fedeli e leali anche con suo fratello, Andrea stava dando di matto nello studio, mentre stava con Davide e Leo.

"Vaffanculo tutto, andiamo subito in quartiere." borbottò il ragazzo, cercando di mantenere quel poco di calma che gli era rimasta. "No Adam, non mi guardare così. Non mi frega un cazzo della strofa in questo momento. Dobbiamo andare da Gaia. Ora. Lei è più importante di qualsiasi cosa adesso."

"È giusto così, quegli stronzi non si devono permettere mai più." annuì l'altro ragazzo.

"Sai cosa è successo?" domandò prendendo al volo il cellulare ed il portafoglio, per poi uscire insieme ai due ragazzi.

"Hanno detto che è meglio parlarne tutti insieme dal vivo, sembra una cosa abbastanza grave." mormorò Leo, cercando di non far preoccupare il ragazzo, rendendosi poi conto di aver fallito nel suo proposito. "Stiamo tranquilli, la situazione è sotto mano ora."

"Li sfondo di botte, lo giuro su Dio." sussurrò Andrea, una volta sull'auto, per poi prendersi la testa fra le mani.

"Credo sia quello che vogliono fare tutti." disse Adam, per poi storcere la bocca. "Dobbiamo stare attenti con queste cose ormai, Andrea. Lo sai, vero? Non ti puoi permettere di metterti nei guai o che escano articoli su di te che prendi parte alle risse."

"Lo so Dà, staremo attenti. Non uscirà voce dal quartiere." mormorò per poi sbuffare. "Ora andiamo, voglio vedere come sta la mia chica."

Guai in vista?

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