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Mentre mi guardo allo specchio per prepararmi al mio primo giorno di scuola, Shuichi si avvicina dietro di me per poi mettermi le mani sulle spalle rassicurandomi : "andrà tutto bene Maria". Lo guardo dallo specchio e annuisco sorridendo: "Sto bene?" gli chiedo un po' preoccupata, comunque l'inizio dell'anno era già iniziato da un pezzo: "Si mia cara, ma ricordati quello che ti ho detto".
"Si si, non dare troppo nell'occhio, studiare, massimo due laboratori pomeridiani e a casa per le 17:00".
Mi giro e gli sorrido "Lo so."
Lui mi sorrise a sua volta e mi bacia la fronte: "Buona fortuna agente".
Ridiamo insieme e poi mi decisi mettermi le scarpe e uscire.

Wow.

Era l'unica parola che riuscivo a dire.
Dopo anni sono riuscita a convincere l'FBI a farmi andare in una scuola pubblica. Per carità, li capivo, ma non ne potevo più di rimanere rinchiusa in quattro mura. Ero contenta, in più Osaka è una città bellissima, ha l'essenziale in più non è molto popolata rispetto a Tokyo, in più non dovevo dare troppo nell'occhio.

Troppo eccitata dal mio primo giorno di scuola che ero proprio arrivata davanti ad essa. Entrai e prendo il cellulare per vedere il numero del mio armadietto, è il 47c, iniziai a controllarli: erano divise in cinque file e il mio si trovava alla terza fila partendo da sinistra ed era il terz'ultimo a partire dalla porta d'entrata della scuola.

Mi sentivo abbastanza osservata, non li biasimavo, in primo luogo avevo lineamenti stranieri e dei lunghi capelli biondo cenere, in più ero una faccia nuova per loro. Ma non diedi molto peso alla cosa, era normale dopotutto.

Dopo aver chiuso il mio armadietto e aver cambiato le scarpe, decisi di andare direttamente nella mia classe: 2-A. Essendo il mio primo giorno e molto spaesata dalla scuola così grande, decisi di chiedere indicazioni e alla fine sono riuscita a trovare l'aula, si trova al secondo piano: alla fine delle scale ci sono tre corridoi, uno a sinistra, uno difronte alle scale e uno a destra. La mia aula si trovata nel corridoio di sinistra e, partendo dalle scale, era la seconda aula. Entrai in classe per poi sedermi al terzo banco verso destra, vicino alla finestra e decisi di aspettare il suono della campanella osservando il fuori dove si vedeva l'entrata della scuola.

"La figlia di Vermouth" - DCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora