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Mentre Kazuha e Ran erano più avanti, io ripetevo per l'ennesima volta la storia e Conan la riassunse: "Mi stai dicendo che tu sei nata a New York ma sei stata abbandonata da Vermouth, non che tua madre, e Shuichi Akai ti ha adottato per la notevole somiglianza, dopo aver scoperto grazie a indagini e analisi che sei la vera figlia decide di farti addestrate e di far parte dell'FBI, ora vai a scuola e nello stesso tempo indaghi sul l'organizzazione?!" Heiji non rispose, anzi, è da un po' che non parlava, annuii al riassunto di Conan: "impeccabile." dissi ridacchiando, guardai Heiji che era ancora perso nei suoi pensieri e decisi di usare la scusa del telefono e di allontanarmi un secondo.

Quando Heiji era così in sovrapensiero, per quanto mi riguarda tenevo le distanze, non per qualcosa contro di lui, ma sapevo che in quei momenti, la mia vicinanza o non serviva o peggiorava la situazione, e sta volta era la seconda scelta. Possibile che ci sia rimasto male per non avergli detto tutta la verità? Non credo di avere rimpianti e non sento neanche colpe, non mi ha mai chiesto dei miei genitori adottivi, in più non posso spifferarlo a tutti che faccio parte del FBI, alla fine devo passare inosservata.

Facevo finta ancora di parlare al telefono mentre osservavo Heiji e Conan parlare: "Heiji non puoi darle torto, che ne sapeva lei" disse conan prendendo le difese di Maria: "Shinichi pensavo che lei si fidasse di me a tal punto di dirmi che lei era un'agente del FBI!" protestò Heiji ma Conan ancora una volta prese le difese di lei:"Essendo un'agente del FBI dove lo scopo è di nascondere la sua vera identità detto sinceramente non mi stupisco più di tanto no?" Heiji sospirò e iniziò a guardare di nuovo la posizione di Maria non trovandola:" Ragazzi che ne dite di.. dov'è Mary?" disse Kazuha mentre guarda entrambi i ragazzi:"Era andata a fare una telefonata, magari si è persa" disse Heiji, per fortuna quella mezza scusa era vera, lei non conosce tanto la città, però in quelle vie Heiji e Maria ci erano stati già parecchie volte, quindi era improbabile che si fosse persa. "Andiamo a cercarla noi! Voi andate a fare shopping nel mentre, in caso vi chiamiamo." proclamò Conan, le ragazze annuirono e Ran ricordò a Conan che entro le 19:00 dovrà ritrovarsi davanti alla stazione di Osaka per ritornare a casa. Le ragazze andarono e i ragazzi tornarono indietro.

Mi ritrovavo in un vicolo dove una mano con un fazzoletto tappava la mia bocca impedendomi di urlare. Però dopo un po' non ebbi più la forza di urlare, ero stordita e pian piano iniziai a perdere conoscenza.

Mi risvegliai un po' stordita. Ci misi poco a capire che mi trovavo al porto di Osaka in una macchina, quest'ultima aveva i sedili in pelle scuro ed ero nei posti dietro, appena mi misi composta sentii una donna,anzi, la donna, accendersi una sigaretta, lunga e fine. Non ci volevo credere. La cosa peggiore che mi poteva capitare è successa. 

Lei si girò e con i suoi occhi chiari, che mi ricordano la trasparenza del mare, mi sorrise. Ma non era un sorriso di una madre. Ma di una donna che non vedeva l'ora di vedermi all'interno di una pozza d'acqua. 

"Finalmente ci incontriamo, tesoro."



HII, vi ciedo scusa per la mia assenza, ma la scuola a casa è nettamente più impegnativa, quindi tra consegne, compiti e il resto ho deciso di mettere in secondo piano la storia. Rimedierò al mio errore, Spero mi supportiate e forse oggi farò uscire due capitoli, dipende dagli impegni scolastici. Supportate la storia!! Vi piaccia byeee 

"La figlia di Vermouth" - DCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora